De Mistura: ”i missili ed i mortai dei ribelli sono più precisi”…

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De Mistura il 1 giugno ha rilasciato un’intervista ad Avvenire intitolata Aleppo non è persa .

Le affermazioni dell’incaricato Onu sono sconcertanti: egli,  minimizza le responsabilità delle milizie jadiste di è al Nusra (ad Aleppo è la componente maggioritaria dei ribelli) nell’uccisione di civili  trasferendone tutta la responsabilità sul governo siriano.
Non sfugge che le esternazioni di De Mistura sono insolitamente utili al governo del Qatar impegnato da giorni in una campagna mediatica per migliorare l’immagine di al Nusra  al fine di presentarla come una forza moderata in lotta contro Assad ( e quindi possibile interlocutore dell’occidente).

Nell’intervista per indicare i militanti della galassia jadista De Mistura usa genericamente la parola ‘opposizione’. Ne esalta il comportamento in battaglia,  ‘più umanitario‘ rispetto all’esercito siriano il quale sarebbe il principale responsabile delle vittime civili.

Ma fa di più: accusa addirittura l’esercito arabo siriano di aiutare ISIS nell’avanzata.. pensiamo alle centinaia di soldati dell’esercito siriano per mano di ISIS, spesso decapitati o sgozzati e  sorvoliamo su questa affermazione che è un vero oltraggio alla memoria di questi uomini!

FireShot Pro Screen Capture #429 - 'Al Bab Map I Syria Google Satellite Maps' - www_maplandia_com_syria_aleppo-halab_al-bab
nella cartina la posizione di Aleppo e quella di Al Bab

 

Uso sleale dell’autorevolezza dovuta ad un incarico da mediatore.

Nell’intervista, l’incaricato dell’ONU parla di ‘soluzione politica’ del conflitto, nascondendo che finora tutte le soluzioni politiche sono state sistematicamente rigettate da quella che lui definisce ‘opposizione’ (e non dal governo siriano) .

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Usare la disinformazione per portare avanti la retorica

De Mistura denuncia l’esercito siriano di bombardamenti indiscriminati tramite ‘barrel bomb’:

… poche ore fa ad Aleppo, nel quartiere al-Shaar non controllato dal governo, ci sono state più di 80 vittime per la caduta di queste orribili bombe-barile lanciate da due elicotteri del governo che hanno distrutto la zona di un mercato. Ottanta le vittime, tutte civili.

Questo nonostante il governo si sia impegnato ad accettare la sospensione dell’uso di queste bombe-barile che oggi sono la causa di gran parte delle morti di civili in Siria.

Approfondiamo ciò che è sopra riferito:

1) la notizia del bombardamento è stata diffusa dall’Osservatorio siriano per dei diritti umani (organismo delle forze anti-Assad con sede a Londra) ;

2) da questa fonte, De Mistura ha attinto la notizia ma non la cita correttamente. La versione originale ripresa da al Jazeera è questa: “

Un attacco è stato effettuato nel quartiere di Shaar, gestito dai ribelli, ed ha ucciso 20 persone.

Il secondo invece ha ucciso circa 55 persone, in una violenta esplosione all’interno del mercato  della città di al-Bab”.

Quindi  i bombardamenti dell’esercito siriano sono avvenuti su due differenti località:

– su Al- Shaar: il quartiere  è  da tempo completamente distrutto , tutti gli abitanti che hanno potuto, sono fuggiti;

– su al Bab: la località si trova a 40 km a nord est di Aleppo  ed è interamente in mano ad ISIS (da notare che nella stessa intervista De Mistura dice l’esercito siriano è in combutta con ISIS…)


Dopo le armi chimiche  il governo siriano è sotto accusa per le ‘Barrel Bomb’

 E’ evidente che il problema delle barrel bomb , ancorché sanzionabile (utilizzo di armi pesanti nei centri abitati) , è fortemente inquinato da considerazioni politiche per nulla ‘umanitarie’. Infatti si cerca di suscitare sentimenti di riprovazione da parte dell’opinione pubblica in modo da poter giustificare azioni ostili da parte della comunità internazionale contro il governo siriano.

