Chiesta l’impiccagione per Mubarak: molti lupi oggi vogliono sembrare pecore.

Date:

primavera d’Egitto

di VietatoParlare.it

Su tutti i giornali oggi si riferisce che per l’ex presidente egiziano Mubarak la pubblica accusa  ha chiesto la pena di morte   perchè durante la rivolta,   fu proprio lui ad autorizzare l’uso di proiettili che uccisero più di  800 persone tra popolazione civile (rapporto contenuto nei verbali delle operazioni della Sicurezza Centrale) .

Lo riportano oggi i  giornali: “Chiesta la pena di morte”  “E’ stato omicidio premeditato” (corriere della Sera) ,  “L’ex presidente alla sbarra per aver ordinato la sanguinosa repressione di piazza Tahrir” ( la Stampa )

Così ha sentenziato l’accusa:

“La punizione  è la soluzione. Un giudice giusto deve emettere una sentenza di morte per questi imputati. Sentiamo gli spiriti dei martiri volare sopra questa aula di giustizia sacra. E coloro che hanno perso la vista a causa delle pallottole degli imputati stanno inciampando per raggiungere il giudice e chiedere un castigo equo per coloro che li hanno attaccati. La nazione e il popolo sono in attesa di una parola di giustizia e di rettitudine”.(fonte La Presse)

(…) Il processo, iniziato il 3 agosto scorso, ha visto l’ex presidente portato ripetutamente in aula in barella e il susseguirsi in tribunale di testimoni illustri, come il maresciallo Hussein Tantawi, attuale capo della giunta militare al governo. (…) (fonte La Presse)

Il malcontento, la disoccupazione,  l’inflazione,  la corruzione, tutti i proventi della ricchezza del paese in mano di pochi, ha portato la gente in piazza a ribellarsi sulla scia delle altre rivolte nell’area. Nel caos delle proteste naturalmente le  situazioni  caotiche, anarchia,  saccheggi , occupazione di edifici del governo, macchine della polizia e caserme bruciate erano state innumerevoli. Riporto un episodio emblematico:  al Cairo , Wael Farouq, professore universitario, si schierò con i suoi studenti a difesa  del museo egizio nel tentativo di saccheggio  da parte di “teppisti” (Avvenire –  pag. 3 – 5 gennaio 2012).

La rivolta la conosciamo, ma i metodi repressivi e brutali sono continuati anche dopo, la gente ha continuato a morire per manifestare, e ricordiamo:

ottobre 2011: assalto ingiustificato da parte delle forze di sicurezza egizie ai manifestanti copti  (20 morti e 200 feriti) ,

dicembre 2011:

– sanguinose repressioni  ( 14 morti e 500 feriti ) con uso  anche di proiettili veri ,

– il “cacciatore di occhi” sparava mirando agli occhi

– i “test di verginità eseguiti sulle manifestanti arrestate”,

Allora, certamente oggi l’Egitto non appare affatto un paese pacificato, tenuto com’è da una giunta militare e sempre con gli stessi problemi di prima anzi peggio, gli stessi militari che nel luglio 1952 sotto il controllo dei cosiddetti “ufficiali liberi” depose re Farouk e che l’11 febbraio 2011, circa 59 anni dopo,  hanno deposto il presidente Hosni Mubarak sembrano quantomai desiderosi di tenere il potere o almeno di esserne “garanti”.

Ritengo che prendere Mubarak come capro espiatorio è commettere un’altra ingiustizia. Non è un bel modo di cominciare e quelle frasi dell’accusa che ho citato all’inizio sono condite da retorica e mi danno raccapriccio. Non è una giustizia diversa da quella che ha fatto chi  si vuol punire. Anzi non sa vedere neanche il presente in cui non è cambiato nulla. Con Mubarak (84 anni)  in carcere i metodi non sono cambiati . Anzi si era persino tentato di legittimare le ultime repressioni paventando “forze oscure” che vogliono sabotare la rivoluzione. E nei giorni delle uccisioni dei copti la televisione di stato aveva aizzato la popolazione contro di essi. Non c’è da rallegrasi.

Ricordiamo infine che se Mubarak ha governato con il pugno di ferro, tutti questi anni , è stato con il “placet” di USA ed Europa. Probabilmente perchè è stato inoltre il principale mediatore di pace tra israeliani e arabi, e tra i palestinesi stessi, insomma per anni è stato un elemento di  stabilità nell’area ed amico dell’occidente. Aveva subito almeno sei attentati, e il fondamentalismo islamico era sempre fortemente represso.

Un dittatore. Ma chi è stato arredatore di un dittatore di simil fattura per 30 anni? In realtà cli USA hanno fornito appoggio  economico e militare ,  60 miliardi di dollari di aiuti sono stati elargiti dagli USA a partire dal 1982.   E chi, così attento dei diritti umani portava sospetti terroristi in Egitto per subire interrogatori tramite tortura? Gli stessi che a gran voce ora chiedono democrazia per il popolo.

Gli Stati Uniti hanno appoggiato per lungo tempo il regime e successivamente hanno favorito la ” rivoluzione” con Fondazioni presenti in Egitto, con manovre finaziarie e l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità (in larga parte importati dall’Egitto) e infine come abbiamo visto con un appoggio aperto alla rivoluzione, ci sono parecchie fonti che provano questo, riporto ad esempio l’articolo pubblicato il 28 gennaio 2011 sull’edizione on line del quotidiano britannico The Telegraph dal titolo “Americas secret backing for rebel leaders behind uprising” (visibile qui: Telegraph) ; la notizia è riportata anche dal quotidiano Repubblica ; ancora sul New Jork Times in  articolo dal titolo “Secret Report Ordered by Obama Identified Potential Uprisings”  quest’ultimo rivela che il presidnte Obama già dal 2010 aveva pensato di ricorrere alla piazza per rovesciare il regime egiziano. Infine altre prove del coinvolgimento di Washinton : nell’autunno 2008 oppositori e blogger si sono riuniti al Dipartimento di Stato americano per promuovere un’Alleanza democratica allo scopo di rovesciare il regime di Mubarak .

Se parliamo di democrazia nell’area non si salverebbe nessuno , neanche la Turchia se consideriamo che almeno 100 giornalisti sono in carcere per aver parlato del genocidio degli armeni e che la guerra contro i curdi ha causato finora 45.000 morti. No, non sono i principi democratici ad avere soprafatto Mubarak, quelli hanno mosso la popolazione , ma molti lupi oggi vogliono sembrare pecore.

 

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

More like this
Related

Perché era importante il ponte di Baltimora, ora distrutto?

Come avete potuto notare, non appena si è venuti...

Ma in che mondo ci stanno portando?

Verso quale realtà ci vogliono portare? Non è una...

L’Occidente e la negazione della Pace che confligge con il desiderio dei popoli

In un mondo segnato dal drammatico conflitto tra Russia...

Trump subisce gli effetti del passaggio dalla democrazia alla oligarchia nel mondo occidentale

La Corte d'Appello statale di New York, composta da...
Exit mobile version