Bielorussia – Manifestazioni pacifiche a Minsk?

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La foto di copertina è un esempio di come l’intero spazio mediatico in Russia, Bielorussia e Ucraina ha rappresentato la repressione delle proteste in Bielorussia.

Ciò che  noi occidentali conosciamo è che le unità di Polizia a Minsk dal 9 all’11 agosto hanno hanno disperso i manifestanti nel modo più duro possibile tutti coloro che hanno opposto resistenza. Nel caos sono cadute nel pettine delle forze di sicurezza anche persone a caso anche non direttamente responsabili di illeciti. Ciò è abbastanza chiaro e non si tratta di opinioni , dato che anche il Ministero degli affari interni lo ha riconosciuto e si è scusato pubblicamente.

A fronte di questi dati,  è indiscutibile che l’informazione da parte delle autorità bielorusse è risultata poco accurata, visto che molti blogger russi e bielorussi, politici russi, ucraini e bielorussi, hanno descritto la repressione di una manifestazione votata alla pace che chiedeva solo più democrazia.

Tuttavia non esiste nessuna lettura diversa degli avvenimenti. Insomma non so i nostri media dove reperiscono le notizie, ad esempio, ho visto oggi sulla RAI un giornalista che intervistava una specie di attivista per far vedere che esiste contraddittorio, è il classico format, ma il giornalista in fondo, se la suonava e cantava da solo: questo è il tipo di informazione che ci propinano ogni giorno. Nessun singolo media o pubblicazione analitica ha nemmeno tentato di analizzare il motivo per cui l’OMON e il SOBR dal 9 all’11 agosto  si sono comportati come se fossero andati a una vera guerra, e non a una manifestazione pacifica. Ciò dimostra ancora una volta la schiacciante sconfitta delle autorità bielorusse nella guerra dell’informazione e la totale incapacità di difendersi e di trasmettere la loro posizione al pubblico.

Ciò che non si dovrebbe trascurare è infatti un dato sempre assente nelle analisi e nella cronaca di quanto sta succedendo in Bielorussia: la UE non sta lesinando mezzi e soldi per sostenere la rivolta che da anni può contare di una capillare opera di preparazione che si basa su posizioni essenzialmente antirusse  che  fondazioni e media come radio Svaboda  (ovvero Radio Free Europe/Radio Liberty, sigla RFE/RL, è un’organizzazione per le comunicazioni ed emittente radiofonica fondata dal Congresso degli Stati Uniti), ha cercato di ampliare tra la popolazione . Anche la TV polacca Belsat ha come uno dei suoi scopi quello di promuovere una narrativa antigovernativa in Bielorussia. Le trasmissioni per questo sono anche in lingua bielorussa (vedi qui).

In questo il motore della rivolta è da ricercare nella continua attività svolta da centri situati in Polonia, in Ucraina e Lituania.

In particolare – come dice Lubja Lulko su Ancora fischia il vento:

la Polonia funge da subappaltatore per gli Stati Uniti e il Regno Unito nei loro progetti geopolitici. Uno di questi progetti è destabilizzare la Bielorussia. Questa è la ragione dietro l’emergere del canale NEXTA (canale telegram), che trasmette dalla Polonia e manipola i manifestanti.

Mateusz Piskorski ha notato che il suo organizzatore, lo studente Stepan Putilo, non è stato in grado di fornire contenuti e materiali video per il canale su vari media. NEXTA è una filiale del canale televisivo Belsat, che a un certo punto è stato finanziato dal Ministero degli Esteri polacco e ha perseguito politiche anti-bielorusse e anti-russe.

Il primo aspetto della partecipazione della Polonia alla rivoluzione colorata in Bielorussia è legato alla partecipazione dei mass media alle proteste, com’è successo in Ucraina.

Il secondo aspetto, (…) è relativo ai consiglieri e agli istruttori dell’opposizione bielorussa. Ce ne sono circa una dozzina, e vengono coordinati direttamente. Sono apparsi in Bielorussia poco prima delle proteste.

Il terzo aspetto del coinvolgimento polacco è legato ai militanti. Sono stati preparati dal Centro per gli Studi sull’Europa Orientale presso l’Università di Varsavia, che è finanziato da una fondazione occidentale”.

La realtà è però molto più prosaica rispetto alla narrativa comunemente conosciuta

La realtà è molto più prosaica, le forze di sicurezza hanno agito duramente, perché dal 9 all’11 agosto a Minsk era in corso una vera guerra, per quei giorni non erano previste azioni pacifiche:

Leggesi:

 ️BIELORUSSIA! È IL NOSTRO TEMPO!

MINSK

20: 00-20: 30 – raduno nei nostri siti, conoscersi, aspettarsi ritardatari e andare avanti in un gruppo verso Stele
22:00 – raduno generale dei residenti di Minsk alla Stele. Quindi mostriamo la nostra unità, occupiamo il centro della città e chiediamo nuove elezioni senza Lukashenka!

Appuntamenti:

20: 00-20: 30 – raduno generale nelle piazze centrali della TUA città.

