L’Attacco Israeliano all’Iran e il Collasso del Sistema di Sicurezza Globale: Una soglia pericolosa è stata superata
L’attacco israeliano del 13 giugno 2025 contro le infrastrutture nucleari civili iraniane ha segnato un punto di non ritorno nella geopolitica globale, mettendo a repentaglio il già fragile equilibrio della sicurezza internazionale. Le reazioni di Russia, Cina e altri attori chiave, unite all’inefficacia del Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP), evidenziano un mondo sull’orlo di una nuova corsa agli armamenti nucleari e di alleanze militari ridisegnate. Questo articolo analizza le dinamiche dell’attacco, le sue implicazioni e il rischio di una crisi globale senza precedenti.
La Cautela Russa e la Posizione Cinese
La Russia ha atteso con estrema prudenza prima di esprimersi sull’attacco israeliano, osservando attentamente gli sviluppi in Iran per escludere l’ipotesi di un colpo di Stato o di un’operazione di destabilizzazione interna. Solo dopo aver accertato l’assenza di un golpe, il Ministero degli Esteri russo ha emesso un comunicato ufficiale che condanna l’azione israeliana come “un’aggressione ingiustificata” e riafferma l’impegno a sostenere l’Iran in virtù dell’accordo bilaterale del 2024, che prevede assistenza in caso di attacco esterno (TASS, 14 giugno 2025). Parallelamente, la Cina ha assunto una posizione diplomatica ma ferma, denunciando l’attacco come una violazione della sovranità iraniana e sostenendo il diritto di Teheran alla legittima difesa, in linea con l’Articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Pechino ha anche chiesto una riunione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza ONU, proposta bloccata dal veto statunitense (Xinhua, 15 giugno 2025).
L’Appello di Netanyahu e il fallimento della Destabilizzazione
L’attacco, che ha colpito il reattore di Natanz e altre infrastrutture nucleari civili sotto monitoraggio dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), è stato giustificato da Israele con la presunta intenzione iraniana di sviluppare armi nucleari. Tuttavia, né i rapporti AIEA né le valutazioni dei servizi di intelligence occidentali, inclusi quelli della CIA, hanno confermato tali accuse (AIEA Report, May 2025).
La Posizione Russa: un’analisi Punto per Punto
-
Aggressione Non Provocata: Israele ha colpito uno Stato sovrano senza prove di una minaccia imminente, violando il diritto internazionale e il principio di proporzionalità.
-
Complicità Occidentale: L’operazione ha richiesto il supporto logistico e politico di Stati Uniti, Regno Unito e alleati regionali, inclusa l’Italia, che ha messo a disposizione basi NATO come Sigonella (Reuters, 14 giugno 2025).
-
Attivazione dell’Accordo con l’Iran: La Russia ha dichiarato operativa la clausola di assistenza militare prevista dall’accordo bilaterale con Teheran, senza specificare se ciò includa forniture di armi avanzate, come i sistemi di difesa S-400 o missili ipersonici Kinzhal.
-
Precedente Pericoloso: L’eliminazione mirata di scienziati e funzionari iraniani, attribuita al Mossad, rischia di legittimare simili azioni da parte di altri Stati, aprendo la porta a una “guerra di assassinii” globale.
Il Trattato di non Proliferazione Nucleare: un Guscio Vuoto
-
Il Caso Israele: Israele non ha mai aderito al TNP, né ha dichiarato ufficialmente il proprio arsenale nucleare, stimato in circa 80-100 testate (SIPRI Yearbook 2025). Questo “vuoto normativo” è stato tollerato dagli Stati Uniti, nonostante le ripetute richieste di trasparenza da parte di Stati arabi e iraniani.
-
Soglia Storica Violata: Per la prima volta, un Paese non firmatario del TNP ha colpito le infrastrutture nucleari civili di un firmatario, minando la credibilità del trattato e il regime di ispezioni AIEA.
-
Ritiro Iraniano: L’Articolo 10 del TNP consente a uno Stato di recedere in caso di “eventi straordinari”. L’attacco del 13 giugno fornisce a Teheran una giustificazione legale per abbandonare il trattato, come fece la Corea del Nord nel 2003. Secondo esperti, l’Iran potrebbe sviluppare una testata nucleare entro 6-12 mesi in caso di recesso (Carnegie Endowment, June 2025).
L’Inefficacia delle Difese Israeliane e la lezione Globale
Le ispezioni AIEA, inoltre, sono state sfruttate dal Mossad per raccogliere dati sensibili, come rivelato da documenti iraniani declassificati (Tehran Times, 16 giugno 2025). Questo ha alimentato la sfiducia verso il regime di non proliferazione, spingendo alcuni Stati a considerare l’opzione nucleare o alleanze con potenze atomiche.
Nuove Alleanze e il futuro della Deterrenza
Organizzazioni come BRICS e SCO non offrono garanzie di deterrenza nucleare, a differenza della NATO, che si basa sull’ombrello strategico statunitense. L’attacco israeliano potrebbe accelerare la formazione di nuove alleanze militari, con Paesi come l’Iran che cercano protezione da Russia o Cina. Ad esempio, un accordo di difesa trilaterale Russia-Iran-Cina, discusso a margine del summit SCO di Astana nel 2024, potrebbe concretizzarsi Global Times, 15 giugno 2025.
Gli Stati Uniti e l’errore strategico di Trump
Gli Stati Uniti hanno svolto un ruolo cruciale nell’attacco, fornendo intelligence e supporto logistico attraverso le basi in Qatar e Bahrein (The Guardian, 14 giugno 2025). Tuttavia, la posizione americana è contraddittoria: mentre il Segretario di Stato Marco Rubio ha definito l’azione “unilaterale” da parte di Israele, l’ex presidente Donald Trump, in un post su Truth Social, ha rivendicato il successo dell’operazione, descrivendola come un “colpo decisivo” contro l’Iran (Truth Social, 14 giugno 2025).
Trump ha anche rilanciato l’idea di un nuovo accordo nucleare, minacciando Teheran di “conseguenze devastanti” in caso di rifiuto. Tuttavia, un conflitto convenzionale su larga scala con l’Iran sarebbe insostenibile per gli Stati Uniti senza ricorrere al nucleare, data la superiorità iraniana in termini di missili balistici e droni (CSIS, June 2025).
Un mondo più pericoloso
L’attacco israeliano del 13 giugno ha aperto una voragine nel sistema di sicurezza globale. Il TNP, già indebolito, rischia di collassare, spingendo più Stati verso l’opzione nucleare. La proliferazione di armi atomiche, unita alla vulnerabilità delle difese convenzionali, rende l’eventualità di un conflitto nucleare — per errore, ritorsione o disperazione — una minaccia reale.
Netanyahu, con il sostegno implicito degli Stati Uniti, ha commesso un errore strategico che potrebbe rivelarsi fatale. La comunità internazionale si trova ora di fronte a una scelta: rafforzare il regime di non proliferazione o accettare un mondo in cui “la bomba” diventa uno strumento di politica estera. Le decisioni prese nelle prossime settimane, a partire dalla riunione del Parlamento iraniano, determineranno il futuro della stabilità globale.