Anche in questo caso la precisione è d’obbligo: le ‘barrel bomb’ non sono altro che bombe a frammentazione in gergo chiamate ‘shrapnel ‘ (come quelle usate dalla RAF nella seconda guerra mondiale ma il loro primo utilizzo risale  alla prima guerra mondiale) . Si tratta di armi assimilabili alle armi convenzionali o agli IED (Improvised Explosive Device) . Sono ordigni a ‘saturazione d’area ‘ come le  clyster bomb (queste ultime usate attualmente in Yemen dai sauditi ).
Si tratta di armi ‘convenzionali’: in definitiva i trattati  non sanzionano il loro utilizzo ma condannano che siano usati in centri abitati.

Ci sono numerosi elementi a sostegno dell’utilizzo di questo tipo di ordigno da parte dell’esercito siriano ma allo stato attuale non esistono dati certi per stabilirne quantificazione e circostanze di utilizzo.
Gli stessi report delle agenzie internazionali si basano su video youtube e immagini diffuse dai ribelli.

Sta di fatto che le case distrutte le vediamo tutti e qualcosa le avrà pur devastate. E’ lo scenario che è diffuso in vaste zone di Aleppo, da una parte e dall’altra. Per questo, se si vuole interrompere o almeno smorzare questa distruzione è necessario essere leali.

L’uso degli IED non è prerogativa dell’esercito siriano anzi ‘ordigni improvvisati’ sono quotidianamente usati dai ribelli ( vedi qui http://www.vietatoparlare.it/il-lancio-di-bombole-di-gas-sui-quartieri-residenziali-di-aleppo/ ) .
Inoltre,  jadisti/ribelli usano ad Aleppo anche missili e mortai, questo tipo di munizionamento secondo De Mistura (  Aleppo non è persa di Avvenire) causerebbero ‘meno danni’ perchè si tratta di armi più ‘precise’.
L’affermazione non corrisponde al vero: anche i ribelli usano armi come ‘Evil canon’ altamente imprecise .
In guerra per vincere si cercano mezzi sempre più distruttivi a volte in maniera diabolica: si ricordi che i ribelli hanno addirittura interrotto l’acqua nei quartieri tenuti per settimane mettendo a rischio la sopravvivenza di miloni di persone.

Ma i ‘ribelli’ eccellono in un’altro tipo di precisione: ho ascoltato testimonianze dirette che raccontano la perfetta sincronizzazione degli  attacchi dei ribelli con l’entrata e l’uscita degli studenti dalle scuole e con i momenti di maggior traffico nelle città ( qui l’attacco dell’ Università di Aleppo nel 2013) Precisione negli orari , precisione di ‘uccidere nel mucchio’.

Il quadro chiaro della situazione ad Aleppo è descritto chiaramente dal dr.Nabil Antaki in questa intervista: è l’altra verità, quella che non ha diritto di cronaca.

Termino con una domanda, è quella dell’arcivescovo di Aleppo (*) mons. Jean-Clement Jeanbart : “cosa stanno aspettando le grandi nazioni per porre fine a queste mostruosità”?. De Mistura ha risposto.

