Countdown nucleare: Israele, Iran e il rischio di guerra globale

  • Sembra probabile che Israele stia preparando un attacco alle strutture nucleari iraniane, ma non è certo se agirà.
  • L’Iran ha minacciato di colpire siti nucleari israeliani in risposta, aumentando le tensioni.
  • Gli Stati Uniti stanno negoziando con l’Iran, ma Israele preferisce soluzioni militari.
  • La Russia potrebbe mediare, come discusso in una recente telefonata tra Trump e Putin.
  • La situazione è complessa, con rischi di conflitto regionale e globale.

La regione mediorientale sta vivendo una fase di escalation conclamata, dove le precedenti regole di contenimento sembrano superate. Secondo quanto riportato dal canale televisivo israeliano Canale 12, Israele è in procinto di finalizzare i preparativi per un potenziale attacco contro le strutture nucleari iraniane. Fonti di intelligence statunitensi, come riportato da (CNN), hanno osservato movimenti di munizioni aeree e la conclusione di esercitazioni militari. Ciò lascia ad intendere che non si tratta solo di misure preventive, ma di un approccio concreto a un’azione militare mirata. Tuttavia, non è chiaro se i leader israeliani abbiano preso una decisione finale, e alcune fonti affermano che queste azioni potrebbero essere parte di una campagna di pressione piuttosto che di un’imminente attacco.

L’Iran ha risposto in modo inequivocabile, minacciando di colpire siti nucleari segreti israeliani in caso di aggressione. Questa minaccia, riportata da (Khaama), rivela un cambiamento di paradigma: Teheran sta passando da una postura puramente difensiva a una strategia di deterrenza paritaria. Questo è particolarmente significativo dato che, secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA), l’Iran ha aumentato le sue scorte di uranio arricchito al 60%, un livello vicino a quello necessario per armi nucleari, portando il paese al limite della capacità di costruire un’arma atomica

Capacità nucleari e storie contrapposte

Israele, dal canto suo, ha adottato per decenni una strategia di ambiguità nucleare, non dichiarando ufficialmente il proprio arsenale, ma è ampiamente riconosciuto come potenza nucleare. Questa ambiguità contrasta con la posizione iraniana, che ha sempre presentato il proprio programma nucleare come civile, pur sviluppando gradualmente competenze tecnologiche avanzate, come l’arricchimento dell’uranio e la produzione di centrifughe avanzate. Secondo (The Soufan Center), i leader israeliani considerano un’Iran nucleare una minaccia esistenziale, mantenendo una posizione di opposizione costante, anche contro accordi diplomatici come il JCPOA del 2015.

Un fatto poco noto è che l’Iran ha recentemente affermato di aver ottenuto segreti nucleari israeliani, una azione che potrebbe essere anche un’operazione psicologica per dissuadere Israele da un attacco.

Ruolo degli Stati Uniti e fallimento diplomatico

Gli Stati Uniti non sono riusciti a raggiungere un’intesa definitiva con l’Iran, offrendo un sostegno tempestivo a Israele. Secondo il (New York Times), l’amministrazione Trump ha proposto un piano che permetterebbe all’Iran di continuare l’arricchimento dell’uranio a bassi livelli (3.67%) mentre si lavora a un accordo più ampio per bloccare la via verso un’arma nucleare. Tuttavia, questa proposta ha incontrato resistenza, con l’Iran che insiste sulla necessità di mantenere capacità di arricchimento, creando un’impasse. Alcune fonti ipotizzano che Israele potrebbe accettare temporaneamente livelli limitati di arricchimento, ma questa posizione non è ancora ufficiale.
Il confronto tra Israele e Iran sta assumendo i contorni di una crisi strutturale, con il rischio che un attacco israeliano possa innescare un conflitto regionale più ampio, coinvolgendo alleati e proxy come Hezbollah e le milizie sciite irachene. Secondo (Bulletin of the Atomic Scientists), un’operazione militare israeliana richiederebbe attacchi su molteplici siti iraniani, inclusi quelli sotterranei, e potrebbe necessitare di supporto statunitense, aumentando il rischio di un’escalation globale.

Possibile Mediazione Russa

In questo scenario, Mosca sembra essere l’unico soggetto con il potenziale per svolgere un ruolo di mediazione credibile. Durante una telefonata il 4 giugno 2025, Trump e Putin hanno discusso non solo della guerra in Ucraina, ma anche del programma nucleare iraniano. Secondo (Al Jazeera), Putin ha suggerito di partecipare a negoziati con l’Iran, un’offerta che potrebbe essere cruciale. Un post di Times of Israel, sottolinea che Putin ha detto a Trump di poter aiutare a chiudere un accordo nucleare, riflettendo l’influenza russa su Teheran e i rapporti pragmatici con Tel Aviv.

Un fatto meno noto è che la Russia ha recentemente dispiegato missili avanzati in Iran, come ha riferito il colonnello americano in pensione Douglas Macgregor. 

Impatti e Rischi Futuri

L’impatto del confronto si estende ben oltre i confini di Israele e Iran, con il rischio che il conflitto esca dai confini regionali per trasformarsi in un focolaio globale di instabilità. Secondo (Atlantic Council), il 2025 sarà un anno decisivo per il programma nucleare iraniano, con scadenze diplomatiche che potrebbero spingere Teheran a decidere se negoziare o perseguire un’arma nucleare. Un attacco israeliano potrebbe accelerare questa decisione, portando a un’escalation che coinvolgerebbe potenze globali.