Ecco come sono andate realmente le cose ad Aleppo: la UE non può ergersi a moralizzatrice

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Cosa succede ad Aleppo? E’ vero che l’esercito siriano ed i russi sono responsabili di orrori perpretrati nei confronti della popolazione civile? Oppure si tratta di guerra dell’informazione? Vi forniamo un quadro chiaro e dettagliato degli avvenimenti occorsi ad Aeppo negli ultimi due giorni. 

di Patrizio Ricci –  LPL News 24 

Ieri, rinforzi di combattenti jihadisti appartenenti alla coalizione “Jaish al-Fatah” provenienti dalla provincia di Idlib, sono giunti in periferia sud-ovest di Aleppo ed hanno lanciato un attacco contro le posizioni dell’esercito siriano. Il loro obiettivo era quello di unirsi con i loro colleghi, bloccati nei quartieri orientali. Inizialmente, i miliziani sono riusciti a premere le truppe governative ad Al-Zahra. I ribelli anche conquistato una parte del territorio vicino alla scuola Hikma, ma il successo è stato di breve durata. Una unità di combattimento “Hezbollah” ha respinto l’attacco e con il supporto dell’artiglieria siriana ha contrattaccato. Di conseguenza, il nemico si è ritirato.

al-zahra

Questo è accaduto mentre l’occidente chiedeva una tregua in Aleppo Orientale per permettere agli irriducibili (che avevano precedentemente rifiutato di fuoriuscire dalla sacca residua), di lasciare l’area.

Ciononostante, grazie alla mediazione della Russia e della Turchia, le parti hanno raggiunto l’accordo richiesto per l’evacuazione ed il trasporto dei combattenti jihadisti con le loro famiglie (circa in tutto 5.000 persone) in altre località in mano alla guerriglia antigovernativa.  Tuttavia, le  milizie sciite iraniane erano in disaccordo con questo piano. Esse avevano avanzato richieste che prevedevano il rilascio dei civili dalle cittadine di Kafraya ed al Fua, assediate dai ribelli .
Così è successo che quando i pullman si sono presentati nell’area di raccolta per caricare i miliziani, essi sono stati bloccati dalle milizie sciite.

A seguito della tensione derivante dall’attacco jihadista e dal blocco dei pullman, il cessate il fuoco è saltato e così il processo di evacuazione: il comando siriano ha ripreso a colpire i quartieri orientali. Nel corso della notte di ieri, ci sono stati diversi scontri e l’esercito siriano ha fatto indietreggiare il nemico nella zona di  Al-Sucre. Conseguentemente, l’area occupata da essi è stata ridotta a 2,5 chilometri quadrati.

[su_panel]Verso le 17.00 di oggi Damasco ha offerto nuovamente di proseguire i negoziati sulla resa, dopo di che le ostilità si sono concluse. Ovviamente, questo accordo non si sarebbe potuto fare senza i colloqui tenuti  ieri sera tra i negoziatori della Federazione Russa e e della Turchia, che hanno discusso il problema di Aleppo.[/su_panel]

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Questa mattina, nei quartieri orientali sono arrivati 20 “bus verdi”, e dieci ambulanze. Secondo testimoni oculari e come abbiamo visto tutti dai vari TG,  l’evacuazione dei feriti e dei ribelli (con le loro famiglie) è già iniziata ed in parte completata. In questo processo il corteo di mezzi è supportato dalla  Mezzaluna Rossa siriana e dall’organizzazione della Croce Rossa internazionale. Le forze armate russe stanno monitorando tramite droni le operazioni di evacuazione e Mosca ha avvisato tutte le parti che interverranno su eventuali assalitori che mettano in pericolo il trasferimento. Inoltre, lungo tutto il percorso gli autobus scortati e sorvegliati da soldati russi.

In questo momento l’evacuazione è ancora in corso e nel primo scaglione sono stati evacuate 1150 persone tra feriti e famiglie dei militanti e elementi armati. Tutti sono stati portati nella zona ovest della città dove raggiungeranno le destinazioni secondo gli accordi precedentemente presi.