Ora a voi trarre le necessarie considerazioni…
Patrizio Ricci – Vietato Parlare

 

 

Nota a margine

(*) Riporto qui, quanto ha detto il 14 .4. 2015 su Radio Vaticana il vicario apostolico di Aleppo dei latini, mons. Georges Abou Khazen:

Bombardamenti con armi pesanti sui quartieri cristiani
L’escalation del conflitto ha coinvolto anche i quartieri cristiani, che registrano numerose vittime e feriti gravi. “Nella notte fra venerdì e sabato scorso, al culmine della Pasqua ortodossa – racconta il vicario di Aleppo – i quartieri cristiani sono stati bombardati con armi pesanti, missili mai visti prima d’ora, razzi lunghi fino a tre metri”. Per il prelato è “una cosa nuova, dall’enorme potenza distruttiva” mentre sinora “eravamo abituati a pallottole e colpi di mortaio. Abbiamo visto palazzi di cinque piani sventrati, edifici rasi al suolo, gente che aveva paura ad uscire per strada ed è rimasta intrappolata… mai visto nulla del genere”.

(…)

Le potenze straniere alimentano il conflitto e forniscono armi
I vescovi cattolici hanno lanciato un appello alla comunità internazionale, perché intervenga a fermare il conflitto. Tuttavia, aggiunge il vicario di Aleppo, è proprio la comunità internazionale, sono le potenze in campo (Stati Uniti, Arabi Saudita, Turchia, Francia che forniscono armi, combattenti, addestramento militare e ideologico) che “soffiano sul conflitto e forniscono armi sempre più pesanti e letali ai combattenti”. “Abbiamo pianto nel vedere le sofferenze negli occhi della gente – racconta mons. Georges – i molti corpi sotto le macerie delle case crollate. Solo nella parte cristiana abbiamo già seppellito 12 persone, di cui quattro della stessa famiglia. Ma ci sono ancora diversi corpi sotto le macerie, oltre che diversi feriti gravi e temiamo che il bilancio si possa aggravare nelle prossime ore”.

E’ in atto un ‘progetto mirato’ per sradicare i cristiani dalla Siria
“Siamo stanchi della guerra, non mandate più armi” è l’appello del prelato, secondo cui è in atto “un progetto mirato” per “sradicare i cristiani” dalla Siria, dall’Iraq, dal Medio Oriente. “Bombe e missili – aggiunge – non sono fatti per stuzzicare, ma per uccidere” e per far crollare il mosaico di convivenza e sentimenti comuni che era la Siria prima della guerra, dove cristiani e musulmani “vivevano uniti e senza tensioni di natura confessionale”.

l’arcivescovo di Aleppo mons Jean-Clement Jeanbart  così descrive gli avvenimenti:

«lasciatemi essere afflitto per le case che sono state distrutte, per le chiese rese inagibili, per le attività commerciali chiuse e i negozi fatti a pezzi e per una città antica stroncata dalla disintegrazione di un patrimonio architettonico senza prezzo» –  e scagliandosi ancora contro l’illusione di chi ha appoggiato l’utopia ribelle, Jeanbart ha chiesto –  «Lasciatemi gridare con rabbia e rivoltarmi contro un sistema globale intriso di barbarismo, affamato di potere e ubriaco di corruzione insaziabile. Lasciatemi piangere con la mia gente, violata e uccisa. Centinaia di migliaia di vittime, sacrificate con la promessa di una società migliore e la speranza di una primavera araba che non vedranno mai». ( http://www.papaboys.org/cosa-aspetta-loccidente-ad-intervenire-drammatico-appello-dellarcivescovo-di-aleppo/ )

 

vedi anche : Aleppo – padre Ibraim: “Assistiamo ad un crollo dell’intera società, di un popolo e di una cultura”.

disclaimer:

1) nella foto grande quartiere di al Shaar

2) Aleppo: le forze gover­na­tive che sono nella parte occi­den­tale della città, e le cosidette ‘forze di oppo­si­zione’, tra l quali il più numeroso è la milizia del Fronte al-Nusra, il brac­cio siriano di al-Qaeda, (ha il con­trollo della parte orien­tale della città). Il quar­tiere di Sheikh Maq­soud è invece sotto il con­trollo delle auto­rità curde. Aleppo è contesa anche da altri 19 gruppi armati minori che cercano ognuno la supremazia nei quar­tieri al con­fine tra le tre aree.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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