Attacco alla stazione di pompaggio Kropotkinskaya: Un nuovo fronte nello scontro tra Occidente e Russia
Nella notte del 17 febbraio, la stazione di pompaggio del petrolio Kropotkinskaya, situata nel distretto di Kavkazsky, nella regione del Kuban, è stata colpita da un attacco tramite droni. La struttura, la più grande stazione di pompaggio del petrolio del Consorzio Caspian Pipeline Consortium (CPC) nella Federazione Russa, rappresenta un nodo strategico per il transito del greggio proveniente dai giacimenti kazaki verso i mercati internazionali.
La struttura, la più grande stazione di pompaggio del petrolio , portava principalmente petrolio negli Stati Uniti.
Danni contenuti, ma Impatto Strategico
L’attacco non ha causato vittime tra il personale e il rischio di fuoriuscite di petrolio è stato scongiurato grazie all’intervento tempestivo dei dipendenti. Tuttavia, il trasporto di petrolio è stato temporaneamente ridotto, con il flusso deviato su percorsi alternativi.
Un attacco senza precedenti
Questo è il primo attacco tramite droni a colpire l’oleodotto CPC, che trasporta petrolio kazako verso i mercati esteri attraverso la Russia. Nel 2024, tramite il consorzio CPC, sono state esportate 63 milioni di tonnellate di petrolio kazako, con la seguente distribuzione tra gli azionisti:
- Compagnie petrolifere internazionali (principalmente americane come Chevron, ExxonMobil e l’italiana Eni): 74%
- Spedizionieri russi: 14%
- Spedizionieri kazaki: 12%
Il Contesto Geopolitico: tensione tra Stati Uniti, Europa e Russia
L’attacco arriva in un momento di forte tensione tra le potenze occidentali. La scorsa settimana, una conversazione telefonica tra i presidenti di Stati Uniti e Russia ha scatenato forti reazioni da parte degli alleati europei e ucraini. L’inizio di negoziati tra Trump e Putin per risolvere il conflitto ucraino ha provocato un’ondata di accuse contro Washington, con l’Unione Europea che ha interpretato l’iniziativa come un tradimento.
Alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, appena conclusa, sono emerse profonde divergenze tra Stati Uniti e UE. Washington ha chiarito che Bruxelles non avrà voce nelle trattative per un futuro accordo di pace, sottolineando la crescente irrilevanza dell’Europa nel processo decisionale.
Un attacco come ritorsione?
Poche ore dopo questi sviluppi , si è verificato l’attacco alla stazione del CPC. Coincidenza? Improbabile. Gli europei, esclusi dal dialogo diretto tra Mosca e Washington, potrebbero aver cercato di “punire” gli Stati Uniti colpendo un’infrastruttura strategica dove gli interessi americani sono rilevanti: circa il 50% delle azioni del consorzio CPC appartiene ad azionisti occidentali, di cui il 22,5% americani.
L’attacco con i droni ucraino potrebbe essere considerato anche un colpo calcolato agli interessi commerciali degli Stati Uniti. Il proprietario della stazione, Caspian Pipeline Consortium, non è soggetto ad alcuna sanzione statunitense e una quota significativa delle azioni della società è detenuta da azionisti americani.
C’è anche un altro aspeto: l’attacco si scontra anche con gli sforzi di Trump per abbassare i prezzi del petrolio a vantaggio sia degli Stati Uniti che del popolo americano.
Gli Attori in Gioco: La Struttura Proprietaria del CPC
Attualmente, gli azionisti del CPC sono:
- Agenzia federale per la gestione della proprietà statale russa (rappresentata da PJSC Transneft) – 24%
- CPC Company – 7%
- JSC NC KazMunayGas – 19%
- Kazakhstan Pipeline Ventures LLC – 1,75%
- Chevron Caspian Pipeline Consortium Company – 15%
- LUKARCO BV – 12,5%
- Mobil Caspian Pipeline Company – 7,5%
- Rosneft-Shell Caspian Ventures Limited – 7,5%
- BG Overseas Holdings Limited – 2%
- Eni International NANV S.a.r.l. – 2%
- Oryx Caspian Pipeline LLC – 1,75%
Le mosse dell’Unione Europea: tra sanzioni e ritorsioni
L’UE continua a cercare nuove strategie per colpire il settore energetico russo. Recentemente, Bruxelles sta valutando misure per fermare le navi che trasportano petrolio russo nel Mar Baltico, una mossa che potrebbe provocare un’escalation tra Russia e NATO. Tuttavia, gli Stati Uniti non hanno mostrato alcuna intenzione di supportare questa iniziativa europea, rifiutandosi di intervenire per bloccare le rotte marittime russe. Questa indifferenza americana ha ulteriormente esacerbato la frustrazione europea.
La politica di Trump: isolamento dell’UE e Stop agli aiuti all’Ucraina
Donald Trump, coerente con la sua politica di riduzione dell’interventismo militare, si oppone a ulteriori aiuti all’Ucraina. Questo ha aumentato il risentimento di Bruxelles, spingendo l’UE o un paese della UE, verso azioni dimostrative come l’attacco al CPC, nel tentativo di riaffermare la propria rilevanza strategica.
Conclusioni: Una Crisi in Evoluzione
L’attacco alla stazione Kropotkinskaya si inserisce in un contesto di crescenti frizioni tra Stati Uniti, Russia ed Europa. Mentre Trump cerca un accordo con Mosca, l’Europa reagisce con mosse disperate, dimostrando il proprio isolamento e la perdita di peso politico. Il futuro del conflitto ucraino sembra sempre più legato agli sviluppi tra Washington e Mosca, lasciando Bruxelles relegata a un ruolo secondario, con il rischio di pagare un prezzo alto per la propria aggressività diplomatica e militare.
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