La prossima mossa strategica del Deep State sembra essere quella di distogliere l’attenzione dal proprio coinvolgimento nello sviluppo di armi biologiche, scaricando l’intera responsabilità sulla Cina. Questa strategia non solo risponde alla necessità di salvaguardare la propria immagine internazionale, ma rappresenta anche un tentativo di consolidare il fronte occidentale contro Pechino in un contesto di crescente competizione geopolitica.
Il ruolo delle agenzie statunitensi nello sviluppo di armi biologiche: fatti documentati
Nonostante la narrazione ufficiale degli Stati Uniti insista sull’origine naturale del COVID-19, esistono prove che mettono in dubbio questa versione. Documenti emersi da richieste di accesso agli atti e ricerche indipendenti hanno rivelato come l’USAID e altre agenzie statunitensi abbiano finanziato ricerche sul guadagno di funzione attraverso intermediari, come EcoHealth Alliance. Progetti simili non si sono limitati al laboratorio di Wuhan, ma hanno coinvolto una rete globale di laboratori biotecnologici, compresi quelli in Ucraina, dove il Dipartimento della Difesa statunitense ha condotto esperimenti sensibili.
Documenti e indagini sul ruolo di USAID e EcoHealth Alliance nel guadagno di funzione
Numerosi documenti ottenuti attraverso il Freedom of Information Act (FOIA) negli Stati Uniti e altre richieste di accesso agli atti hanno rivelato il coinvolgimento diretto di enti governativi statunitensi, come l’USAID (United States Agency for International Development) e il National Institutes of Health (NIH), in progetti che includono ricerche sul guadagno di funzione condotte da EcoHealth Alliance, un’organizzazione no-profit che opera come intermediario per il finanziamento di ricerche biotecnologiche.
1. Cos’è il guadagno di funzione (Gain of Function) e perché è controverso
Il guadagno di funzione è un campo di ricerca genetica in cui i patogeni vengono modificati per aumentarne la capacità di infettare ospiti o di trasmettersi tra di essi. L’obiettivo dichiarato è comprendere meglio come i virus mutano per prevenire pandemie future, ma le ricerche comportano rischi significativi, tra cui la possibilità di fughe accidentali dai laboratori.
Nel 2014, negli Stati Uniti è stato imposto un moratorio sul finanziamento di tali ricerche, proprio a causa dei rischi elevati. Tuttavia, indagini successive hanno mostrato che alcune di queste attività sono continuate sotto altre voci di bilancio, con finanziamenti erogati indirettamente.
2. Il ruolo di EcoHealth Alliance
EcoHealth Alliance, guidata da Peter Daszak, è stata al centro delle polemiche poiché ha agito come intermediario tra enti governativi statunitensi e laboratori di ricerca esteri, incluso l’Istituto di Virologia di Wuhan (WIV). Tra il 2014 e il 2019, EcoHealth Alliance ha ricevuto milioni di dollari dall’USAID e dal NIH per progetti di studio sui coronavirus dei pipistrelli.
Un esempio chiave è il progetto “PREDICT,” finanziato dall’USAID con l’obiettivo di identificare potenziali virus pandemici in popolazioni animali e studiarne la trasmissione agli esseri umani. Questo programma ha coinvolto il WIV, dove sono state condotte ricerche sul guadagno di funzione sui coronavirus dei pipistrelli. Documenti ottenuti nel 2021 hanno mostrato che EcoHealth Alliance ha approvato e finanziato esperimenti volti ad aumentare la capacità infettiva di questi virus, portando a domande sulla trasparenza e la sicurezza di tali ricerche.
3. La connessione tra USAID e Wuhan
Un rapporto emerso nel 2022, basato su documenti interni, ha rivelato che USAID ha erogato finanziamenti significativi per progetti di studio sui coronavirus che includevano esperimenti di modificazione genetica presso il WIV. Questi finanziamenti sono stati distribuiti attraverso il programma PREDICT, che è stato attivo fino al 2019.