❗️NEL CASO DI UNO SCENARIO DI POTENZA DELLE AUTORITÀ, VAI AL PIANO B❗️ [piano B = guerriglia urbana, blocco di tutte le attività produttive del paese a tempo indeterminato]

Come si vede nei Screenshot del canale telegram NEXTA – che è il social in cui si sono coordinate ed organizzate le manifestazioni –  i servizi speciali polacchi hanno chiesto tramite il suddetto mezzo alla gente di prendere il potere e stabilire una “democrazia diretta” nel paese. Presta attenzione alla data: l’8 agosto, il giorno prima della votazione principale, questo appello è stato letto da più di mezzo milione di bielorussi:

Tra coloro che hanno letto, ovviamente, c’erano funzionari della sicurezza che hanno visto ciò che la popolazione del loro paese chiedeva dall’estero e si stavano preparando proprio a questo: resistere alla presa del potere armata e non a una protesta pacifica. Infatti, gli organizzatori dei pogrom, poche settimane prima dell’inizio delle elezioni, hanno annunciato  la falsificazione delle elezioni, dopo le elezioni gli organizzatori hanno detto che Lukashenka è stato sconfitto e hanno iniziato a pubblicare piani dettagliati per la presa violenta del potere con riferimento a gruppi anarchici riconosciuti come estremisti e banditi sia in Bielorussia che in Russia. Già a far data al 14 luglio, tre settimane prima delle elezioni, i manifestanti sono chiamati a fornire una forte resistenza alla polizia, e questo costituisce in Bielorussia un reato penale (articolo 363 del codice penale della Bielorussia):

Se andate voi stessi sul canale telegram NEXTA vi renderete conto che molte cose non quadrano. Tra l’altro si dice “Non ci sono praticamente arresti nel Paese. La polizia sta   semplicemente cercando di disperdere in qualche modo le persone.” e tra l’altro si legge “Милиция рассредоточена. Сил на каждый район не хватает. Никого не задерживают, пугают светошумовыми” che significa “La polizia è dispersa. Non ci sono forze sufficienti per ogni distretto. Non trattengono nessuno, li spaventano con luce e rumore.”.

Inoltre si nota: 1) l’organizzazione delle proteste ha una regia impeccabile, questa è una caratteristica che mal si addice a ‘manifestanti volenterosi’, la regia ha cognizione della situazione all’istante; 2) in alcuni punti si da fondo ad propaganda che fa leva sull’emozione  (rivolta quindi alla maggior parte della popolazione ignara, come ho già detto questo è facilitato anche dall’incapacità reale di Lukashenko di non organizzare una buona comunicazione; 3) in particolare un passaggio mi ha lasciato allibito: chi scrive paragona Lukashenko ad Assad , che lo stesso considera il presidente di uno dei ‘paesi canaglia’. La retorica è abbastanza famigliare…

Ma non è tutto, oltre che ai continui insulti delle forze dell’ordine (fascisti, torturatori, venduti), nello stesso canale telegram, al fine di organizzare la persecuzione, sono stati regolarmente pubblicati i dati personali dei dipendenti del Ministero dell’Interno – telefoni, collegamenti ai social network, che sono stati subito annegati sotto l’afflusso di spam e minacce:

Gli agenti fomentatori addestrati in Polonia si sono infiltrati in Bielorussia per indirizzare le proteste, e in alcuni casi hanno persino mosso la folla contro le famiglie e le mogli dei funzionari di sicurezza:

“А если площадь будет перекрыта, то всё ещё проще — направляйтесь прямо к дому чиновника.” che tradotto, significa “se la piazza è chiusa vai direttamente a casa del funzionario”

E agli stessi funzionari di polizia  – definendoli violenti e banditi – , è stato promesso il divieto di entrare nell’UE:

Ecco perché i combattenti OMON e SOBR hanno agito in modo così violento e spietato nei primi giorni delle proteste, oltre a ragioni oggettive, avevano motivazioni personali. Ora che il motivo degli agenti esterni (di cui si ha ampia documentazione) è chiaro, riporto di seguito alcuni filmati che alcuni blogger hanno messo in rete per dimostrare ciò che fin qui si è detto a dimostrazione di quanto “pacifiche” siano state le proteste in Bielorussia. Purtroppo non ho la possibilità di tradurli ( codice di tempo 00:43 ):

Баррикады в районе Пушкинской, видео – телеграм-канал Vot Tak TV from Маргарита Андреева on Vimeo.

(Barricate nell’area di Pushkinskaya, video – Canale Telegram Vot Tak TV di Margarita Andreeva su Vimeo ).

Nel corso dei disordini, gli agenti di sicurezza polacchi hanno costantemente riscaldato i militanti, incitandoli contro la polizia e incoraggiando la violenza contro le autorità e le forze dell’ordine, promettendo una rapida vittoria:

Anche il canale televisivo di stato polacco BelSat, creato per condurre propaganda sul territorio bielorusso, ha recentemente ammesso apertamente che le rivolte nel paese sono coordinate dal canale NEXTA ( timecode 00:04 ), e il suo fondatore (membro dello staff part-time di BelSat), Stepan Putilo, ha ricevuto in Polonia, lo status di rifugiato politico e non è soggetto a estradizione alle autorità bielorusse ( timecode 08:32 ):

In conclusione, bisognerebbe focalizzare maggiormente l’attenzione sulle motivazioni’ vere per cui certi per cui certi aventi accadono. Questa attenzione è lontana dalla ‘giustificazione ‘ della violenza, si tratta di  due campi diversi. Il mio scopo è cercare di mostrare sempre il quadro reale degli eventi, che purtroppo la maggior parte dei media non fa altro che nascondere. Approfondendo le motivazioni, appare chiaramente che è in atto un tentativo di rovesciamento del governo, organizzato o almeno supportato dall’esterno mesi ed anni prima. Simili intenti non maturano per le violenze di piazza attribuite ad autorità brutali ma fanno invece leva su qualunque malcontento e violenza contingente delle autorità, per portare in porto una agenda terza.  

@vietatoparlare

nota: Il materiale che ho reperito per fare questo articolo è tratto dai social, da ricerche esperite sull’argomento e da altra documentazione resa di pubblico dominio da  blogger bielorussi.

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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