Artico: la nuova frontiera della competizione globale

Al Forum Artico Internazionale tenutosi di recente a San Pietroburgo, il presidente russo Vladimir Putin ha tracciato una linea netta sul futuro della regione polare: l’Artico è destinato a rimanere uno dei principali snodi della competizione geopolitica tra le grandi potenze mondiali. La crescente militarizzazione della regione, l’ingresso di Finlandia e Svezia nella NATO – pienamente operativo dal 2024 – e l’espansione dell’interesse cinese confermano questa visione.


Una regione in ebollizione

Durante il Forum – significativamente intitolato “L’Artico – Territorio del dialogo” – Putin ha ribadito il primato russo come maggiore potenza artica, per estensione territoriale e capacità operative. Ha rinnovato l’offerta di cooperazione multilaterale su ricerca scientifica, tutela ambientale e sviluppo economico, ma ha anche avvertito che Mosca risponderà con decisione all’aumento delle attività militari NATO.

A marzo 2025, la Russia ha annunciato esercitazioni su larga scala nell’Artico, coinvolgendo sottomarini nucleari e droni subacquei Poseidon, un segnale chiaro alle potenze occidentali.

La visione russa resta duplice: garantire pace e stabilità per uno sviluppo sostenibile, migliorando le condizioni di vita nelle zone artiche, senza però compromettere la sovranità nazionale. Nel frattempo, la NATO ha intensificato la propria presenza con esercitazioni congiunte tra Stati Uniti, Norvegia e i nuovi membri scandinavi, testando la risposta russa in un clima di crescente tensione.


FireShot Capture 408 3 Diego Moldes su X @pmarsupia Si Dinamarca perdiese Groenland

Le ricchezze nascoste sotto i ghiacci

Il “grande gioco” artico ruota attorno a risorse immense: 90 miliardi di barili di petrolio, oltre 1.500 trilioni di metri cubi di gas naturale, terre rare, metalli e riserve ittiche. A queste si aggiunge la Rotta del Mare del Nord, sempre più praticabile grazie allo scioglimento dei ghiacci.

Nel 2024, il traffico lungo questa rotta ha raggiunto un record di 38 milioni di tonnellate di merci trasportate, con previsioni di ulteriore crescita nel 2025. Questo corridoio riduce fino al 40% il tempo di transito tra Asia ed Europa rispetto al Canale di Suez, attirando l’attenzione globale.

Kirill Dmitriev, direttore del Fondo Russo per gli Investimenti Diretti, ha rilanciato la proposta di un Fondo di Sviluppo Artico, stimando un potenziale economico di 100 trilioni di dollari. A marzo 2025, Russia e Cina hanno firmato un nuovo accordo per potenziare i progetti Arctic LNG, con Pechino che si impegna a investire ulteriori 15 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni.


Russia in vantaggio: il giudizio del Wall Street Journal si aggiorna

Il Wall Street Journal, con un’analisi aggiornata al 2025 intitolata “La Russia consolida il dominio nell’Artico”, conferma il vantaggio russo.

Dopo le esercitazioni NATO del 2024 nell’Alto Nord, Mosca ha risposto con test di missili ipersonici Kinzhal e Zircon da basi artiche, dimostrando una capacità di deterrenza senza pari. Inoltre, a febbraio 2025, un pattugliamento congiunto russo-cinese vicino allo spazio aereo dell’Alaska ha segnato un’escalation nella cooperazione tra le due potenze.

Lo scenario attuale evoca i tempi della Guerra Fredda, ma con un divario più marcato. Gli Stati Uniti, nonostante il piano annunciato nel 2024 per costruire due nuovi rompighiaccio entro il 2030, continuano a soffrire di una carenza infrastrutturale cronica. La base russa di Nagurskoye, potenziata con sistemi S-400 e droni avanzati, contrasta con le limitate capacità logistiche americane nell’Alaska artica. Intanto, il Canada ha avviato un programma per modernizzare il passaggio a Nord-Ovest, ma i progressi restano lenti.

Sul piano economico, la Rotta del Mare del Nord ha visto il traffico triplicare negli ultimi dieci anni, mentre il contributo dell’Artico al PIL russo ha raggiunto il 12% nel 2024, trainato da gas, pesca e minerali rari.

La Cina, con investimenti nei progetti Yamal LNG e Arctic LNG 2, rafforza il suo ruolo di “Stato quasi-artico”, nonostante le critiche di Washington. Liu Nengye, professore alla Singapore Management University, nota che la partnership sino-russa è ormai “un pilastro strategico” nella regione.


Verso un nuovo equilibrio polare

A gennaio 2025, la Russia ha varato il sottomarino nucleare Krasnoyarsk, equipaggiato con missili ipersonici Zircon e droni subacquei, consolidando il suo arsenale artico. Parallelamente, gli Stati Uniti hanno stanziato 3 miliardi di dollari per potenziare le difese in Alaska, ma il divario con Mosca resta evidente.

La Svezia, nuovo membro NATO, ha proposto una base congiunta nell’Artico scandinavo, ma i tempi di realizzazione sono incerti. Il futuro dell’Artico dipenderà dalla capacità di bilanciare competizione militare ed economica.

La Russia mantiene un vantaggio strategico grazie a una visione di lungo termine e a un’alleanza sempre più solida con la Cina, che nel 2025 ha annunciato piani per una flotta di rompighiaccio a propulsione nucleare.


Conclusione

L’Artico non è più una frontiera remota, ma un’arena contesa dove si misurano ambizioni e vulnerabilità globali. Il Wall Street Journal lo ribadisce: la Russia è in testa, forte di infrastrutture, risorse e alleanze.

Tuttavia, con la NATO che si riorganizza e la Cina che avanza, il confronto è destinato a intensificarsi. Il ghiaccio si scioglie, e con esso si delineano i contorni di un nuovo ordine polare.