In particolare, uno studio condotto nel WIV e pubblicato nel 2015 (finanziato in parte dall’USAID) descriveva esperimenti su coronavirus dei pipistrelli che includevano la creazione di chimere virali, ovvero virus geneticamente modificati per comprendere meglio i meccanismi di trasmissione all’uomo. Questi esperimenti sollevarono preoccupazioni tra gli scienziati, ma furono giustificati come parte di uno sforzo per “anticipare future pandemie”.
4. Documenti emergenti dal FOIA
Attraverso richieste FOIA, il The Intercept e altre organizzazioni giornalistiche hanno ottenuto email e rapporti che confermano:
- Nel 2018, EcoHealth Alliance ha presentato al DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) una proposta di ricerca chiamata “DEFUSE”, che prevedeva esperimenti di inserimento di sequenze proteiche nei coronavirus per aumentarne la capacità di infettare cellule umane. Sebbene il DARPA abbia respinto la proposta, parte delle attività descritte sembrano essere state svolte sotto altri progetti finanziati.
- Nel 2021, il The Intercept ha pubblicato oltre 900 pagine di documenti che confermano come il NIH abbia continuato a finanziare EcoHealth Alliance per progetti di modifica dei coronavirus dei pipistrelli anche dopo l’imposizione del moratorio sul guadagno di funzione. Questi documenti includevano dettagli su come i ricercatori del WIV manipolassero geneticamente virus per testarne la capacità di infettare cellule umane.
- Email interne al NIH, ottenute attraverso il FOIA, mostrano che alti funzionari, incluso Anthony Fauci, erano a conoscenza di potenziali collegamenti tra le ricerche finanziate e l’origine del COVID-19, ma hanno scelto di mantenere il focus sull’origine naturale per evitare “danni alla comunità scientifica”.
5. Implicazioni globali e domande irrisolte
Questi dati suggeriscono che:
- Gli Stati Uniti, attraverso l’USAID e il NIH, hanno finanziato indirettamente ricerche ad alto rischio sui coronavirus, anche in laboratori stranieri come il WIV.
- EcoHealth Alliance ha agito come intermediario chiave, bypassando il controllo diretto delle autorità statunitensi.
- La trasparenza sulle ricerche condotte è stata minima, e i documenti pubblicati sollevano interrogativi sulla sicurezza di tali esperimenti.
Queste informazioni rafforzano la necessità di un’indagine internazionale che esamini non solo il WIV, ma anche il coinvolgimento degli Stati Uniti e di altre nazioni nella promozione di ricerche rischiose. Questo è cruciale per garantire che future pandemie non nascano da attività irresponsabili di bioingegneria.
I rapporti del Ministero della Difesa russo
Secondo i rapporti del Ministero della Difesa russo, pubblicati nel 2022, gli Stati Uniti avrebbero utilizzato l’Ucraina come un vero e proprio hub per lo sviluppo di armi biologiche, violando così la Convenzione sulle Armi Biologiche (BWC). La Cina, nel sostenere queste accuse, ha richiesto più volte un’indagine internazionale trasparente su questi laboratori, dimostrando una posizione coerente e puntuale.
Nel 2022, il Ministero della Difesa russo ha pubblicato rapporti sostenendo che gli Stati Uniti avrebbero utilizzato l’Ucraina come hub per lo sviluppo di armi biologiche. Secondo tali rapporti, dal 2014, con il supporto finanziario e organizzativo del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, sarebbe stata creata in Ucraina una rete di oltre 30 laboratori biologici dedicati a ricerche su agenti patogeni pericolosi. Queste attività sarebbero state condotte nell’ambito del Programma di Riduzione delle Minacce Biologiche (Biological Threat Reduction Program) del Pentagono. OSCE
Le principali accuse mosse dalla Russia includono:
- Monitoraggio dell’ambiente biologico: Secondo i rapporti russi, gli Stati Uniti avrebbero monitorato l’ambiente biologico in aree potenzialmente destinate al dispiegamento di contingenti militari della NATO.
