La partecipazione alla guerra libica è stata frutto di una decisione non ragionevole presa dal nostro paese in ossequio alle alleanze con i più forti. Per questo, non è corretto dire che le rivoluzioni costruite dall’esterno in casa d’altri che devastano interi popoli, si rivelano solo a posteriori (e solo se la ciambella non riesce col buco) ‘un errore’.
Berlusconi – come ha già fatto in precedenza – continua ad accusare l’ex presidente Napolitano per la partecipazione italiana nel golpe organizzato dalla Francia e messo in atto dalla Nato contro il leader libico Gheddafi. Lo fa questa volta nel corso di una trasmissione di SKY TG 24 durante la quale ha affermato: “È stato il Capo dello Stato come capo delle forze armate a chiedere alle commissioni di dare l’autorizzazione alle nostre basi per gli alleati che attaccavano la Libia. Io mi sono battuto per evitare che Gheddafi fosse abbattuto” ( Il Giornale). Tuttavia, a sua volta in altre occasioni Napolitano diede la colpa a Berlusconi e La Russa si accollò l’onere di aver convinto lui Berlusconi. Quindi ‘convinto’ sulla opportunità, sulla ‘convenienza’. Nessuna ineluttabilità.
Comunque nonostante lo sconfortante e reciproco ‘scarica barile’, in realtà Berlusconi non ha scusanti: a fronte di queste affermazioni la cronaca dice altro. Allora non solo fu avvallata la scelta francese ma venne promossa una colossale campagna mediatica di appoggio a quell’operazione: solo il ministro Roberto Castelli della Lega prese una posizione forte e presentò le sue dimissioni.
Secondo la narrativa di Berlusconi, un capriccio del Capo dello Stato nel nostro paese, basta per farci andare in guerra. Allora dovremmo almeno cambiare qualcosa nelle nostre alleanze e nel nostro ordinamento …
Ma esistono alcune tutele: è forse utile ricordare che prima del ruolo di capo delle Forze Armate il presidente della Repubblica in Italia è vincolato dalla Costituzione e se Berlusconi sapeva, doveva parlare. Solo l’ossequio e la piaggeria ha permesso che cose andassero avanti in un certo senso. Se le decisioni prese non erano conformi alla nostra Costituzione era compito della politica bloccare almeno la nostra partecipazione.
In definitiva, non è plausibile trincerarsi dietro l’impossibilità di rifiutarsi a prendere certe posizioni perché la decisione fu presa dal Capo dello Stato. Altrimenti coerentemente si potrebbe affermare che l’Italia può attaccare chiunque se il colpo di stato in un altro paese è abbastanza mascherato. Se Berlusconi sapeva – come molti sapevano – cosa era in corso aveva il compito politico e morale di parlare agli italiani, di parlare in Parlamento e prendere posizione. Non lo fece, perciò oggi è patetico trincerarsi dietro simili scusanti.
Inoltre non è indifferente che facemmo di più di ciò che ci fu richiesto, ossia inviammo gli aerei in ruolo attivo e fornimmo munizioni. Anche moralmente non avremmo dovuto farlo in memoria dei fatti pregressi coloniali italiani in Libia.
Ma anche nel dopo Gheddafi continueranno le responsabilità ed in questo caso, non esisteranno ‘accuse a Napolitano’ che tengano: il consiglio Nazionale di Transizione libico era formato da membri di al Qaeda ed affiliati e l’Italia e l’occidente ne era perfettamente a conoscenza perché li aveva scelti. Sono fatti noti. Già da allora lo diceva uno studio condotto di J.FELTER e B. Fishman, due analisti dell’Accademia Militare di West Point. Lo studio si chiama Al Aa’ida Foreign Fighter in Iraq. A first Look at the Sinjar Record (Harmony Project, Combating Terrorism Center, Department of Social Science, US Academy, West Point, NY, December 2007 – Scarica West Point Studio pdf)
La risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite era stata adottata – si disse – perchè Gheddafi avrebbe massacrato 10.000 civili e causato 50.000 feriti.Domanda: da dove provengono questi dati? La risposta è sconcertante: da un twitter. E’ un twitter di al-Arabiya, ripreso subito dopo come buono da tutti i leader politici europei ed Obama.
Il twitter era stato messo in rete da Sayed Al Shanuka, un ‘rappresentante libico’ dentro la Corte Penale Internazionale della ‘commissione giustizia e sviluppo’: lo riportarono tutti i giornali.Si prepararono gli aerei da guerra. Si disse ‘Gheddafi se ne deve andare’. ‘Gheddafi masacra il suo popolo’. ‘Bisogna proteggere i civili’…
Ebbene le accuse erano false. Il rappresentante libico della Corte Penale Internazionale non esisteva.
Non esisteva la commissione ‘commissione giustizia e sviluppo’. Non esisteva il famoso cimitero…le foto erano di un comune cimitero e scattate mesi prima…
Eppure a tutt’oggi nessuna smentita.
Ma quanti morti ci sono stati nei disordini che hanno scatenato i bombardamenti Nato? 1.000 per le Nazioni Unite , 2.000 per la World Health Organization . Ancora una volta risulta comunque ro che la cifra dei 10.000 era totalmente falsa. Dopo alcuni mesi la stessa Corte penale internazionale, pur avendo incriminato Gheddafi, parla di 200 morti negli scontri iniziali compresi i pro governativi, quindi non 10 mila morti e 50 mila feriti ma 200 da entrambe le parti o al massimo 2.000.”
A giugno, il Ministero della Salute di Gheddafi rese noto un rapporto sul numero di vittime causate dalla campagna di bombardamenti della NATO. Secondo quel report, durante i primi 100 giorni dei bombardamenti NATO 6.121 civili sono stati uccisi o feriti. Precisamente 668 uomini sono stati uccisi e 3.093 feriti, 260 donne uccise e 1.318 feriti, e 141 bambini uccisi e 641 feriti.
Non è cosa da poco: le cifre sono certamente inferiori al numero di vittime che saranno causate dalle bombe della Nato per non parlare del paese completamente devastato (sono state colpite tutte le installazioni civili comprese centrali elettriche ed acquedotto). In definitiva bombardamenti della Nato e l’attacco dei ribelli hanno causato ben più morti di quelli (falsi) per cui si era detto di intervenire in totale spregio della risoluzione Onu.
Ma a tutt’oggi si ammette di aver sbagliato limitatamente alla situazione politica in cui versa il paese e non alla sua spogliazione (il denaro e l’oro della Bank of Lybia sono spariti) ed alla distruzione delle infrastrutture (compresi alcuni ospedali – vedere dichiarazioni del vescovo Martinelli di Tripoli).
Scorgete qualche analogia con la guerra di Siria? Pensate ancora che le dichiarazioni tardive sugli errori di Libia dei politici occidentali sia un ‘mea culpa’ sincero’ Non è così: non ci si prende neanche la briga di sostituire le parole tanto si è sicuri della più assoluta impunità e connivenza di ‘coloro che contano’.
Non è vero, ma se quella volta ‘è stato Napolitano’, questa volta contro la SIRIA, chi è stato?!