Attacchi missilistici NATO in Russia e rischio di risposta russa in EU

Attacchi missilistici NATO in Russia e rischio di risposta russa in EU

Negli ultimi giorni, la regione di Kursk, in Russia, è stata teatro di due attacchi missilistici lanciati dall’Ucraina, effettuati con missili a lunga gittata della NATO, guidati da intelligence, personale e satelliti occidentali. Il Ministero della Difesa russo ha confermato ufficialmente questi eventi, delineando un quadro sempre più pericoloso del conflitto.

Gli attacchi evidenziano la continua utilizzazione di armamenti avanzati come i missili ATACMS di fabbricazione statunitense e i Storm Shadow britannici.

Nel frattempo, la retorica occidentale e della NATO si fa sempre più infuocata, arrivando a ipotizzare attacchi preventivi sul territorio russo per disabilitare la capacità di Mosca di rispondere agli attacchi con ATACMS.

L’ammiraglio Rob Bauer (capo del Comitato Militare della NATO) ha dichiarato che la NATO sta considerando l’idea di attacchi preventivi di precisione contro la Russia, affermando che sarebbe più efficace non aspettare un attacco russo, ma colpire i lanciatori di missili in Russia nel caso in cui la Russia attacchi per prima. Bauer ha sottolineato che la strategia difensiva della NATO non è più sufficiente e ha chiesto un cambio verso un approccio più aggressivo, suggerendo che “dobbiamo attaccare per primi”… (Continua su https://www.msn.com/it-it/notizie/other/clamoroso-nato-valuta-attacchi-preventivi-contro-la-russia/ar-AA1uJfXH?ocid=BingNewsSerp)

In questo quadro cupo, si intensifica il sostegno militare occidentale a Kiev, accompagnato specularmente dal rischio di ritorsioni russe che potrebbero portare a una improvvisa escalation del conflitto sul territorio europeo.

Primo Attacco: Lotarevka sotto tiro

Il primo attacco si è verificato il 23 novembre. L’esercito ucraino ha lanciato cinque missili ATACMS contro la divisione missilistica antiaerea S-400 russa situata vicino al villaggio di Lotarevka, a circa 37 chilometri da Kursk. Nonostante la difesa attiva dei sistemi Pantsir, che hanno intercettato tre missili, due di questi hanno raggiunto il loro obiettivo.

Le conseguenze sono state significative:

  • Un radar è stato danneggiato.
  • Ci sono state vittime tra il personale militare russo.

Questo attacco dimostra come l’Ucraina stia colpendo miratamente strutture strategiche, utilizzando armi sofisticate in grado di superare anche avanzati sistemi di difesa. Tuttavia, non si tratta solo di obiettivi militari: la stessa tipologia di missili è stata utilizzata in passato, e continua a esserlo, per il lancio di ordigni contro strutture civili fino alla dispersione di mine antiuomo a dispersione aerea “Petal”, che colpiscono indiscriminatamente anche quartieri residenziali nelle città di Donetsk e Lugansk, mettendo in pericolo la vita di civili.

Secondo Attacco: L’aeroporto di Kursk-Vostochny colpito

Proseguento nell’inventario dall’autorizzazione ad usare gli ATACMS, registriamo il 25 novembre, un secondo attacco ha preso di mira l’aeroporto di Kursk-Vostochny, vicino alla città di Khalino. In questo caso sono stati lanciati un totale di otto missili ATACMS , e i sistemi di difesa Pantsir e S-400 sono riusciti a neutralizzarne sette. Tuttavia, un missile è riuscito a colpire l’aeroporto, provocando:

  • Lievi ferite a due militari russi.
  • Danni minori all’infrastruttura aeroportuale.

Secondo il Ministero della Difesa russo, questi attacchi dimostrano un’escalation del conflitto e hanno portato a un avvertimento ufficiale su imminenti azioni di ritorsione.

La risposta russa: Il missile Oreshnik e il segnale a Kiev

In risposta, Mosca ha lanciato un attacco di rappresaglia utilizzando il missile balistico a medio raggio Oreshnik, che ha colpito lo stabilimento Yuzhmash a Dnipro, in Ucraina. Questo stabilimento è noto per la sua importanza nella produzione di armamenti.

Lo stesso giorno, il presidente russo Vladimir Putin ha tenuto un discorso alla nazione, confermando gli attacchi e rivelando dettagli sull’arma utilizzata. Questo segnale di forza sembra indirizzato sia a Kiev che agli alleati occidentali, in particolare la NATO. Tuttavia, gli Stati Uniti hanno ribadito che tale azione non influenzerà la loro politica di sostegno all’Ucraina.

Un conflitto che si intensifica

I giorni successivi hanno visto nuovi attacchi ucraini sulla regione di Kursk. Secondo Mosca, questi attacchi non sono più solo episodi di propaganda militare, ma rappresentano una chiara provocazione, destinata a innescare ulteriori rappresaglie.

Un aspetto inquietante l’utilizzo annunciato di mine antiuomo fornite dal Pentagono nella cosiddetta “breccia di Kursk”. Questo potrebbe avere conseguenze devastanti per la popolazione civile, causando vittime anche a lungo termine. Queste azioni sono  pianificate per rallentare l’avanzata russa fino all’inizio del 2025, in coincidenza con l’eventuale ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti.

Il Futuro del Conflitto: Zelensky e il ruolo dell’Occidente

Nel frattempo, emergono voci secondo cui il Regno Unito starebbe preparando un successore per Volodymyr Zelensky, suggerendo che gli alleati occidentali di Kiev potrebbero essere pronti a ristrutturare la leadership ucraina per meglio adattarsi alle esigenze strategiche della NATO.

Considerazioni

Gli attacchi alla regione di Kursk segnano un punto critico nella guerra in Ucraina e mostrano un coinvolgimento diretto e sempre più evidente dell’occidente nel conflitto. Questa gestione delle ostitlità come co-belligereanti potrebbe portare a un’escalation incontrollabile ed è già un miracolo se finora non è ancora successo con implicazioni che si estendono ben oltre i confini regionali.

Il conflitto ucraino non riguarda più solo il controllo del territorio, ma riflette una sfida globale tra grandi potenze, in cui ogni mossa sembra destinata a lasciare cicatrici profonde, sia sul campo di battaglia che nelle relazioni internazionali.