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"Amici di Parigi": una manovra per aggirare gli accordi di Ginevra

by Patrizio Ricci
9 Luglio 2012
in Post vari
0
uno degli ultimi missili balistici USA si chiamava PeaceKeeper "guardiano della pace", conteneva dieci testate atomiche di 300 chilotoni ciascuna. Come abbandonare questa mentalità di perseguimento della pace? (Vietato Parlare)

riassunto da un articolo tratto dal dal sito della TV libanese Al Manar (corsivo vietatoparlare.it):

Gli “Amici della Siria” Venerdì scorso hanno cercato non solo di aggirare gli accordi di Ginevra, ma anche di isolare la Russia (non è la prima volta).

In realtà questa conferenza è stata guidata da due aspirazioni: la prima quella di Turchia e  Qatar e di  alcuni paesi occidentali, (che in fondo non si aspettavano nulla di quell’incontro), che consiste in un intervento militare al di fuori del Consiglio di Sicurezza. E la seconda aspirazione che si basa su uno smantellamento dell’alleanza russo-siriana .

L’esito finale di questa riunione  degli “Amici della Siria” è emersa nel corso dell’ incontro ed in fondo lo stesso scopo per cui era stata realizzata: ottenere da parte del maggior numero possibile di Stati membri  la lettura francese degli avvenimenti.

(…)

La Russia e la Cina non hanno accettato l’isolamento  del presidente Bashar al-Assad, ma questo è  il cuore della richiesta della comunità internazionale. Cosa succederà a chi rifiuta questo diktat lo ha detto democraticamente il Segretario di Stato americano Hillary Clinton:   ” la Cina e la Russia pagheranno a caro prezzo la loro tendenza a trattenere i progressi il sostegno al regime di Assad ” ed ha aggiunto che è “impossibile tollerare questa situazione.”

Il capo della diplomazia russa Sergey Lavrov ha affermato che dopo la Conferenza sulla Siria, tenutasi il30 giugno a Ginevra, non era necessario convocare altri incontri per risolvere il problema siriano. Lavrov,  ha sottolineato che Mosca non sostiene gli obiettivi della “amici della Siria”, perchè “cercano di fomentare lo scontro piuttosto che soddisfare le condizioni per un dialogo nazionale senza alcuna interferenza esterna.”

Nel corso della riunione di Ginevra, i ministri degli Esteri dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la Turchia ei paesi che rappresentano la Lega Araba hanno concordato i principi condivisi per la risoluzione della crisi siriana. Tali principi sono l’istituzione di un governo di transizione che coinvolga tutte le parti in conflitto e con tutto l’esecutivo.

Tuttavia, alcuni funzionari occidentali, tra cui il capo della diplomazia francese, Laurent Fabius, ha detto dopo l’incontro che gli accordi raggiunti a Ginevra hanno escluso la partecipazione del presidente Bashar al-Assad, in un futuro, governo di transizione. Ma questa non è la  visione condivisa da Mosca.

Il raprresentante della diplomazia russa ha detto che gli “Occidentali si basano ancora sulla formula” noi e l’altro “(…). A nostro avviso, questo dovrebbe appartenere al passato molto tempo fa. La Russia non supporta una particolare figura politica in Siria, ma il lavoro necessario per far funzionare ed incoraggiare il necessario dialogo tra il governo e l’opposizione “.

Da parte sua, il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius ritiene che tutti i paesi che hanno firmato l’accordo di Ginevra dovrebbero chiedere del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di decidere un ultimatum (per poi far scatenare gli atti concreti, la rappresaglia).

Il ministro degli Esteri francese ritiene che sia necessario collegare l’applicazione dell’accordo di Ginevra del capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite.
Il capitolo intitolato “Azione rispetto alle minacce contro la pace, violazione della pace o atto di aggressione”, prevede l’istituzione di sanzioni o di usare la forza armata per mantenere o ristabilire la sicurezza internazionale. (Insomma gira e rigira si fa quello che è stato deciso all’inizio… si chiama dialogo o riunione per dare una parvenza di legalità?)

Ricordiamo che Lavrov aveva detto in precedenza la Russia non avrebbe approvato il Consiglio di Sicurezza di una risoluzione delle Nazioni Unite finalizzato a costringere la Siria per la pace.  (dialogo tra sordi)

Sempre nell’ambito della conferenza ° degli “Amici della Siria”, il capo della diplomazia europea Ashton è stata interessata dalla militarizzazione del conflitto in quel paese.

“Il pericolo di una guerra civile è diventato ancora più reale”, recita la dichiarazione dice Ashton, che ha chiamato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ad adottare le misure necessarie per attuare il piano di uscita crisi avanzata dall’inviato delle Nazioni Unite per la Lega Araba e la Siria a Kofi Annan.

Ed infine la cigliegina sulla torta: Ankara chiede una no-fly zone NATO.  Vuole l’intervento dell’Alleanza Atlantica per sviluppare un piano per stabilire una zona cuscinetto e una no-fly zone in Siria. In fondo si sono già esercitati dall’inizio dell’anno a ridosso della Siria e nel corso dell’ultima esercitazioe è stato abbattuto l’F4 turco vedi http://www.vietatoparlare.it/2012/07/07/la-verita-sullaereo-turco-abbattuto/
Ankara ha proposto alla NATO di formulare “un piano di azione di emergenza contro la Siria” dovrebbe essere attuato in caso di afflusso massiccio di profughi siriano territorio turco (si può benissimo provocare in qualche modo) . La parte turca ha particolarmente sentito la necessità di creare una zona cuscinetto in territorio siriano e la creazione di una no-fly zone sul paese (si è visto in Libia cosa ha significato e cosa significhi questo).

Nel frattempo, un anziano ministro degli esteri turco ha detto che la richiesta è stata accolta dal comando delle forze NATO in Europa che “è stato incaricato di effettuare i preparativi necessari.”

Nessun altra fonte ufficiale ha ancora confermato o negato queste informazioni.(Ma sappiamo che i preparativi necessari sono stati da tempo compiuti).

Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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