Recentemente, Alex Jones è stato intervistato da Tucker Carlson, probabilmente il più celebre giornalista statunitense del nostro tempo, simbolo della libertà d’informazione e voce indipendente vicina al Presidente Donald Trump.
Tra i tanti temi esplosivi emersi nell’intervista, uno ha colpito in modo particolare: l’11 settembre 2001.
Ebbene, il 25 luglio 2001, quasi due mesi prima degli attacchi alle Torri Gemelle, Alex Jones andava in onda con una dichiarazione che oggi suona clamorosamente profetica:
“Il governo americano sta preparando un attacco false flag. Incolperanno Osama bin Laden. Potrebbe colpire il World Trade Center. Questo sarà l’evento scatenante per avviare una guerra globale e introdurre la legge marziale e restrizioni alla Costituzione.”
Non si tratta di una leggenda metropolitana. La trasmissione è reale, registrata e archiviata. Le sue parole sono documentate, accessibili e verificabili. Jones non parlò in termini vaghi: identificò l’autore, il bersaglio, gli effetti geopolitici, e la strategia di potere.
Una dichiarazione che oggi, alla luce degli eventi, assume i tratti di una vera e propria premonizione documentata.
Marzo 2001: anche X-Files sapeva?
Il 4 marzo 2001, sei mesi prima degli attentati, andò in onda il primo episodio dello spin-off di X-Files, “The Lone Gunmen”.
Trama dell’episodio? Un jet commerciale viene dirottato da un sistema remoto per schiantarsi contro il World Trade Center, in un’operazione architettata da funzionari corrotti del governo americano.
Motivazione? Creare un attacco terroristico simulato da attribuire a nemici stranieri, giustificando così una nuova stagione di guerra globale e controllo della popolazione.
Il primo episodio andò in onda il 4 marzo 2001 e la trama coinvolgeva una fazione ribelle all’interno del governo americano che pianificava di prendere il controllo di aerei tramite telecomando e di farli schiantare contro gli edifici del World Trade Center di New York City.
Questa puntata esiste. È pubblica. E mostra in dettaglio esattamente ciò che accadrà sei mesi dopo.
Le coincidenze sono troppe per essere ignorate
Due cose erano chiare:
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Alex Jones ha previsto l’11 settembre pubblicamente, con dettagli straordinari.
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Una produzione hollywoodiana, legata a X-Files e trasmessa in prima serata su Fox, ha raccontato esattamente quello scenario pochi mesi prima.
Jones è stato uno dei pochi a denunciare la narrativa ufficiale. Ha segnalato con anni d’anticipo che un’élite dentro l’apparato americano avrebbe utilizzato la paura per instaurare uno Stato di sorveglianza permanente.
E ciò che è seguito gli ha dato ragione: Patriot Act, guerre senza fine, espansione dell’NSA.
Messa in atto di una programmazione predittiva?
In ambito mediatico si parla di “predictive programming”, una tecnica con cui gli eventi futuri vengono rivelati attraverso fiction, cinema e TV, per preparare psicologicamente il pubblico ad accettarli.
Il messaggio viene “normalizzato” tramite l’intrattenimento, fino a che la realtà supera la finzione.
X-Files ne è un esempio evidente. Così come film come “Enemy of the State”, “Wag the Dog”, “The Siege”.
Il prezzo della verità
Alex Jones non è stato premiato per aver previsto l’11 settembre. È stato censurato, bandito, attaccato, processato, condannato.
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Accusato senza prove dirette di aver causato dolore per le sue opinioni
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Condannato a risarcimenti record da 1,5 miliardi di dollari
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Demonizzato pubblicamente da media e partiti
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Attaccato dalla stessa FBI, che l’ha etichettato “minaccia alla sicurezza nazionale” nel 2013
Lo Stato americano ha impiegato anni e risorse per distruggere la sua reputazione e chiudere InfoWars, la sua piattaforma mediatica.