Nel video che segue il monitoraggio della prima colonna in movimento:

A loro volta, le autorità siriane si sono impegnate a garantire la sicurezza di tutti i membri delle forze antigovernative  che hanno deciso di lasciare l’est di Aleppo. Come già detto,  è stata accettato  l’ accordo che prevede l’evacuazione di quindicimila civili dalle cittadine di al Fua’a e Kafraya ed il loro trasferimento nel territorio controllato dal governo siriano.

Nell’operazione per la liberazione di Aleppo non  c’è stato alcun massacro di civili, almeno per lo standard usato finora dall’esercito siriano per liberare le città. Bisogna tener conto che con il progredire della guerra l’esercito siriano ha fatto sempre meno vittime in quando ha acquisito esperienza nelle battaglie urbane, un impiego che la maggior parte delle sue forze  erano impreparate. In realtà, nella liberazione finale di Aleppo l’avanzata dei governativi è avvenuta molto rapidamente, così rapida che praticamente i ribelli si sono ritirati da vaste zone quasi senza combattere lasciando indietro munizioni e viveri  che sarebbero potuti bastare per mesi.

Tutto ciò è stato possibile inizialmente (conquista del quartiere Hanano) grazie alle forze speciali russe che hanno agito di notte con strumentazione per la visione notturna che i governativi non posseggono. C’è comunque la considerazione mai sfiorata dai media e dagli analisti che, se veramente i ribelli jihadisti avessero tenuto ai civili li avrebbero fatti uscire ( vedi qui ) e non gli avrebbero sparato contro come riferiscono, ne avrebbero sparato per anni in Aleppo Ovest con ogni genere di ordigni su scuole, ospedali, chiese.

Gli episodi citati dai media sono esagerati e non sono stati rilevati da fonti indipendenti ( vedi qui ) ma dai caschi bianchi e dagli attivisti ribelli che sui social hanno immesso messaggi e foto fuorvianti che in passato si sono rivelati fortemente spesse volte, falsi.

I fatti già a nostra disposizione sono eloquenti: per due  settimane è andata avanti l’evacuazione e la Comunità Internazionale non ha avuto grossi problemi. Ed infatti fino agli ultimi 2 giorni dell’offensiva non si parlava di eccidi, ma solo di civili che fuggivano in Aleppo Ovest . Però, paradossalmente quando rimaneva solo una zona di pochi chilometri quadrati  è sorto il problema: voci incontrollate riprese su tutti i giornali,  gridano al genocidio e fanno analogie con l’eccidio di Srebrenica (Bosnia), attivisti qaedisti alla CNN parlano  come voci della verità ecc.

Ho già detto che sicuramente ci saranno stati degli eccessi, jihadisti freddati sul posto, forse civili uccisi in circostanze da chiarire, non mi immagino una cosa differente. Episodi crudi sfuggiti alla catena di comando sono avvenuti anche in Iraq durante l’invasione Usa ed è successo a Ramadi  e succederà a Mosul. Ma tutto ciò non cambia la realtà delle cose e l’idendità e la posizione dei belligeranti.

[su_panel]Questi sono i fatti. Altro discorso è l’isteria informativa in corso. Negli ultimi giorni è partita una campagna mediatica tendente al discredito del nemico. Ed in questo caso, il nemico per l’occidente non sono i jihadisti ma la Russia, la Siria ed i loro alleati. E’ paradossale, perché in mancanza di questo supporto politico e militare,  la guerra, probabilmente si sarebbe conclusa già nel 2012. L’atteggiamento dell’Unione Europea è ingiustificato anche in considerazione che essa è la meno indicata per ergersi a moralizzatrice: non dimentichiamolo, la prima causa della guerra di Siria sono gli Stati Uniti, l’Europa ed i propri alleati del Golfo. che oggi mettono in atto una disinformazione in grande stile.[/su_panel]

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esempio di false flag messe in atto in questi giorni: una delle immagine utilizzate nella campagna in corso per dimostrare le atrocità dell’esercito siriano, in realtà è stata tratta da un videoclip musicale del 2014.

una delle immagine utilizzate nella campagna in corso per dimostrare le atrocità dell’esercito siriano, in realtà è stata tratta da un videoclip musicale del 2014

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questo il tweet degli attivisti

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Altro tweet indicato come massacro delle forze governative, mentre è riferito ad un massacro fatto da ISIS nel 2014:

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Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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