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Home Editoriale ULTIMI POST

Bolivia – Se le elezioni precedenti non erano legali com’è la procedura di nomina del governo ad interim?

by Patrizio Ricci
14 Novembre 2019
Reading Time: 7min read
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“Assumo immediatamente la presidenza dello Stato e mi impegno a prendere tutte le misure necessarie per pacificare il Paese”, ha dichiarato 13 novembre 2019 Áñez, che è il secondo vice presidente del Senato della Bolivia sostenuta dal movimento socialdemocratico di destra.

Dopo le dimissioni forzate di Morales (e la partenza per il Messico che ha offerto l’asilo politico), la senatrice si è autoproclamata presidente solo con una presenza minima di deputati, tutti dell’opposizione:

“The Bible returns to the Palace,” says the new self-declared president of Bolivia, Jeanine Áñez, in a shot against indigenous communities.pic.twitter.com/6uQxeIZXf4

— Waleed Shahid (@_waleedshahid) November 13, 2019

In parlamento erano presenti solo i rappresentanti dell’opposizione mentre mancano i rappresentanti della maggioranza,quelli del Movimento verso il socialismo (MAS). Al Senato è stato impedito l’accesso dei senatori pro Morales e neanche al  presidente del senato Salvatierra, è stato consentito di entrare in aula (vedi qui video).

 

El Mundo – Bolivia
Uno dei primi atti del nuovo corso è stato imprigionare  i tre principali membri del Supremo collegio elettorale, senza nessun processo.  Anez il presidente ad Interim è molto prolifica : ha già detto che riceverà il rappresentante ambasciatore del Venezuela di Guaidò come legittimo rappresentante del Venezuela. Annuncia anche una modifica costituzionale, la cancellazione della possibilità di rielezione a tempo indeterminato che ha consentito a Morales di essere rieletto.

Quindi la rielezione non era incostituzionale . Nè ha una certa consstenza la faccenda dei bogli. Una più larga trattazione in proposito, la potete trovare su Moon of Alabama , che dice:Morales aveva chiaramente vinto un quarto mandato alle elezioni del 20 ottobre. Il conteggio dei voti era confuso (pdf) perché seguiva il processo definito dall’Organizzazione degli Stati americani:

Il [Tribunal Supremo Electoral, o TSE] ha due sistemi di conteggio dei voti. Il primo è un conteggio rapido noto come Transmisión de Resultados Electorales Preliminares (TREP, di seguito denominato conteggio rapido). Questo è un sistema che la Bolivia e molti altri paesi dell’America Latina hanno implementato seguendo le raccomandazioni dell’OAS. È stato implementato per le elezioni del 2019 da una società privata in collaborazione con il Servicio de Registro Cívico (SERECÍ), il servizio di registro civile, ed è progettato per fornire un rapido, ma incompleto e non definitivo risultato nella notte delle elezioni a dare ai media un’indicazione della tendenza al voto e informare il pubblico.

I numeri precoci e incompleti fanno sembrare che Morales non avesse vinto il vantaggio del 10% di cui aveva bisogno per evitare un secondo turno di votazioni. I distretti rurali in cui Morales ha un alto supporto di solito sono in ritardo per riportare i risultati e non sono stati inclusi. I risultati completi hanno mostrato che Morales aveva vinto oltre il 10% di vantaggio di cui aveva bisogno per evitare il ballottaggio.

Kevin Cashman @kevinmcashman – 1:36 UTC · 11 nov 2019
Alla fine, il conteggio ufficiale è stato rilasciato: Morales ha vinto al primo turno dal 47,08% al 36,51%. Se hai assistito ai sondaggi prima delle elezioni, 5 su 6 hanno previsto lo stesso risultato.
Poll Tracker: Presidential Race 2019 della Bolivia

Ma in tema di irregolarità imputate agli altri Anez ha anche le proprie: le dimissioni di Morales – in base alla costituzione – sono valide solo se seguite dalle dimissioni dei presidenti delle due camere. Ma questo non è avvenuto e di conseguenza oggi in Messico Morales ha affermato che è ancora lui presidente . Capite bene che una situazione del genere divide il paese  e questa situazione potrebbe avere esiti ancor più disastrosi.


Tutto parte comunque sulle presunte irregolarità nelle ultime elezioni. Se vogliamo Morale è stato troppo precipitoso ed avrebbe dovuto consentire il ballottaggio, questo avrebbe fugato ogni pretesto o dubbio. Ma sui brogli non esiste certezza in quando il risultato era già evidente al primo scrutinio effettuato – è utile dirlo – con il voto elettronico.

Nonostante questo, il risultato delle elezioni del presidente Morales non era stato accettato dall’opposizione per presunti brogli. Stessa cosa ha fatto l’OAS ma non ci sono evidenze di brogli o di inadempienze tali da giustificare quello che è successo. Inoltre è da considerare il fatto che  Morales il giorno prima delle dimissioni, si era reso disponibile per nuove elezioni con la presenza di osservatori delle Nazioni Unite.

