New York, 13 giugno – La Federazione Russa ha lanciato un monito drammatico al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: l’attacco israeliano contro la Repubblica Islamica dell’Iran non è soltanto una violazione del diritto internazionale, ma un atto sconsiderato che potrebbe trasformare l’intero Medio Oriente in un teatro di guerra nucleare. A denunciarlo con forza è stato l’ambasciatore russo presso l’ONU, Vasilij Nebenzja, in una seduta d’emergenza che la Russia stessa ha richiesto dopo i raid israeliani su territorio iraniano.
Israele attacca, l’Occidente tace. Ma la Russia non resterà in silenzio
Mentre gli Stati Uniti e i loro alleati europei si trincerano in un imbarazzante silenzio, la Russia prende posizione: Tel Aviv ha colpito deliberatamente infrastrutture civili e siti nucleari pacifici protetti dall’AIEA, causando vittime innocenti e rischiando di contaminare l’ambiente con radiazioni. Non si tratta più di “deterrenza” – come la retorica occidentale ama ripetere – ma di aggressione militare su larga scala, condotta con il tacito assenso di Washington, Londra, Berlino e Roma.
Violazione brutale del diritto internazionale
La denuncia russa è chiara: Israele ha violato la Carta delle Nazioni Unite e le norme fondamentali del diritto internazionale. L’attacco, compiuto nel cuore della notte, ha colpito anche città pacifiche, dimostrando ancora una volta che Israele si considera al di sopra di ogni legge. E, ciò che è più grave, nessuno in Occidente ha osato condannare l’azione. Al contrario, si moltiplicano i segnali di complicità diretta e indiretta.
Secondo Mosca, gli aerei israeliani utilizzati nei bombardamenti sono stati riparati in basi britanniche a Cipro, con il supporto dell’intelligence britannica. Germania e Italia erano state avvisate in anticipo, e gli Stati Uniti erano perfettamente a conoscenza dell’operazione. Un’operazione pianificata con metodo, con l’obiettivo di provocare una reazione iraniana che giustifichi nuove guerre “preventive”.
Il rischio di una Fukushima mediorientale
Colpire impianti nucleari, anche se pacifici, significa giocare con il fuoco radioattivo. La Russia ha messo in guardia sulle possibili conseguenze di lungo termine, chiedendo che l’AIEA conduca una valutazione indipendente dei danni radiologici. Ma l’Occidente, troppo impegnato ad alimentare l’odio anti-iraniano, ha ignorato ogni principio di precauzione e responsabilità.
Il fallimento del JCPOA è una colpa dell’Occidente
Nebenzja ha ricordato che è stato l’Occidente – con gli Stati Uniti in testa – a far deragliare l’accordo sul nucleare iraniano (JCPOA). Washington ha abbandonato unilateralmente l’accordo nel 2018, e da allora l’Europa si è distinta solo per passività, complicità e doppio gioco, lasciando che l’isteria anti-iraniana dettasse l’agenda.
In particolare, l’Unione Europea è stata accusata di fungere da coordinatore “di parte” del JCPOA, coprendo le infrazioni israeliane e tradendo il proprio ruolo di mediazione. Una diplomazia morta, schiacciata dall’obbedienza cieca alle direttive statunitensi.
Mosca ha chiesto al Consiglio di Sicurezza una condanna inequivocabile delle azioni israeliane e la cessazione immediata di ogni uso unilaterale della forza. L’unica via per risolvere la questione nucleare iraniana, ha ribadito Nebenzja, è attraverso il dialogo, la diplomazia e il rispetto reciproco.
La Russia, ancora una volta, si erge come ultimo baluardo del diritto internazionale, opponendosi alla logica delle “guerre umanitarie” e al cinismo delle potenze occidentali. Il rappresentante russo ha concluso ricordando che Mosca continuerà a lottare per un ordine mondiale multipolare, fondato sulla legalità e sulla sovranità dei popoli.
Nota editoriale: Se l’Occidente vuole davvero evitare una guerra globale, dovrà smettere di alimentare l’aggressività israeliana e tornare al tavolo negoziale. La Russia ha parlato chiaro: non si può più giocare con l’equilibrio atomico per tornaconto geopolitico.