La profezia si è avverata, ma il mondo ha voltato lo sguardo
Jones ha dichiarato che l’élite non gli ha mai perdonato due cose:
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Aver anticipato l’11 settembre e l’agenda che ne sarebbe seguita
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Essere diventato simbolo della resistenza contro la tecnocrazia globale
Secondo le sue parole:
“Se non mi avessero demonizzato dopo l’11 settembre, avrebbero dovuto rispondere alle mie accuse. Era più facile distruggermi.”
Nessuno ha ascoltato
Nel 2001, Alex Jones ha parlato. Nessuno ha ascoltato.
X-Files ha mostrato. Tutti hanno dimenticato.
E mentre il mondo bruciava e la libertà veniva erosa pezzo dopo pezzo, la voce che aveva messo in guardia milioni di americani veniva censurata, screditata, annientata.
Oggi, con tutto ciò che sappiamo, dobbiamo chiederci:
E se Alex Jones avesse avuto ragione su tutto fin dall’inizio?
Per comprendere l’impatto delle sue parole, è fondamentale analizzare quanto fosse specifica la previsione di Alex Jones. Parlare genericamente di un possibile “attacco false flag” non era un’idea del tutto inedita in certi ambienti alternativi. Soprattutto perché, il 26 febbraio 1993, il World Trade Center era già stato teatro di un grave attentato terroristico: un furgone carico di esplosivo venne fatto detonare nel parcheggio sotterraneo della Torre Nord, provocando sei morti e oltre mille feriti.
Quel primo attacco segnò un campanello d’allarme per gli Stati Uniti, rivelando la vulnerabilità delle infrastrutture critiche e l’emergere della minaccia del terrorismo internazionale sul suolo americano. Fu un evento reale, devastante, e per molti analisti rappresentò una sorta di “prova generale” per ciò che sarebbe avvenuto otto anni dopo.
In questo contesto, l’idea che le Torri potessero essere nuovamente prese di mira non era del tutto fuori dal radar.
Tuttavia, la dichiarazione di Alex Jones del luglio 2001 si distingue per un dettaglio fondamentale:
non solo indicò il bersaglio, ma identificò il colpevole designato – Osama bin Laden – prima che fosse nominato pubblicamente dai vertici americani.
E soprattutto, ne anticipò le conseguenze sistemiche: una guerra globale, l’introduzione della legge marziale, e gravi restrizioni alla Costituzione e ai diritti civili.
Questo è il cuore sorprendente della sua affermazione:
una previsione non solo tecnica, ma politica e strategica, che oggi, col senno di poi, assume un peso storico drammatico.
✨ Persecuzione politica
L’intervista è un’accusa articolata e durissima contro la censura orchestrata da media, giustizia e agenzie governative. Jones racconta nei dettagli come è stato colpito da un’operazione giudiziaria, politica e mediatica nata per distruggerlo dopo aver messo in dubbio eventi come Sandy Hook, collegandolo poi a Trump per colpirlo politicamente.
Jones accusa l’FBI, CIA, Dipartimento di Giustizia, e studi legali legati ai Democratici di aver fabbricato accuse e prove per ottenere sentenze monstre (oltre 1 miliardo di dollari). Tucker gli dà spazio completo per raccontare il suo punto di vista, arrivando a concludere che ciò che è successo a Jones potrebbe succedere a chiunque esprima idee dissidenti. Il discorso sfocia poi in teorie geopolitiche, profezie di guerra con Iran, pericoli di false flag e di manipolazione mediatica, terminando con un messaggio spirituale e politico.
E’ interessante che secondo Jones, l’ordine globale si sta disintegrando e nuove alleanze geopolitiche stanno emergendo. Il momento attuale come una rivoluzione spirituale in cui il bene e il male si stanno nettamente separando.
Inoltre, sostiene che anche coloro che promuovono il sistema oppressivo soffrono spiritualmente.
Come scudo per i tempi e le sfide odierne consiglia uno scudo spirituale fatto da lucidità e perdono. Parla della necessità di combattere l’oscurità senza odio, ma con chiarezza e connessione con Dio.