Caso Almasri: Giorgia Meloni indagata per favoreggiamento e peculato.
Avviso di garanzia anche per Piantedosi, Nordio e Mantovano in relazione al rimpatrio del cittadino libico.
La vicenda è assurda sotto molti aspetti. L’accordo con le autorità libiche risale al 2017, quando fu negoziato dal governo Gentiloni con i gruppi terroristi di Misurata indifferentemente macchiati di crimini. Già allora, tale intesa era stata stipulata in un contesto ambiguo e discutibile, con molte ombre sulla legittimità di collaborare con attori di dubbia natura.
Oggi, l’Italia ha ribadito la propria scelta di campo sostenendo il governo di Tripoli anziché il generale Haftar, schierandosi di fatto con forze vicine al terrorismo. Eppure, adesso ci si scandalizza per il rimpatrio di un ricercato dalla Corte Penale Internazionale (CPI), ignorando il quadro di illegittimità che permea l’intera vicenda e su cui, da anni, tutte le forze politiche scelgono di tacere.
Ciò che colpisce, tuttavia, è l’attivismo della magistratura italiana in una situazione così delicata e intricata sul piano geopolitico. La Meloni, in questa fase storica, potrebbe rappresentare un elemento chiave per l’Europa rispetto alla nuova postura dell’America di Trump, dato che il governo del MAGA ha manifestato un trattamento favorevole a un rafforzamento delle relazioni transatlantiche con il governo Meloni. Interrogarsi sull’interesse nazionale in questa vicenda è inevitabile: dov’è, e chi lo sta difendendo?
La decisione del governo Meloni di rilasciare il generale libico appare chiaramente come una scelta politica che segue una posizione di campo – a mio giudizio opinabile – ma presa precedentemente ed in modo bi-partisan. Ma appunto per questo è legittimo che la magistratura intervenga in modo così solerte su una questione di tale portata, addirittura prima che stessa CPI abbia preso una propria iniziativa?
La vicenda è complessa e meriterebbe ulteriori approfondimenti. Tuttavia, questi elementi sono già sufficienti per mettere in luce le contraddizioni di un sistema italiano che, dopo la postura assunta nel contesto della guerra Libia prima e in Ucraina poi, si è rivelato apertamente e in modo conclamato incapace di tutelare l’interesse nazionale.
A meno che, dietro tutto questo, non si nasconda anche una ‘manina’ proveniente da Bruxelles.
@vietatoparlare