Dopo una campagna elettorale velenosa, democratici e ultra conservatori hanno mobilitato le piazze perchè gli americani sarebbero caduti in preda all’inciviltà ed all’odio. Ma l’argomento della difesa dei diritti umani è lo stesso che ha causato le guerre in medioriente: chi trascina le folle non è un movimento politico di liberazione ma è lo stesso establishement politico-industriale-militare delle guerre umanitarie.
martedì, novembre 15, 2016 –
di Patrizio Ricci
E’ noto che il nucleo degli agitatori anti-Trump, sia nelle attuali manifestazioni come nelle precedenti, sono stati finanziati da gruppi come MoveOn o il movimento Occupy. MoveOn, che è finanziato dal miliardario George Soros. Il magnate della finanza durante la campagna elettorale presidenziale di Trump, ha orchestrato proteste violente che hanno provocato la cancellazione
di svariate manifestazioni.
Ricordiamo ad esempio, che a Chicago l’11 marzo, centinaia di sostenitori Bernie Sanders si sono infiltrati nell’evento e si sono lanciati in provocazioni violente per impedire che Trump parlasse. Questo tipo di provocazioni sono state chiamate dai democratici e dai media “disobbedienza civile”: sono state una costante in tutti i raduni della campagna elettorale di Trump.
Ma quali sono i contenuti delle attuali proteste? Gli slogan non si si concentrano su punti politici rilevanti ma su generici ‘diritti delle donne’, sulle politiche anti immigrazione e sul pericolo che Trump voglia innalzare un muro lungo il confine con il Messico. Le colonne portanti della propaganda si sostiene su falsi presupposti: inanzitutto è chiaro che ‘i diritti delle donne’ sono temi che sono molto opinabili perchè non sono argomenti oggettivi ma coinvolgono la concezione che si ha della vita. Quindi le posizioni non detonatano inequivocabilmente più o meno libertà ma più o meno rispetto nei confronti della vita. E per quanto riguarda le politiche anti-immigrazione, come ha detto il Professor Niels W. Franzen, direttore di Imigration Clinic, “gli Stati Uniti attualmente deportano tra i 300 e i 400 mila clandestini ogni anno, la presidenza Obama è stata una delle più severe in questo senso con oltre 2,5 milioni di deportati dal 2009 al 2015″ (La Stampa). Infine, Trump non dovrà far innalzare alcun muro. Ne esiste infatti già uno di 3140 km costruito da Bill Clinton, il marito di Hillary, che Obama in 8 anni non ha sfiorato e che, nel 2006, il Congresso a maggioranza democratica ha rafforzato.
La risposta èsemplice: Trump è tanto odiato perché è considerato imprevedibile ed inaffidabile perchè secondo gli ultra ‘neocon’ non ha caratteristiche adeguate. I parassiti guerrafondai sono ossessionati dall’idea di assicurare il dominio americano in tutto il mondo ed in tema di politica estera e di influenza Usa sul mondo Trump vorrebbe un minor attivismo degli Usa. Poco importa loro se l’elezione della Clinton, perseguendo il loro obiettivo egemonico, cioè la linea delle continue provocazioni, avrebbe realisticamente aperto ad un rischio di una guerra nucleare contro la Russia.
E’ così che la disarmante quanto logica affermazione di Trump, “La Russia sta combattendo e uccidendo ISIS, dovremmo sostenerla” scatenata le reazioni furibonde degli ipocriti che chiamano Trump ‘fascista’ ma hanno usato i fanatici anti-Assad per compiere per procura un genocidio in Siria.
In definitiva, Trump con la sua logica elementare e imprevedibilità, rompe le uova nel paniere. Se vorrà governare secondo l’establishement dovrà fare quello che Obama ha dichiarato pubblicamente ieri: Trump “potrà governare a patto che si doti di una buona squadra che lo orienti”. A secondo di chi vincerà vedremo il grado di corruzione nel mondo e il cammino che dovremo fare.
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