Bielorussia: tre uomini ammettono di aver organizzato l’assassinio del presidente Lukashenko

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Domenica 25 aprile, il canale televisivo di stato bielorusso ONT ha mostrato un filmato in cui tre persone accusate di aver preparato un colpo di stato militare e un attentato alla vita del presidente bielorusso Alexander Lukashenko, ammettono la loro colpevolezza (qui il video).

Si tratta dell’avvocato Yury Zenkovich, del politologo Alyaksandr Feduta e del leader del partito di opposizione BPF Grigoriy Kastusev.

Aleksandr Feduta, era il portavoce di Lukahsenko quando è stato eletto per la prima volta nel 1994, ma in seguito si è unito all’opposizione. L’altro, l’avvocato Yuras Zyankovich, ha la doppia cittadinanza bielorussa-statunitense. I due sono stati arrestati in Russia e poi trasferiti in Bielorussia. Sono stati mostrati anche filmati dei servizi segreti di riunioni in cui ci sono elementi che accrediterebbero la veridicità delle loro confessioni.

I due sospettati erano venuti a Mosca per incontrare alcuni generali bielorussi in sintonia con l’opposizione. Nel filmato essi dicono che “per il successo dell’attuazione del loro piano, sarebbe stato necessario eliminare fisicamente praticamente l’intera leadership della repubblica”.

I media russi hanno affermato che i cospiratori  “hanno dettagliato il piano per un colpo di stato militare, in particolare, questo comprendeva il sequestro di centri radiofonici e televisivi per trasmettere il loro appello alla gente, il blocco delle truppe interne e delle unità di polizia antisommossa fedeli all’attuale governo”

Il 17 aprile Lukashenko ha affermato che  erano stati arrestati membri di un gruppo, incaricato di rapire i suoi figli e di organizzare il suo assassinio .

sabato 24 aprile Lukashenko ha detto  alla televisione bielorussa che gli investigatori hanno trovato prove del coinvolgimento straniero nel presunto complotto, “molto probabilmente l’FBI, la CIA”.

Lukashenko ha rivelato ai giornalisti che gli organizzatori del colpo di stato avevano un programma dal costo di dieci milioni di dollari per portare a termine l’operazione. Di questo importo, un milione sarebbe stato destinato all’esecutore materiale dell’assassinio (un cecchino).

Il canale televisivo ONT ha indicato il consigliere del presidente degli Stati Uniti –  ovvero Michael Carpenter, ex consigliere del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per Russia ed Eurasia – come curatore del colpo di stato in Bielorussia.

Lukashenko ha appena firmato un decreto che garantisce “se il presidente viene ucciso / inabilitato” il passaggio di tutti poteri statali al Consiglio di sicurezza della Bielorussia.

Anche Putin ha citato il tentativo di colpo di stato.

C’è da scommettere che i prossimi titoli sulla CNN / FOX / BBC saranno i seguenti:

La Russia detiene gli attivisti / politici bielorussi dell’opposizione che affermano di voler rovesciare il dittatore bielorusso / portare la democrazia nella tormentata nazione dell’Europa orientale.

Il presidente degli Stati Uniti annuncia una nuova serie di sanzioni contro la Russia per la detenzione di attivisti dell’opposizione su quello che affermano di essere “ terreno puramente politico ”

La Russia annuncia una serie di misure in risposta alle nuove sanzioni statunitensi.

Il presidente degli Stati Uniti annuncia nuove sanzioni contro la Russia, sostenendo che la loro serie di misure [Russia] sono una palese escalation della situazione.

In simili circostanze gli USA si sono sempre trincerati dietro la cosiddetta ‘negazione plausibile’, quindi l’ipotesi credo che non sia lontana dalla realtà.

Naturalmente l’assassinio di Lukashenko non è aliena: gli USA hanno precedentemente  dichiarato che Lukashenko non è il presidente legittimo della Bielorussia.

Quindi non essendo considerato un capo di stato, da quel punto di vista la sua eliminazione potrebbe essere assimilata a quella del gen. iraniano Soleimani.

Seguiremo gli ulteriori sviluppi

@vietatoparlare

 

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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