Cattiva coscienza, non ‘errori’.

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Tutta la cronaca politica interna ed internazionale è dominata dalla menzogna. Perchè a tanto garantismo dei ‘diritti’ nella vita corrente mai come oggi è messa a rischio la stessa possibilità di sopravvivenza di interi popoli, la stessa possibilità di sopravvivenza del genere umano? Siamo realmente come nell’imminenza di una catastrofe nucleare mondiale, a cui gli stessi organismi che abbiamo creato per la nostra tutela , ci stanno portando a grandi passi.

di Patrizio Ricci

La guerra al terrore scatenata dopo la strage dell’11 settembre ha fatto più morti del terrore stesso.  Nei paesi liberati non sono rimasti più uomini  ma sopravissuti. Mai come oggi le minoranze sono perseguitate e la stessa esistenza dell’Unione Europea è messa in forse. Mentre la stessa fronteggia la Russia nella difesa del regime corrotto ucraino (nato da un colpo di stato appoggiato dagli USA ) la Libia è scomparsa. E  la Siria, un paese il cui leader nel 2010 è stato premiato dal presidente Napolitano ‘per esempio di democrazia e laicità’,  è in una guerra che da 4 anni ripropone la fotocopia dello scenario afgano contro l’Unione Sovietica.

124954Non sono le notizie che mancano. Le notizie corrono. Le leggi  cercando di colmare il ‘digital divide’. Le aeree ‘wifi’ sono dovunque. Si guida con il cellulare in mano. Si comunica in ogni istante. Non ne possiamo fare a meno… Ormai tutti voi sapete cosa è successo e cosa sta succedendo in ogni istante ma allora, perchè ci sentiamo impotenti davanti a tutto quello che succede?

E’ vero sentire di tante notizie di stragi, attentati, odio religioso, ci angoscia. Ma non facciamo le vittime: usare facebook, twitter, i moderni mezzi a nostra disposizione in maniera futile  è una precisa scelta. Certo, solo per alcuni, probabilmente non per chi mi legge.

Comunque, almeno in parte , il nostro senso di impotenza è volutamente indotto e si è generalmente in buona fede: nessuno di chi fa informazione spiega mai il perchè certe cose avvengono a meno che non sia funzionale all’orientamento del proprio governo.  Ci vogliono far sembrare che la realtà sia più complessa di quanto effettivamente lo sia. Ci comunicano che le cose accadono sono ineluttabili e che per noi l’unica salvezza è tra le mura di casa propria, nei rapporti con gli amici, con i colleghi di lavoro, nelle piccole gioie e piaceri della vita.

Del resto che ci possiamo fare? Le guerre sono contro il terrore, ci dicono. Ci lasciano credere che tutti i problemi economici che ci assillano sono dovuti ai disonesti, ai ladri, ai politici perchè sono una casta privilegiata, corruttibile e corrotta. Ma non è così. La verità è che all’origine di tutti i vostri mali ci sono le fondamenta su cui si regge il nostro vivere che non ha più nessun principio morale.

Penserete che non è così,  che i vostri sentimenti sono buoni. Ed è vero ma il problema è che nessuno decide da sè più alcunchè nella maggior parte delle scelte importanti della vita. La politica si riserva di decidere sempre di più  per voi anche nella vostra sfera esistenziale ma mai la maggior parte di voi ha contestato. Anche chi è animato da buone intenzioni ed è capace di protestare per leggi inique come quella Cirinnà, spesso sottovaluta tutto il resto. Non ne coglie le analogie pervasive nelle altre sfere della politica e la stessa logica in ogni ambito della vita.

Ma dovreste saperlo: non basta che tutto sia normato perchè sia vero e non sia pericoloso. Per la difesa della famiglia e dei bambini sabato sono scese in piazza fino a 2 milioni di persone. Ma nel frattempo , da lungo tempo,  coloro che abbiamo eletto, hanno già preso un certo tipo di decisioni, secondo una logica distruttiva. Non fanno leggi per il bene comune ma per porre divieti e riformare, cambiare la mentalità della gente, cambiare la tradizione, riformare l’uomo. E’ per questo che oggi il governo dice alle famiglie convenute al Circo Massimo ‘avete esercitato un vostro diritto, bene‘ ma ‘noi andremo avanti lo stesso‘: è da anni che fanno così, che fanno in questo modo.