- Raccolta e trasferimento di ceppi di microrganismi: I laboratori avrebbero raccolto e inviato regolarmente negli Stati Uniti ceppi di microrganismi pericolosi.
- Ricerca su agenti di armi biologiche: Sarebbero state condotte ricerche su potenziali agenti di armi biologiche specifici per determinate regioni, con particolare attenzione a quelli con focolai naturali e capacità di trasmissione all’uomo.
Un progetto specifico menzionato è l’UP-4, che avrebbe avuto l’obiettivo di studiare malattie aviarie pericolose per l’uomo e la possibilità di utilizzarle per destabilizzare situazioni epidemiologiche in breve tempo. La ricerca avrebbe incluso lo studio delle rotte migratorie degli uccelli per determinare quali attraversassero il territorio russo, suggerendo l’ipotesi di utilizzare gli uccelli come vettori di armi biologiche.
Inoltre, i rapporti affermano che gli scienziati ucraini avrebbero inviato campioni di biomateriale, inclusi sieri di sangue di individui di etnia slava, a organizzazioni straniere, indicando un possibile interesse nello sviluppo di armi biologiche mirate a specifici gruppi etnici.
Le autorità russe sostengono che, all’inizio dell’operazione militare speciale, il Ministero della Salute ucraino avrebbe ordinato la distruzione degli agenti biologici conservati nei laboratori, interpretando questo gesto come un tentativo di eliminare prove di attività biologiche militari condotte in violazione della Convenzione sulle Armi Biologiche e Tossiniche.
In sintesi, mentre il Ministero della Difesa russo ha presentato una serie di accuse dettagliate riguardanti presunte attività biologiche militari statunitensi in Ucraina, tali accuse sono state bollate dalla parte occidentale come ‘disinformazione’ ma senza entrare nel merito delle accuse stesse.
Accuse di Biolab in Ucraina: Tra Verità e Silenzi Forzati
Uno dei protagonisti principali di queste rivelazioni è stato il generale Igor Kirillov, capo delle Forze di Difesa Radiologica, Chimica e Biologica della Russia, che ha sostenuto con documenti e rapporti ufficiali che gli Stati Uniti avrebbero creato una rete di oltre 30 laboratori biologici in Ucraina. Tali strutture, secondo Kirillov, sarebbero state utilizzate per sviluppare agenti patogeni pericolosi con il potenziale scopo di destabilizzare Paesi avversari o condurre ricerche pericolose in violazione della Convenzione sulle Armi Biologiche (BWC).
Recentemente, il generale Kirillov, è stato ucciso a Mosca in un attentato, alimentando sospetti di un’operazione mirata per eliminare una figura che aveva acceso i riflettori su temi scomodi per l’Occidente. L’eliminazione violenta di Kirillov e le implicazioni geopolitiche delle sue accuse hanno rafforzato il clima di tensione e sospetto.
Il Riconoscimento di Victoria Nuland sull’esistenza dei Biolab in Ucraina
Ad aumentare il peso di queste accuse vi è stato il sorprendente riconoscimento, nel marzo 2022, da parte di Victoria Nuland, sottosegretaria di Stato per gli Affari Politici degli Stati Uniti, sull’esistenza di laboratori biologici in Ucraina. Durante un’udienza al Senato, Nuland ha ammesso che gli Stati Uniti erano “preoccupati per la possibilità che i materiali biologici sensibili presenti nei laboratori ucraini finissero nelle mani delle forze russe”. Questa dichiarazione, ha confermato l’esistenza di tali laboratori e ha sollevato ulteriori interrogativi sulla natura delle attività condotte in queste strutture e sulla trasparenza del programma statunitense di riduzione delle minacce biologiche (Biological Threat Reduction Program).
