Certe notizie umiliano: gli USA avvisano la Turchia che sono stati i russi a uccidere i loro soldati

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Il segretario di Stato Pompeo mette ‘amichevolmente’ in guardia la Turchia: ad uccidere i soldati turchi sono stati russi.  “Così ora i turchi si incazzano – avrà pensato Pompeo eX direttore CIA – e i russi sono ostacolati nel far rispettare gli accordi, così non si attuerà la liberazione dell’autostrada M4.  E soprattutto non riusciranno a mettere al sicuro la propria base aerea di Hmeimim.

Pompeo ha avvisato Ankara che i russi sono ‘così cattivi’.

Parafrasando, Pompeo in una conferenza stampa presso il Dipartimento di Stato ha detto questo: “Non è giusto che hai fatto concordato il cessate il fuoco con loro. Dovevate ancora sostenere al Qaeda, ovvero i ribelli moderati. Vi hanno bombardato perché avete partecipato con unità miste (insieme ai terroristi) nel tentativo di riprendere tutto il territorio siriano precedentemente riconquistato? Non importa. Hanno ucciso dozzine di vostri soldati”.

L’intervento di Pompeo di questo genere è solo il secondo. Il primo lo ha fatto l’inviato speciale per la Siria Jeffrey lo stesso giorno che a Mosca  è stato sancita la tregua, valida per la provincia di Idlib in Siria.

Ma perché gli USA insistono ad intervenire così a gamba tesa in una situazione così delicata e chiara? Tanto chiara che anche il portavoce della coalizione anti-ISIS a guida statunitense ‘Inherent Resolve USA, Colonnello Myles Caggins, has detto questo: “La provincia di Idlib sembra essere una calamita per i gruppi terroristici (…) che sono un “fastidio, una minaccia” per le centinaia di migliaia di civili in Siria.

C’è una sola risposta a questo: gli Stati Uniti vogliono nuocere a Mosca. Non piace loro il legame con Ankara. Inoltre, ora che una parte significativa della Siria è al sicuro e la principale base russa in Siria di Hmeimim – afflitta dagli attacchi di droni dei ribelli liberi’ , non lo è: gli USA vogliono che tutto continui così, a tempo indeterminato.

Per questo con le sue parole Pompeo cerca di far presa sull’opinione pubblica turca e sul suo nazionalismo dell’opinione pubblica turca. Spera di ferire l’orgoglio dei turchi e che questi costringano Erdogan a fare un passo indietro.

Ma è mai possibile? Detto così – forse penserete , il tutto appare un po’ naif . E’ questa infatti la parte più grottesca della storia. Come la celebrazione fatta dai nostri giornali e media televisivi dell’anniversario della ‘rivoluzione siriana’ . Hanno detto in fondo: “Lo Zio Sam, aiuta gli europei contro russi e siriani” e nessuno ha fatto una piega.

Beh, non so se ancora tutti credano alle loro menzogne ma loro continuano lo stesso a parlare. Hanno in mano tutti i mezzi di comunicazione e disperano di non avere ancora le nostre menti, per questo censurano le idee diverse su facebook e nei residui spazi di partecipazione democratica.

Ma forse gli USA – che sperano sempre nelle rivoluzioni arancioni ( e se mancano le creano) – cercano come sempre il risentimento ed il malcontento interno in Turchia. E’ la loro tattica comune che non è stata però vincete, se escludiamo i disastri che ha prodotto in tutto il pianeta.

Altrimenti , escluso il furor di popolo, (magari sospinto un po’) Erdogan in questa congiuntura che vede il crollo dei mercati finanziari, l’indebolimento di tutte le valute, i turchi sono ancora sotto sanzioni, la stagione turistica in discussione che motivo avrebbero per abbandonare il vicino russo a favore degli USA?

“Il destino degli imperi” di Sir John Glubb afferma che le potenze mondiali, gli imperi, attraversano lo stesso ciclo. Prima l’espansione nazionalistica, poi l’avidità si insinua e divora i fondamenti, poi vanno infine vanno in decadenza.

Antichi imperi di successo come i romani, gli ottomani, gli inglesi, i Qing, i Mughal, ecc., tutti soffrirono ad un certo punto di un complesso di superiorità all’apice del loro potere Non si resero conto che la loro situazione non era così stabile e sicura come pensavano. I romani pensavano di poter tradire Odoacre e uccidere i loro alleati gotici e cavarsela, portando Roma alla vittoria. La dinastia cinese Qing non prese sul serio gli europei fino alle guerre dell’oppio. Tutti gli imperi pensavano che la loro cultura, l’organizzazione del governo e le loro tecnologie fossero superiori agli altri.

Allo stesso modo sembra che tutto questo si stia ripetendo.

Non potremmo pensare altrimenti , vendendo l’arroganza ripetersi puntuale, in modo scontato, infantile e cinica, persino prevedibile.

patrizioricci by @vietatoparlare

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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