E’ da considerare che l’OAS  – che è servita a dare forza alla tesi di brogli elettorali- non è una organizzazione imparziale.

US State Department officially praises @Almagro_OEA2015 and his OAS goon squad for their work to invalidate Bolivia’s democratic process

The US provides 60% of the OAS budget. Almagro works as a proud servant of the org Fidel once called the “Yankee Ministry of the Colonies” https://t.co/gamtz0jKme

— Anya Parampil (@anyaparampil) November 11, 2019

Per complicare ancor più le cose, martedì è stata convocata una sessione straordinaria di entrambe le camere (deputati e senato) dell’Assemblea legislativa plurinazionale (Parlamento), ma i rappresentanti del Movimento per il socialismo, che sono la maggioranza, non hanno partecipato perché non avevano garanzie per la loro sicurezza e quella dei loro familiari. Pertanto, il Parlamento aveva sospeso la sessione a causa della mancanza di quorum.

US State Department recognises #Anez interim president of #Bolivia @StateDept https://t.co/EsnJo7vZWk

— Sputnik (@SputnikInt) November 13, 2019

Il colpo di stato è stato consumato quando l’Organizzazione degli Stati americani (OAS) emise un rapporto preliminare su presunte irregolarità nel processo elettorale del 20 ottobre. Tali affermazioni da parte dell’OAS sono sospette perché è stato a lungo un’agenzia pro-Washington (finanziata in larga parte dagli USA) che si oppone con veemenza ai governi di sinistra in America Latina.  Poco dopo scoppiarono tumulti in tutto il paese e due unità della polizia si ammutinarono. A ruota, avvenne il “suggerimento” delle forze armate affinchè Morales si dimettesse.

In questo momento il paese è in preda al caos con i sostenitori di Morale e di Anez che protestano. I gruppi di opposizione radicali che hanno bruciato i simboli della popolazione indigena e si teme una escalation che potrebbe avere esiti ancor più pericolosi per il paese. Nel frattempo, a La Paz, migliaia di sostenitori di Evo Morales vengono mobilitati per respingere il colpo di stato e i suoi atti discriminatori e razzisti. Qui video del trattamento dell’esercito a cittadini fermati.

The new President of Bolivia: “I dream of a Bolivia free of satanic indigenous rites, the city is not for the Indians who should stay in the highlands or the Chaco”. pic.twitter.com/nMwKx21nKp

— dont_panic (@dont_panic) November 13, 2019

La notizia in Italia non è trattata minimamente dai grandi  media. Del colpo di stato (o instaurazione illegale di un nuovo governo che dir si voglia) in Bolivia ne trattano solo alcuni siti di informazione su internet e sui social. Molte inesattezze sono propagate in rete come la notizia che Morales era un sostenitore dei narcos, mentre la realtà è ben diversa. Generalmente si identifica la propria posizione politica con la posizione su questa vicenda. Tuttavia questo non c’entra con i fatti che corrono.

Qui un articolo di Vice ‘‘Come la Bolivia ha messo fine alle guerre di droga legalizzando la coltivazione di coca” sull’argomento. In Bolivia la coca viene usata nella sua forma naturale: le foglie di coca. Da 4000 anni i popoli locali masticano le foglie consumano un infuso tradizionale. Questi prodotti non hanno gli effetti della coca raffinata, che conosciamo in occidente come droga. Morales ne aveva legalizzato la coltivazione relativamente  agli usi e non degli usi tradizionali ma non la commercializzazione o la produzione come stupefacente.

A  complicare ancor più le cose, oggi è stato nominato presidente dalla camera dei deputati (eletto a maggioranza), Sergio Choke. Come Morales, Choke è un rappresentante delle popolazioni indigene della Bolivia che costituiscono la maggioranza della popolazione.
Sergio Choke, appena eletto, ha dichiarato che Evo Morales è ancora il legittimo presidente del paese. Giacché la popolazione indigena sostiene Morale e rappresenta la maggioranza anche in parlamento – è rilevante che l’autoproclamato presidente ad interim Áñez , non è riconosciuta dalla maggioranza in parlamento.

Il segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), Antonio Guterres, ha detto oggi che invierà un inviato personale per seguire gli eventi registrati in Bolivia , dove le violenze continue che sono aumentate  dopo le dimissioni di Evo Morales.

Gli avvenimenti si rincorrono e sono di difficile lettura ma non è una bella notizia che proprio oggi il leader nazionale della cocaina, Franclin Gutierrez è stato scarcerato.

@vietatoparlare

Tags: Bolivia

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Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cultura Cattolica, Samizdatonline, Coofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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