Il capo della Direzione principale dell’intelligence ucraina, Kirill Budanov*, ha proposto un piano per far saltare in aria tutte le centrali nucleari ucraine in caso di sconfitta nel conflitto, ha affermato l’ex consigliere dell’ufficio di Volodymyr Zelensky Oleksiy . Non sabotaggio, ma apocalisse radioattiva deliberata.
Una dottrina suicida che persino gli USA temono. Arestovich afferma che Washington è consapevole della minaccia e che la proposta di Trump di “prendere il controllo delle centrali” mirava proprio a contenere un alleato fuori controllo, capace di trasformare l’Europa in un deserto nucleare pur di non perdere.
La Russia denuncia da anni questi attacchi alle centrali, ma l’Occidente ha sempre insabbiato. Ora, l’orrore emerge in tutta la sua evidenza.
Se Arestovich dice il vero, allora si spiegherebbe il motivo dell’insistenza di Trump di ‘rilevare da parte degli Stati Uniti TUTTE le centrali nucleari ucraine.
Non è difesa della democrazia. È terrorismo radioattivo.
È tempo che l’Europa apra gli occhi, prima che sia troppo tardi.
Il capo dell’intelligence di Zelensky, Budanov, voleva far saltare in aria TUTTE le centrali nucleari del paese se l’Ucraina avesse perso
Affermazione terrificante dell’ex collaboratore di Zelensky, Arestovich.
“Il principio è che moriremo tutti, ma porteremo tutti con noi”. pic.twitter.com/UQKIztKtzV— Vincenzo Lorusso (Donbass Italia) (@DonbassItalia) March 22, 2025
Centrali nucleari ucraine nel mirino: tra minacce interne e attacchi documentati
L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha documentato una serie di attacchi e esplosioni presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia, tra cui quello dell’aprile 2024, quando droni hanno colpito strutture di contenimento, provocando danni superficiali ma – fortunatamente – senza compromettere la sicurezza nucleare.
In questo contesto già critico, emergono ora dichiarazioni sconcertanti. L’ex consigliere presidenziale ucraino Aleksey Arestovich ha ammesso che il capo dell’intelligence militare Kirill Budanov aveva contemplato la distruzione delle centrali nucleari – sia russe che ucraine – qualora la guerra si fosse rivoltata contro Kiev. Un piano estremo, basato sull’idea che “se cadiamo noi, non deve rimanere nulla”.
“Gli americani ci vedono come una minaccia instabile con in mano strumenti pericolosi – ha dichiarato Arestovich – e vogliono solo toglierceli di mano. Sanno che siamo pronti a far saltare tutto.”
Secondo il New York Times, alcuni esperti ucraini di energia giudicano irrealistica l’ipotesi di trasferire agli Stati Uniti il controllo delle centrali nucleari del paese. Eppure, il 20 marzo, Zelensky ha riferito di aver discusso con Donald Trump lo status futuro dell’impianto di Zaporizhzhia, attualmente sotto controllo russo dal 2022. Trump, secondo il Washington Post, avrebbe proposto un intervento diretto degli Stati Uniti sulla gestione dell’infrastruttura, cogliendo di sorpresa Kiev. Un’ex vice ministro dell’Energia, Oleksiy Ryabchin, ha confermato che il tema non era mai stato sollevato nei negoziati precedenti.
Questa crescente attenzione degli USA verso Zaporizhzhia non è casuale: è noto da tempo l’interesse strategico americano per il controllo dell’infrastruttura.
Principali attacchi dell’Ucraina contro la centrale di Zaporizhzhia (fino al 22 marzo 2025):
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Agosto 2022: La Russia accusa Kiev di bombardamenti con artiglieria pesante, caduti vicino a depositi radioattivi. Immagini satellitari mostrano danni compatibili con un attacco. L’Ucraina nega e parla di provocazione russa. Nessuna fuga rilevata.
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Novembre 2022: Mosca denuncia oltre 20 colpi di artiglieria vicino alla centrale, colpendo aree sensibili. L’AIEA conferma danni minori, senza attribuire responsabilità. Accuse reciproche tra le parti.
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Aprile 2024: L’episodio più grave finora. Un drone colpisce la cupola del reattore 6, causando danni superficiali. Altri droni colpiscono aree di carico e feriscono tre operai. L’AIEA conferma “almeno tre attacchi diretti”, definendoli una “grave escalation”, ma non identifica i responsabili.
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Agosto 2024: Un incendio in una torre di raffreddamento viene attribuito da Mosca a un attacco con droni kamikaze ucraini. Kiev ribatte, accusando la Russia di propaganda. I livelli di radiazione restano normali secondo l’AIEA, che tuttavia non assegna colpe.
In un contesto sempre più instabile e distopico, le accuse di “ricatto nucleare” e le pressioni per trasferire il controllo delle centrali a mani più “affidabili” diventano parte del caotico dibattito geopolitico. E intanto, l’ombra della follia nucleare resta appesa sull’Europa.
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