Aumentano le tensioni Ucraina-Russia in ambito ecclesiastico

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Con un apparente consenso degli Stati Uniti, la sentenza del Patriarca Ecumenico di Istanbul ha interrotto il legame millenario tra Mosca e la Chiesa Ortodossa ucraina, sollevando ulteriori tensioni tra Kiev e Mosca, come riporta Dmitrij Babič.

Termina il ruolo di Mosca nella Chiesa Ortodossa ucraina

Il Patriarca Ecumenico di Istanbul, Bartolomeo I di Costantinopoli, un’autorità completamente esterna all’Ucraina, l’11 ottobre ha privato dell’autorità canonica della Chiesa Ortodossa ucraina – Patriarcato di Mosca (MP), scatenando una crisi con la Russia.

La Chiesa di 1030 anni è diretta dal Patriarca Cirillo in Russia, e la Chiesa russa ha risposto tagliando i legami con il Patriarca di Istanbul. Le tensioni sono state ulteriormente accentuate dalla crisi tra Ucraina e Russia che è scoppiata dopo il colpo di Stato del 2014 a Kiev, appoggiato dagli Stati Uniti, che ha rovesciato un presidente eletto amichevole con Mosca.

A Washington, gli eventi sono stati riportati sul Washington Post come parte della lotta dell’Ucraina per “sottrarsi al controllo di Mosca[in inglese, registrazione obbligatoria]. In Europa, il Vice Primo Ministro e Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha avvertito in modo sobrio sul quotidiano austriaco Der Standard che le interferenze religiose in Ucraina potrebbero provocare una guerra [in inglese].

L’azione di Bartolomeo viene vista come un primo passo per dare piena autonomia, conosciuta come “autocefalia” nella fede Ortodossa, alla Chiesa Ortodossa ucraina del Patriarcato di Kiev (KP), una scissione eretica creata solo nel 1992 subito dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica e l’indipendenza dell’Ucraina.

La Chiesa del KP è guidata da un sedicente leader di nome Michail Denisenko, che si fa chiamare Patriarca Filarete. È un ex vescovo scomunicato del Patriarcato di Mosca in Ucraina.

Le origini dell’MP risalgono alla conversione al Cristianesimo nel decimo secolo di tutto il popolo della Rus’ di Kiev, il proto-stato precursore delle nazioni di Russia, Ucraina e Bielorussia. La sua autorità in Ucraina fu istituita nel 1686 dallo stesso Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli.

Bartolomeo ha invertito la decisione di 332 anni fa del suo seggio. Anche se il Patriarca Ecumenico è noto come “primus inter pares” tra le 14 Chiese autocefale dell’Ortodossia, non ha l’autorità per dominarle. A differenza del Cattolicesimo Romano, l’Ortodossia non ha un’unica autorità ecclesiastica che può imporre decisioni a tutte le altre.

Le 14 Chiese dovrebbero essere indipendenti dai governi. Ma in Ucraina, Petro Poroshenko, il presidente anti-russo insediato dopo il colpo di Stato, e altre forze governative, stanno usando la sentenza per erodere ulteriormente l’influenza russa.

I membri della Chiesa di Mosca in Ucraina sono già stati bersaglio di aggressioni violente da parte di teppisti [in inglese] che cercano di interrompere le messe, e tale conflitto è alimentato dalla retorica dei politici.

A ottobre, quando Costantinopoli ritirò la scomunica su Denisenko, Poroshenko ha definito la decisione “una vittoria del bene sul male, della luce sull’oscurità[in inglese]. Ha anche detto che il riconoscimento della Chiesa ribelle dell’Ucraina significherebbe troncare tutti i collegamenti con la Russia Ortodossa e i suoi “demoni di Mosca[in russo], ha riferito gazeta.ru.

La decisione di Bartolomeo non è venuta fuori dal nulla, e le implicazioni geopolitiche sono chiare: rompere i legami della Russia con il popolo ucraino. Questo è stato richiesto da Poroshenko [in inglese], e sostenuto da Denisenko, la cui Chiesa non è mai stata riconosciuta dalle altre 14 chiese.

Il 31 ottobre Denisenko ha chiarito il suo punto di vista in una dichiarazione rilasciata a RFE/RL [in inglese]. “Ci impegneremo per avere un’unica Chiesa Ortodossa in Ucraina e per assicurarci che la Chiesa [Ortodossa] russa non si nasconda sotto il nome ucraino quando, in sostanza, è russa”, ha affermato.

Mosca risponde

“La decisione di Costantinopoli è volta a distruggere l’unità[in russo], ha spiegato Cirillo, come riportato dai media di lingua russa. “Non possiamo accettarlo. Ecco perché il nostro Santo Sinodo ha preso la decisione di fermare la comunione eucaristica con il Patriarcato di Costantinopoli”. Ha aggiunto che l’attacco contro gli Ortodossi in Ucraina “non ha solo una dimensione politica, ma anche mistica[in russo].

Ha chiesto fedeltà alla Chiesa canonica, il Patriarcato di Mosca, e dice di essere “pronto ad andare ovunque [in russo] e parlare con chiunque” per prevenire lo scisma tra gli Ortodossi in Ucraina e rimuovere le barriere che separano i fedeli nei due paesi.

La rottura della comunione eucaristica significa che i sacerdoti dei due patriarcati non saranno in grado di tenere messa insieme.

Mentre i media occidentali hanno descritto la rottura come atto aggressivo di Mosca, la realtà è più complessa. La Chiesa Ortodossa russa è la più grande congregazione tra i circa 300 milioni di Cristiani Ortodossi orientali, e Cirillo ad agosto è andato ad Istanbul per incontrare il Patriarca Ecumenico e cercare di evitare qualsiasi azione dannosa per l’unità.

Il Metropolita Ilarione, portavoce capo sulle questioni di scisma e unità della Chiesa Ortodossa russa a Mosca, ha spiegato: “Per una Chiesa con oltre 1000 anni di storia e antichi monasteri di circa 500-900 anni, la prospettiva di fondersi con alcune entità non riconosciute, nate 20 anni fa, sono inaccettabili”.

Il 31 ottobre, il presidente russo Vladimir Putin ha fatto riferimento all’azione contro la Chiesa ucraina nel suo commento al Congresso Mondiale dei Compatrioti russi, un’organizzazione che unisce persone di origine russa provenienti da tutto il mondo. “Fare politica in un ambito così delicato come la religione ha sempre portato a gravi conseguenze, in primo luogo per le persone che sono state coinvolte nel fare politica”, ha detto. Ha fatto riferimento anche ad una “guerra” contro i monumenti storici russi da parte di alcune forze in Ucraina.

La mano di Washington 

Nell’ultimo anno, si sono tenute discussioni tra funzionari degli Stati Uniti e Poroshenko e Denisenko. L’Ambasciatore per la Libertà Religiosa Internazionale Sam Brownback [in inglese] e l’Assistente del Segretario di Stato per gli Affari Europei ed Eurasiatici Wess Mitchell [in russo] hanno incontrato Denisenko a settembre. Poi, il 17 ottobre, un comunicato stampa firmato dal Segretario di Stato Mike Pompeo ha chiesto che la religione in Ucraina fosse “senza interferenze esterne”.

Questa affermazione è arrivata quattro giorni dopo che Bartolomeo ha riconosciuto la Chiesa separatista ucraina.

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Articolo di Dmitrij Babič pubblicato su Consortium News il 7 novembre 2018.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

 

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Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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