Damasco: dove vanno a finire i viveri Onu destinati alla popolazione di Ghouta?

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Nelle reti sociali sono state distribuite foto di figli affamati, morti tra le mani di medici di uno degli ospedali di East Ghouta. I filmati che documentano bambini smagriti e scheletrici, sono stati diffusi su Internet e da molti media, diventando ben presto ‘virali’. Non è difficile immaginare che l’opposizione siriana armata indichi come colpevole della  catastrofe umanitaria nei sobborghi di Damasco, il presidente siriano Bashar al Assad.

In particolare, secondo l’opposizione armata, il governo avrebbe  bloccato la consegna di aiuti umanitari delle Nazioni Unite in aree prevalentemente occupate dai cosiddetti ribelli moderati, in modo che la popolazione civile non possa procurarsi il cibo, per lasciarla scientemente ai limiti della sopravvivenza.

polizia russa posta nel corridoio ad est Ghouta

A fronte di queste affermazioni, vale la pena allora ricordare che le informazioni diramate dai ribelli sono false: i gruppi armati omettono di dire che  i residenti degli insediamenti situati vicino alla capitale siriana non possono ricevere i prodotti a loro destinati dal programma alimentare dell’ONU perché i viveri vengono rubati, non distribuiti e stoccati nei magazzini. Ad essere responsabile di questa sottrazione è  il gruppo legato ai cosiddetti ribelli moderati “Failak Ar-Rahman”.

Ciò vuol dire che ci sono aree sotto il controllo dell’opposizione che hanno livelli di corruzione tali che quando si tratta di distribuire aiuti come East Ghouta la cosa si rende difficile.

Uno dei problemi è il rispetto del cessate il fuoco. Attentato di luglio dei gruppi ribelli.

Da luglio, con l’inizio dell’inserimento di Ghouta nelle zone di de-escalation i viveri dovrebbero arrivare regolarmente. Ciò era anche interesse del governo. La Russia ha provveduto nel mese di luglio al primo invio di 10.000 tonnellate di aiuti alimentari a Ghouta est. Ne sono poi seguiti altri a cura dell’ONU .

Ci sono comunque alcuni ostacoli alla distribuzione regolare degli aiuti: 1)  non tutte le milizie ribelli rispettano il cessate il fuoco; 2) sono in corso continui combattimenti tra opposte milizie ribelli; 3)   difficoltà oggettiva del governo a causa embargo decretato dalla Comunità Internazionale.

E’ stato emanato un comunicato in cui il gruppo ribelle Failak Ar-Rahman vieta la vendita di grano e farina e comunica che tutti i viveri devono essere accentrati e gestiti nei propri magazzini , eccolo:

 

Il comando del gruppo armato ha anche emesso un comunicato alle organizzazioni umanitarie, in cui si afferma  che da ora in poi tutte le forniture alimentari saranno concentrate in luoghi speciali di stoccaggio e non trasferiti  direttamente alla popolazione.

Il gruppo Failak Ar-Rahman ha vietato la consegna di beni umanitari al popolo di Ghouta, portando gli aiuti alimentari  nei propri magazzini nel distretto di Jobar . Rusvesna riferisce:

Questa tattica consente al gruppo – nonostante gli impegni a rispettare il regime di de-escalation nelle aree di intervento – di continuare a collaborare con l’organizzazione terroristica ” Tahrir al-Sham”, per rafforzare la propria posizione nei territori sotto il proprio controllo ed estendere i propri poteri.

Il 24 settembre 2017 nelle zone occupate dalle forze dell’opposizione corrispondenti alla zona di  East Ghouta, vicino a Damasco –  grazie all’assistenza militare russa è stato consegnato un convoglio umanitario delle Nazioni Unite, contenente cibo, medicinali e abiti per la  popolazione dell’enclave.

Tuttavia, in pochi giorni si è avuta contezza che una parte significativa delle forniture delle Nazioni Unite non li aveva raggiunti. Queste informazioni sono state confermate anche nelle reti sociali dagli abitanti delle periferie della capitale siriana – Kharasty, Modiari e Masrabi

I militanti gruppi “Feylak Ar-Rahman” e “Hayat Tahrir al-Sham,” (ex “al-Nusra” *, il ramo siriano di “Al-Qaeda” *) hanno sequestrato un gran numero di numero di prodotti importati delle Nazioni Unite e li hanno portati nei loro magazzini. Poi il cosiddetto “Comitato rivoluzionario di Damasco e la provincia”, che svolge funzione di autorità nei territori controllati da “Feylak Ar-Rahman”, ha emesso un proclama che vieta la vendita libera di grano e farina.

La domanda è: a chi conviene che la situazione nelle enclave si estremizzi suscitando la riprovazione internazionale e popolare?

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fonti : testata giornalistica Rusvesna  e  Asia News

sull’argomento vedi anche :  La piccola Sarah, morta di fame a Damasco speriamo (davvero) non sia usata strumentalmente

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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