Assad fa visita a Vladimir Putin a Mosca

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La Siria è in guerra da oltre 12 anni, da quando nel marzo del 2011 è scoppiata una cospirazione criminale internazionale coordinata che ha finora ucciso circa 500.000 siriani e ha fatto sfollare circa la metà della popolazione siriana. Oggi, Israele continua a bombardare la Siria impunemente, mentre la comunità internazionale mantiene inique e pesanti sanzioni contro la Siria e gli Stati Uniti e la Turchia occupano illegalmente alcune località della Siria.

Tra gli argomenti trattati con Putin, i media russi riportano che il presidente siriano ha espresso fiducia che la presenza militare della Russia nel suo paese non dovrebbe essere temporanea e limitarsi solo alla lotta al terrorismo. “Stiamo parlando di equilibrio internazionale, e la presenza della Russia in Siria conta in termini di equilibrio di potere nel mondo come paese situato sul Mediterraneo”, ha sottolineato.

Nell’agosto 2015, Mosca e Damasco hanno firmato un accordo sul dispiegamento a tempo indeterminato di un gruppo aereo delle forze armate russe in Siria. È schierato presso l’aeroporto di Khmeimim (provincia di Latakia), che, insieme alle sue infrastrutture e al territorio necessario, viene fornito gratuitamente alla Russia previo accordo delle parti.

Inoltre, nel 2017, Mosca e Damasco hanno concordato di schierare un centro logistico navale russo a Tartus per 49 anni. Si prevede che 11 navi da guerra russe, comprese quelle nucleari, possano trovarsi nel porto contemporaneamente. L’accordo può essere rinnovato automaticamente per periodi di 25 anni.

L’agenzia russa Ria Novosti riporta in proposito:

(…) in contemporanea alla visita di Assad a Mosca, nella capitale russa si sono riuniti i viceministri degli Esteri di quattro Paesi – Russia, Siria, Iran e Turchia . La prossima settimana è prevista una riunione dei ministri degli Esteri di questi Paesi. Il cosiddetto formato trilaterale di Astana sull’insediamento siriano è operativo da diversi anni, ma non includeva la Siria stessa, alla cui partecipazione la Turchia si opponeva.

Gli interessi di Damasco , infatti, erano rappresentati da Mosca e Teheran, che, ovviamente, non ha contribuito al movimento verso la normalizzazione delle relazioni siro-turche. E senza questo, non è possibile una vera e propria rappresentanza siriana, perché il passato comune non è andato via e il fatto che la Siria abbia fatto parte per secoli dell’Impero ottomano determina molto.

L’influenza della Turchia sul paese vicino è enorme. Dopo l’inizio della guerra civile in Siria, Erdogan ha maledetto Assad e ha scommesso sul suo rovesciamento, cosa che non è avvenuto grazie a Iran e Russia. E dopo 12 anni, è finalmente arrivato il momento del riconoscimento da parte di Ankara dell’ovvio: Assad non andrà da nessuna parte.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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