Come l’Occidente ha distrutto la Siria: una testimonianza lucida e devastante
Il testo di Rick Sterling, basato sull’intervista a Peter Ford – ex ambasciatore britannico in Siria – rappresenta un’analisi straordinariamente diretta e senza filtri sul crollo della Siria e sul ruolo delle potenze occidentali nel suo destino. Questo contributo è un potente invito a riflettere su come le strategie geopolitiche abbiano messo in ginocchio un intero popolo, distruggendone l’economia e alimentando conflitti interni.
Un esercito logorato dalle sanzioni
Ford, nel corso dell’intervista, sottolinea come le sanzioni occidentali siano state lo strumento chiave per il crollo dell’esercito e del governo siriano: “Nel corso di oltre un decennio, l’esercito siriano si è logorato a causa della drammatica situazione economica, causata principalmente dalle sanzioni occidentali. […] Le sanzioni hanno causato esattamente ciò per cui erano state progettate: far soffrire il popolo siriano e quindi provocare il malcontento.”
Non si tratta solo di una questione tecnica o militare. Ford evidenzia il legame tra il deterioramento dell’economia e il collasso morale: “I soldati siriani, in larga parte coscritti, hanno sofferto tanto quanto qualsiasi comune Siriano a causa della terribile situazione economica.” Questo spiega perché, nonostante una resistenza iniziale straordinaria, l’esercito siriano si sia trasformato in una “tigre di carta.”
Il ruolo dei jihadisti e dei loro sostenitori
Un altro aspetto cruciale toccato nell’intervista riguarda il sostegno diretto e indiretto fornito dall’Occidente ai gruppi jihadisti: “Il leader di Hayat Tahrir al Sham (HTS), Ahmed Hussein al Sharaa […] ha quasi certamente consiglieri britannici dietro le quinte. […] Jolani è un burattino, una marionetta che dice quello che vogliono che dica.”
Questa denuncia è scioccante ma non sorprendente, considerando come spesso gli interessi geopolitici abbiano prevalso su considerazioni morali. Ford sottolinea che gli stessi jihadisti, mentre si consolidavano come forza dominante, hanno instaurato un regime di terrore, con persecuzioni contro cristiani e alawiti: “Le esecuzioni lungo le strade sono la norma. I cristiani nelle loro città e villaggi stanno solo cercando di nascondersi e pregare.”
Il silenzio complice dei media occidentali
Un punto su cui Ford insiste è il ruolo della narrazione mediatica nel distorcere la percezione della realtà in Siria: “I media occidentali si stanno divertendo con questo nuovo genere di porno Assad. Tutto ciò è stato montato per far digerire meglio all’opinione pubblica occidentale il modo in cui l’Occidente va a letto con al-Qaeda.”
Le accuse contro Assad e sua moglie Asma, le storie esagerate sui crimini del governo siriano e il silenzio sulle atrocità jihadiste sono parte di una strategia che Ford definisce “disgustosa e vergognosa.”
Una visione pessimista per il futuro
Ford si mostra estremamente scettico sulle prospettive di ripresa per la Siria: “La vecchia Siria è morta. […] La migliore speranza per il popolo siriano è che possa ottenere un po’ di tregua, ma ci sono grandi ostacoli.” L’embargo sul petrolio e sul grano, il controllo delle risorse da parte degli Stati Uniti e le pressioni di Israele rendono quasi impossibile immaginare una vera ricostruzione a breve termine.
Una testimonianza da ascoltare
Le parole di Peter Ford, raccolte da Rick Sterling, sono una chiamata alla consapevolezza. Questo resoconto, crudo e diretto, mette in discussione le narrative ufficiali e ci costringe a guardare in faccia la devastazione che le politiche occidentali hanno causato in Siria.
Puoi leggere l’intervista completa su Dissident Voice (clicca qui), o in italiano, su ORA PRO SIRIA.