I nostri leader dicono ‘non possiamo essere il fanalino di coda dell’Europa’. Ma in più di un caso essere ‘fanalini di coda’ ci avrebbe salvati.  C’è una conseguenzialità in tutto ciò che accade. E se avessimo preso certe decisioni anzichè altre, non sarebbero nate le ideologie ‘gender’  che nulla hanno a che fare con il bisogno dell’uomo: non saremmo dovuti scendere in piazza se avessimo sempre difeso la verità. Non saremmo dovuti scendere in piazza se non avessimo lasciato avanzare il deserto.

Invece non  ci siamo mossi fin quando non ci hanno attaccato dentro le nostre case, nel tentativo di farci diventare altro. Era solo l’atto finale per completare l’opera: è per questo che non si capacitano del nostro sussulto di dignità. Non abbiamo una responsabilità diretta di ciò che è successo ma abbiamo permesso che il nemico, il vero nemico, prendesse piede.

Al Circo Massimo, sul palco gli organizzatori hanno detto tutti ”non siamo contro gli omosessuali” e ‘non siamo qui per un contro”. E’ lodevole scendere in piazza per affermare una presenza, una realtà positiva: è giusto, non siamo ‘contro’ ma un nemico c’è. Non sono i nostri politici, loro hanno solo la responsabilità di essere vili,  burocrati a cui è concesso solo alcune deroghe da ciò che è in agenda. Come Ponzio Pilato.

La domanda è: come siamo arrivati a questo punto? L’ho già detto: all’origine di tutti i vostri mali ci sono le fondamenta su cui si regge il nostro vivere che non ha più nessun principio morale.
Era nella nostra tradizione il bene.  Il principio morale è qualcosa a cui senti di appartenere. E’ una famigliarità con il Mistero. Dà un senso alle cose e la nostra umanità è accolta. Il sacro che entra in rapporto con la vita. Era la nostra tradizione vissuta. Popolare è il principio del bene che agisce dove non si vede. E’ l’essere che si comunica.  E’ come il palazzo in laguna, a Venezia. Il suo stato di salute non si vede da ciò che emerge ma da ciò che è sommerso. Dai pali messi uno ad uno. Ed il buon amministratore del bene pubblico sa che è lì che deve agire. Deve prendersi cura che si conservino bene le fondamenta. Le fondamenta reggono tutto lo splendore che  ammiriamo.

Ma chi esercita il potere ora non si cura di questo. Passano tutto il tempo a cambiare le strutture stesse di potere perchè non cambi nulla, perchè la realtà si riformi secondo la propria ideologia nichilista. E’ anche colpa nostra. Sulla guerra di Libia noi sappiamo ormai tutto. Hanno detto ‘ stato un errore’ ma l’aver fatto uno sbaglio con altri , un crimine con altri,  nella nostra coscienza e nella nostra legislazione non è meno  deplorabile e punibile che aver agito da soli. Uccidere con un esplosivo invece che con un coltello non rende la cosa  meno sanzionabile. Allora perchè è potuto accadere che si sia liquidata una guerra sbagliata, una guerra di aggressione contraria alla nostra Costituzione, ai nostri principi cristiani, ai nostri principi laici, alla nostra coscienza con un laconico ‘è stato un errore’?   ‘E’ stato un errore’  ha la stezza accezione del  ‘ho bruciato il sugo sul fornello’: una disattenzione, una leggerezza.

Si è trattato di una colpevole mancata valutazione, una indecente sfacciataggine cui fa da sfondo l’assoluta indifferenza della gente? No, niente di tutto questo: è più grave.  Perdonatemi, probabilmente la maggior parte di voi non l’ha ancora capito: la guerra di Libia è andata bene. E’ andata esattamente come doveva andare: quel paese doveva essere annientato. Doveva diventare esattamente com’è oggi:  ingovernabile, uno stato fallito in cui ognuno ora può fare giustificare la propria presenza e fare tutti gli interventi e le operazioni che vuole.

Quando è arrivato il turno della Siria, doveva andare allo stesso modo. Non è questo il momento di elencare per quali interessi, lo abbiamo fatto abbondantemente in precedenza in molti articoli e con molta documentazione.  Comunque, si è ripetuto tutto allo stesso modo. L’obiettivo è che la Siria diventasse come la Libia. Ma la ciambella non è riuscita con il buco perchè si sono messi di mezzo ‘quei retrogradi’ dei russi che non sono dalla parte del ‘progresso’ e ‘dalla parte sbagliata della storia’ (come ha detto Obama)…

Quella cattiva coscienza è la stessa che ha scelto  ‘i negoziatori’ di Ginevra e che detta la loro ‘agenda’. Dalla parte dell’assalitore c’è un impero economico, che ha deciso che preserva con la forza una posizione preminente a danno di altri. Così procedendo, le differenze tra bene e male si sono assottigliate fino a scomparire, fino alla necessità di mentire. E’ un nuovo ordine mondiale che prospera sulla sopraffazione. Il male è nelle fondamenta e le istituzioni che stanno venendo sù in Europa ne sono affette, sono asservite a quel ‘nuovo’ ordine. L’Unione Europea non viene consolidata per il nostro bene ma bensì per ‘picchettare’ un impero che considera nemico chiunque contenda il proprio ‘status quo’.