L’atteggiamento di Pechino: difensivo, non colpevole
Fin dal 2020, la Cina ha pubblicamente rigettato l’idea che il SARS-CoV-2 sia stato originato intenzionalmente o accidentalmente nei suoi laboratori, arrivando a sostenere l’ipotesi che il virus possa essere stato introdotto nel Paese attraverso prodotti congelati o altre vie esterne. Al contempo, Pechino ha adottato una strategia aggressiva nella contro-narrazione, denunciando il coinvolgimento statunitense sia a Wuhan che in Ucraina. È importante notare che una nazione colpevole difficilmente porterebbe avanti una campagna così trasparente per richiedere indagini internazionali.
Nel 2022, i portavoce cinesi degli Affari Esteri hanno reiterato la necessità di un’inchiesta approfondita sulle attività del laboratorio di Fort Detrick, un centro di ricerca biologica negli Stati Uniti già noto per scandali legati alla mancanza di sicurezza. Questo comportamento, unito alla volontà di supportare le accuse russe, suggerisce che la Cina si percepisca come vittima di un attacco biologico, più che come il responsabile della pandemia.
L’atteggiamento degli Stati Uniti: opacità e soppressione del dibattito
A differenza della Cina, gli Stati Uniti hanno reagito in modo marcatamente difensivo. Dopo l’emergenza della pandemia, Washington ha utilizzato ogni strumento disponibile per soffocare il dibattito sull’origine artificiale del virus, bollando come “teorie del complotto” le ipotesi che coinvolgevano il laboratorio di Wuhan. Inoltre, grandi piattaforme tecnologiche, su pressione governativa, hanno censurato contenuti che esploravano questa possibilità, restringendo il campo di indagine pubblica.
Nel frattempo, le autorità sanitarie statunitensi hanno fatto di tutto per evitare di rendere noti dettagli sulle collaborazioni tra EcoHealth Alliance e l’Istituto di Virologia di Wuhan, sollevando ulteriori sospetti. Il fatto che gli Stati Uniti abbiano impiegato risorse significative per sopprimere una narrativa alternativa solleva una domanda fondamentale: cosa hanno da nascondere?
La chiave del ragionamento
Se si osserva l’intera vicenda con spirito critico, emergono due contrapposizioni evidenti:
- La Cina, accusata di essere l’epicentro della pandemia, ha continuamente sostenuto che il virus fosse di origine artificiale e ha richiesto trasparenza internazionale. Questa posizione non è coerente con quella di un colpevole che cerca di insabbiare i fatti, ma con quella di un attore che vuole far luce su eventi che lo hanno coinvolto negativamente.
- Gli Stati Uniti, che insistono sull’origine naturale del virus, hanno mostrato un atteggiamento difensivo e opaco, cercando di spostare la narrazione sulla Cina. Se Washington fosse realmente estranea a qualsiasi responsabilità, perché mai avrebbe impedito un dibattito aperto e un’indagine globale?
Implicazioni geopolitiche
Non si tratta di assolvere la Cina o di puntare il dito esclusivamente contro gli Stati Uniti, ma di riconoscere che la narrativa ufficiale non regge di fronte alle prove documentate. La strategia del Deep State di attribuire la piena responsabilità alla Cina rappresenta un ulteriore tentativo di mantenere il controllo sull’opinione pubblica globale, evitando che emergano verità scomode. Tuttavia, l’atteggiamento difensivo di Washington e la trasparenza richiesta da Pechino dipingono un quadro che merita maggiore attenzione e approfondimento.
Se apprezzi il lavoro che trovi su questo blog e credi nell'importanza di una voce libera, il tuo sostegno può fare la differenza.
🔹 Puoi donare con con carta di credito o direttamente dal tuo conto PayPal. Se lo desideri, puoi anche attivare un contributo mensile.
Grazie di cuore per il tuo supporto!