Card. Burke: i Sinodi hanno il solo scopo di promuovere la missione della Chiesa non di cambiare la dottrina

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fonte:  First Things – intervista rilasciata dal card. Raymond Leo Burke al giornalista e scrittore Schrab Ahmari (opinionista del New York Post) sui due principali eventi ecclesiali che stanno calamitando l’attenzione e l’allarme dei fedeli: il sinodo tedesco e quello pan-Amazzonico. 


Introduzione

Mezzo millennio dopo la Riforma, i tedeschi stanno di nuovo creando problemi alla Chiesa romana. Questa volta, i vescovi cattolici tedeschi hanno deciso di riformare la Chiesa secondo la loro immagine liberale.

Questa settimana l’episcopato tedesco  ha adottato un quadro statutario per gestire la sua prossima “Assemblea sinodale”. L’agenda  includerà la  revisione dell’ “Insegnamento della Chiesa sulla morale sessuale, il ruolo delle donne negli uffici e ministeri della Chiesa, la vita e la disciplina sacerdotale e la separazione dei poteri nella guida della Chiesa “. E affinché non ci siano dubbi sulla direzione che la maggioranza mira a prendere in questi ambiti, i vescovi hanno redatto gli statuti con il Comitato centrale dei cattolici tedeschi, una struttura laica che sostiene l’ordinazione delle donne, la fine del celibato sacerdotale, e varie altre concessioni alla rivoluzione sessuale.
Queste mosse hanno incontrato, a Roma, la forte disapprovazione di un ampio spettro del giudizio ecclesiale. Papa Francesco ha chiesto ai tedeschi di concentrarsi, nel loro sinodo, sull’evangelizzazione. La Congregazione per i vescovi ha definito “non valido” il “percorso sinodale vincolante” della Germania. E i prelati tradizionalisti, in particolare il cardinale Raymond Leo Burke, sono sul piede di guerra – in risposta sia al processo tedesco che all’imminente Sinodo dei vescovi per la regione panamazzonica, anch’esso fortemente guidato dai tedeschi.

Quali sono le poste in gioco, per la Chiesa e il Vangelo? I processi tedesco e amazzonico possono essere fermati? Per scoprirlo, la scorsa settimana sono andato a trovare il cardinale Burke nel suo appartamento nelle vicinanze di Piazza San Pietro. L’intervista risultante è stata ripresa in tutta la sua integrità e chiarezza. (Schrab Ahmari)

Testo dell’intervista al Card. Raymond Leo Burke

Eminenza, il “percorso sinodale vincolante” dei vescovi tedeschi è collegato al prossimo Sinodo pan-amazzonico?
Sono molto legati. Infatti, alcuni dei grandi sostenitori dell’orientamento dell’Instrumentum laboris del Sinodo amazzonico sono vescovi e sacerdoti tedeschi. E alcuni vescovi in Germania hanno manifestato un inusuale interesse per questo Sinodo amazzonico. Per esempio, il vescovo Franz-Josef Overbeck di Essen ha detto che “nulla sarà più lo stesso” dopo il processo sinodale amazzonico; secondo lui la Chiesa sarà completamente cambiata.

Il “percorso sinodale” della Germania è ecclesialmente valido?

Non è per nulla valido. Ciò è stato reso ben chiaro. …Nella lettera ai vescovi tedeschi, il cardinale Marc Ouellet della Congregazione per i vescovi [ha detto ai tedeschi] che stanno intraprendendo un processo che si pone fondamentalmente al di fuori dalla Chiesa, in altri termini stanno cercando di creare una chiesa a loro immagine e somiglianza. Per quanto mi riguarda, questo cammino sinodale in Germania deve essere fermato prima che ai fedeli derivi un danno ancora più grande. Hanno già iniziato e insistono sul fatto che non si possa fermare. Ma stiamo parlando della salvezza delle anime, il che significa che dobbiamo prendere tutte le misure necessarie.

Cosa motiva la spinta dei vescovi tedeschi, sia nel loro Paese che in Amazzonia?