L’unico modo per far fronte a questa situazione sarebbe ricominciare dall’io ma allo stato attuale è un compito improbo, dato lo smarrimento in cui è piombato. Però solo dal destarsi si potrà avere l’umiltà, il coraggio e la forza  di ricominciare. Non aspettiamoci cambiamenti dall’alto, i nostri leader politici si sono dimostrati incapaci di rinunciare al giogo delle alleanze: solo rassicurati  da forti e terrene alleanze hanno potuto dire ‘ è stato un errore’ e non ‘ho fallito‘, ‘sono io un fallimento‘;  è per questo che ho scelto quell’immagine con la scritta in apertura. Ci hanno mentito su molte cose e ci continuano a mentire. Io  stesso ve l’ho dimostrato quante volte hanno mentito… la loro scelta di campo è una scelta di morte che non permette di cambiare nulla.

Tra il male ed il bene hanno scelto il male, i promotori dei ‘nuovi diritti’ hanno desertificato interi paesi. Lo stanno facendo con una base giuridica. Questa ‘base giuridica’ si chiama Onu, un ente sovranazionale molto manipolabile dal suo più grande finanziatore: gli Stati Uniti.

Ieri l’attentato a Damasco, è l’ultimo di 4 anni di attentati: non differisce dai tanti altri, identici nelle conseguenze e negli obiettivi, compiuti da tutte le varie sigle che negoziano con il ‘regime’.  Alla gente va una miseria imposta per legge dalla Comunità Internazionale, che in 4 anni di guerra ha speso in armi una cifra che avrebbe ricostruito il paese 1000 volte .

La volontà dei siriani è nota da tempo, è una volontà di pace. Ma la Comunità Internazionale dice che chi aspira realmente alla pace e non è armato, ‘non è rappresentativo del popolo siriano’. E’ per questo che le Nazioni Unite hanno accetato come rappresentante ai negoziati, Mohammed Alloush, il leader politico di un gruppo terrorista.

In tutto questo caos, la differenza la possiamo fare solo noi ormai. Perchè a questo punto non si tratta di azioni o leggi inique ma di fondamenta corrotte.  E’ una malattia autoimmune: il cappio agisce ogni volta che siamo disubbidienti e  sarà stretto per indurci ad essere più remissivi e disciplinati. Quindi le cose potranno cambiare solo nella misura in cui capiremo che bisogna uscire da un sistema di alleanze che ci sta uccidendo. Queste alleanze hanno provocato la guerra di Libia, la guerra di Siria e prodotto mostri: abolirle o almeno riformarle ha la stessa urgenza della legge Cirinnà.

Il potere vuol risolvere i problemi con la stessa mentalità che li ha creati.  Per forza di cose è una mentalità che esclude e che crea catastrofi. Vuole convincerti che la propria strada è quella giusta, che le rovine di Libia e Siria sono segno di amore e giustizia. E’ un potere che ha immense risorse create dal nulla e che mente per preservarle. Il suo progetto ha bisogno di pretesti, di nemici  e perciò per andare avanti deve barare, essere violento, creare paure e mostri.  E possedendo uno strumento finanziario enorme (fondato sui privilegi, sul nulla, che fiorisce sulle speculazioni e sul debito e non è fondato sul lavoro ) lo usa per imporre il proprio dominio, assoggettare, sovvertire ed accrescere la propria macchina da guerra.

In questo contesto, vedere parte della Chiesa che non si sta rendendo conto del perchè il terreno manca sotto i piedi, vuol dire che occorrerà arrivare ancora più in fondo prima di capire che la fede non va divisa dal sociale e dal giudizio di tutto.  Ormai i rapporti tra gli uomini sono condizionati in ogni ambito,  l’uomo è in balia del potere e tutto questo è fatto ‘industrialmente’. Senza un giudizio anche sulla storia, sulla giustizia sociale, sulle forme politiche che stanno negando le nostre radici e la nostra cultura cristiana dovremo tornare nelle catacombe. Se è necessario, lo faremo ma (come qualcuno già ha ha detto): non diciamo ‘grazie’ e diamo un accenno di resistenza almeno…

 

 

 

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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