I vescovi tedeschi credono di poter ora definire la dottrina, il che è una cosa falsa. Altrimenti, ci ritroveremmo con un intero gruppo di chiese nazionali, ognuna con le proprie preferenze per quanto riguarda la dottrina e la disciplina. La cattolicità della Chiesa cattolica è esattamente ciò che è a rischio. La Chiesa cattolica è una chiesa che ha una fede, un sistema sacramentale e una disciplina in tutto il mondo, e quindi non abbiamo mai pensato che ogni parte del mondo avrebbe definito la Chiesa secondo culture particolari. Questo è ciò che viene suggerito in questo Instrumentum laboris dell’Amazzonia e in Germania.
Essi dicono che la regione amazzonica è una fonte di rivelazione divina, e quindi quando la Chiesa vi si reca nella sua potenza missionaria, dovrebbe imparare dalla cultura; il che nega il fatto che la Chiesa porta il messaggio di Cristo, l’unico che è la nostra salvezza, e indirizza questo messaggio alla cultura, non viceversa! Quindi sì, ci saranno elementi oggettivamente buoni nella cultura, in quanto coscienza e natura indicano la rivelazione; ci sono cose nella cultura che risponderanno immediatamente all’insegnamento della Chiesa. Ma ci saranno altri elementi che dovranno essere purificati ed elevati. Perché? Perché solo Cristo è la nostra salvezza. Non ci salviamo da soli, né individualmente né come società.

Ma i fautori del processo amazzonico dicono che ci sono troppo pochi sacerdoti nella regione amazzonica.
Per questo abbiamo bisogno di far crescere sacerdoti per le missioni, e in secondo luogo, abbiamo bisogno di coltivare vocazioni tra gli stessi popoli indigeni. Nel giugno 2017 ho visitato il Brasile e la mia visita si è svolta con un arcivescovo, già vescovo per più di un decennio nel territorio Pan-Amazzonico. Gli ho posto direttamente questa domanda, perché già allora si parlava di relativizzare l’insegnamento della Chiesa sul celibato per reclutare più sacerdoti. E mi ha detto che durante il suo vescovado si è dedicato soprattutto allo sviluppo delle vocazioni, e che ce n’era un buon numero.
Diceva molto chiaramente: “Non è vera l’idea che la gente di questa regione non comprenda la perfetta continenza richiesta ai sacerdoti o che non vi risponda. Ciò non è affatto vero”. Ha detto: “Se insegni loro il celibato di Cristo stesso e quindi l’adeguatezza del fatto che siano celibi anche i suoi sacerdoti, possono certamente comprenderlo”. Gli amazzonici sono esseri umani come te e me, e possono ordinare le loro vite con l’aiuto della grazia di Dio.

Una puntualizzazione più ampia fatta dai sostenitori dei processi sia tedeschi che amazzonici è che la condizioni nel mondo moderno implicherebbero maggiori difficoltà per sostenere l’insegnamento morale della Chiesa e la sua disciplina, sia che si tratti del celibato sacerdotale che del divorzio e di un nuovo matrimonio per i laici.
Ho partecipato al Sinodo dei vescovi sulla famiglia/2014, e questo argomento è stato usato specificamente per quanto riguarda i divorziati e la loro possibilità di contrarre un cosiddetto secondo matrimonio. È stato un cardinale tedesco a dire che l’insegnamento della Chiesa sul matrimonio è un “ideale”, che non tutti sono in grado di realizzarlo, e quindi dobbiamo dare la possibilità di contrarre un secondo matrimonio a coloro che falliscono nel primo.
Ma l’errore fondamentale è che il matrimonio non è un ideale! È una grazia. Il matrimonio è un sacramento, e chi si sposa, anche la persona più debole, riceve la grazia di vivere secondo la verità del matrimonio. Cristo, con la sua venuta, ha vinto il peccato e la sua conseguenza, che è la morte eterna. Egli ci dona, dal proprio essere, dal proprio corpo glorioso, la grazia dello Spirito Santo per viverla nel matrimonio.
Dio ci dà la grazia, che siamo sposati o celibi. Cristo stesso ne è l’esempio. Non si è sposato. Ha scelto la continenza perfetta per essere per tutti, per essere il salvatore di tutti. Così egli mostra la cooperazione con la grazia per quanto riguarda l’aspetto sessuale del nostro essere. Così il clero celibe è anche un grande incoraggiamento per gli sposi. Perché non è facile neanche essere sposati. Non è facile essere fedeli. Non è facile neanche dare tutta la propria vita, essere sposati fin quando la morte non ci separi. E allo stesso modo, non è facile abbracciare la grazia della procreazione. Quindi c’è questo grande mistero della grazia divina nella nostra vita, ed è questo che qui manca. C’è un’influenza molto forte dell’idealismo tedesco, delle visuali storicistiche hegeliane.

Ma la nostra cultura iper-sessualizzata non rende molto più difficile aderire agli insegnamenti morali della Chiesa? A volte penso che per i grandi santi sia stato molto più semplice, sia perché erano di clausura, sia perché, quando sono usciti dal mondo, non si sono trovati di fronte a un’atmosfera così “pornografizzata”.
Ma anche Sant’Antonio del deserto subì queste tremende tentazioni. Vedeva immagini di donne nude nel suo eremo. Una delle nostre difficoltà nella vita è che a volte ci permettiamo di vedere cose peccaminose: Questo è il grande male della pornografia. Vediamo immagini che restano in noi e poi restano fonte di tentazione. Ma in tutto questo, Dio ci dà la grazia di combattere queste tentazioni. San Paolo dice all’inizio della lettera ai Colossesi: “Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo”. Non c’è nulla che manchi nelle sofferenze di Cristo, se non che dobbiamo unirci ad esse.
Questo è il mistero. Molti oggi, per via dei progressi della scienza e della tecnologia, pensano che la vita dovrebbe essere sempre più facile e conveniente, e portano questa mentalità nella Chiesa. Quindi, se c’è un insegnamento difficile, dicono semplicemente: “Beh, non può essere giusto. Deve essere giusto fornicare o qualsiasi altra cosa”.

Eminenza, torniamo alle strutture giuridiche coinvolte: Che cos’è un sinodo? Qual è il suo status giuridico o canonico all’interno delle strutture della Chiesa?
Il concetto è sempre lo stesso. Il concetto fondamentale del Sinodo è quello di riunire i rappresentanti del clero e dei laici per capire come la Chiesa possa più efficacemente insegnare e applicare la sua disciplina. I sinodi non hanno mai avuto niente a che fare con il cambiamento della dottrina o con il cambiamento della prassi. Tutto questo doveva essere un modo per promuovere la missione della Chiesa. La definizione di Sinodo si basa sulla verità che ogni cattolico come vero soldato di Cristo è chiamato a salvaguardare e promuovere le verità della fede e le modalità con cui queste verità sono praticate. Altrimenti, la solenne assemblea sinodale dei vescovi tradirebbe la sua missione. Il Sinodo, secondo il Codice di Diritto Canonico, dovrebbe assistere il pontefice romano con il consiglio [come organo consultivo -NdT] per la conservazione e la crescita della fede e della morale, e l’osservanza e il rafforzamento della disciplina ecclesiastica. Non c’è nulla che riguardi il cambiamento della dottrina o della prassi!
L’Instrumentum laboris del Sinodo pan-amazzonico è un attacco diretto alla signoria di Cristo. Dice alla gente: “Avete già le risposte, e Cristo è solo una delle tante fonti di risposte“. Questa è apostasia!
Cristo è il Signore, in ogni tempo e luogo – questo è il talento della Chiesa. Quando i missionari hanno predicato Cristo, hanno anche riconosciuto i doni e le genialità delle persone a cui predicavano. Il popolo ha poi espresso nella propria arte e architettura le verità della Chiesa. Hanno aggiunto il proprio apporto all’espressione della Verità sottesa. Probabilmente avete visto le Madonne giapponesi. Sono fatte nello stile giapponese, ma in esse è espresso il mistero della maternità divina!

In questo contesto, Eminenza, cosa le dà speranza, oggi, nella Chiesa?

Ovunque, tra i giovani, c’è il rinnovamento liturgico; il che mi dà grande speranza. Ci sono molti giovani sacerdoti e seminaristi che non fanno proprio un solo iota di questa rivoluzione. Ed è la liturgia che spesso li attira così tanto, perché questo è l’incontro più perfetto e immediato che abbiamo con Cristo. Sono attratti dall’usus antico, la Forma straordinaria, perché ha tanti simboli in più ed è molto più espressiva dell’aspetto trascendente della nostra vita di fede: Nostro Signore scende sull’altare per rendersi presente sacramentalmente.

Molte persone vengono da me molto scoraggiate, alcune con la volontà di abbandonare la Chiesa. Ma non è tutta oscurità. Guardate questi giovani. Guardate queste vocazioni, non solo negli Stati Uniti, ma anche in Germania. Sapete che parlano della secolarizzazione della Germania, ma ci sono ancora buoni giovani cattolici e famiglie cattoliche. . . . Io credo che Cristo ha detto che non ci avrebbe mai abbandonati, che sarebbe stato con noi fino alla fine dei tempi. Io Gli credo. Mi fido di Lui.

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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