Afghanistan: dopo 20 anni gli USA forse usciranno dal paese, ma nulla è cambiato

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Il presidente Biden il 14 aprile 2021 ha annunciato un ritiro militare completo dall’Afghanistan (entro settembre).

Questo sostituisce l’accordo Trump-talebani che avrebbe visto l’uscita degli Stati Uniti il ​​mese prossimo. Dopo il fallimento dei colloqui intra-afgani, gli americani ora vogliono usare i mesi rimanenti per bilanciare il processo di ritiro fino a quando tutte le forze statunitensi non saranno fuori entro l’11 settembre.

“Questa è la realtà pratica e immediata scoperta dalla nostra revisione politica”(…) “Se infrangiamo la scadenza del 1 ° maggio negoziata dalla precedente amministrazione senza un chiaro piano di uscita, saremo di nuovo in guerra con i talebani, e questo non era qualcosa che il presidente Biden credeva fosse nell’interesse nazionale”. […] “Stiamo andando a zero truppe entro settembre.”

Rimarranno i contractors?

Le forze appartenenti alle forze regolari verranno ritirate ma rimarranno i contractors,  le forze speciali e gli agenti dei servizi segreti. Quantificando, si parla di 16.800 contractor, tra circa la metà americani ed il resto di paesi terzi. 

Attualmente i militari dell’esercito statunitense in Afghanistan sono 2500 , mentre i contractor sono molti di più. Il grosso del contingente è composto da ‘appaltatori della sicurezza’ che comprendono specialisti di vario tipo, come combattenti, addestratori, tecnici delle armi, piloti, addetti alla manutenzione della componente aerea , etc. Oltre a questi ci sono anche afgani che fanno da interpreti, addetti ai servizi etc.

Per quanto i contractor possano sembrare tanti in passato erano molti di più. Ad esempio, nel 2009 c’erano 68.197 appaltatori , la maggior parte della DynCorp International di Falls Church Virginia, la quale ha ricevuto la maggior parte dei finanziamenti USA.

Il contingente appartenente alla Nato è composto invece dai 2.500 soldati statunitensi dei militari della Nato per una forza complessiva di 9.600 uomini.

Il ritiro partirà – e come da accordo con i talebani – dal 1 maggio e dovrà essere completato nel mese di settembre di quest’anno.

I talebani hanno promesso che non attaccheranno le forze internazionali durante il loro ritiro (maggio – settembre 2021):

(… ) i talebani hanno anche promesso ai negoziatori statunitensi che non avrebbero attaccato “le forze internazionali, le grandi città afghane e alcuni altri obiettivi” (vedi qui)..

Però, sul ritiro degli appaltatori Il portavoce del Pentagono, John Kirby  è stato abbastanza vago:

“Ci sono piani preliminari che sono in fase di revisione per estrarre appaltatori con personale militare”, ha detto Kirby venerdì. “Chiaramente l’obiettivo è far uscire tutto il nostro personale e sospetto che gli appaltatori ne faranno parte”.

“Se ci sarà ancora bisogno del supporto di un appaltatore, semplicemente non lo so“, ha aggiunto. “Non abbiamo quel livello di dettaglio in questo momento.”

Bene, il ‘Pentagono’ non lo sa ed ha il ‘sospetto’. Naturalmente, questo non è credibile. Ma cosa accadrà  se il ritiro delle forze straniere non sarà completato?

Cosa accadrà se gli USA tergiverseranno ancora?

Secondo il Council on Foreign Relations (un think tank statunitense specializzato in politica estera e affari internazionali):

È probabile che i talebani definiscano questo un tradimento dell’accordo e rispondano prendendo di mira le forze statunitensi e altre forze internazionali per cercare di aumentare la pressione pubblica in Occidente per la loro rimozione. Ma se i talebani non riescono a raggiungere i propri obiettivi attraverso queste tattiche, potrebbero eventualmente tornare al tavolo dei negoziati.

Considerazioni

La guerra in Afghanistan è  stata la più grande sconfitta degli Stati Uniti. Ora stanno replicando in Siria, prima lo hanno fatto in Libia ed in Iraq. Non credo che al governo degli Stati Uniti questo sia stato un dramma. Il fine non è di risolvere le situazioni o di portare un rinnovamento culturale o la democrazia, l’importante è restare . Non è la guerra in sé che Washington cerca ma tenere la presa globale nei punti chiave del mondo. Si soddisfano così due requisiti: il primo è appunto restare ed il secondo utilizzare l’immenso apparato militare- industriale.

Per il resto, i cambiamento in 20 anni non sono stati un granchè. La sicurezza globale non è aumentata, così pure la vita degli afghani non è migliorata, al Qaeda esiste ancora. Se c’è una cosa che è aumentata, è la produzione di oppio ed eroina che è passata da un livello quasi zero ai livelli attuali (quasi il 90% della produzione mondiale).

L’attenzionamento USA su questo paese è costellato da una lunga serie di errori. La guerra contro al Qaeda  (che gli stessi Stati Uniti hanno creato), scatenata dopo l’11 settembre, è stata senza senso. Al-Qaeda aveva più sedi nel Pakistan che in Afghanistan. Attaccare i talebani perché avevano dato rifugio ad Al-Queda è stata una delle peggiori mosse strategiche degli Stati Uniti.

La maggioranza dell’opinione pubblica afgana sostiene i talebani, motivo per cui è stato impossibile rimuoverli negli ultimi 20 anni.

I talebani non sono un gruppo frammentato dei mujahideen , ma è composto da bambini e famiglie che sono stati sfollati e hanno perso le loro case a causa dei mujaheddin. Questi bambini si sono rifugiati in Pakistan perché non avevano nessun altro posto dove andare e non c’era alcun aiuto materiale né da parte degli Stati Uniti né dai Mujahadeen. Lì intere famiglie sono cresciute nelle madrasse dove sono stati indottrinati dai wahhabiti sauditi e dall’ISI pakistano. Entrambi vedevano questi ragazzi, molti dei quali orfani, come uno strumento utile per costruire un’alleanza culturale con l’Afghanistan.

Successivamente, i talebani sono andati per la loro strada, ma hanno ancora qualche rapporto con l’ISI saudita e pakistano. È stata questa relazione il motivo per cui hanno ospitato e protetto Al Qaeda. E perché nonostante il Pakistan sia un alleato americano, il Pakistan non lavorerà con gli Stati Uniti per dare la caccia ai talebani e nascondere i talebani all’interno del confine pakistano. L’ISI pakistano vede ancora i talebani come i “loro” figli che hanno cresciuto in modo da tradirli non è qualcosa che erano disposti a fare.

E tutto questo avrebbe potuto essere evitato se gli Stati Uniti o tramite i Mujahideen avessero fornito anche aiuti umanitari e riparo alle famiglie sfollate e ai bambini che hanno perso tutto in guerra. È stato il sostegno militare degli Stati Uniti ai mujaheddin che ha consentito ai mujaheddin di sfollare queste famiglie e ha causato la catena di eventi che hanno portato quei talebani a conquistare l’Afghanistan. Quindi gli Stati Uniti condividono la colpa per aver creato i talebani e il conflitto in Afghanistan sin dall’inizio.

Probabilmente – a meno di ripensamenti a cui siamo abituati – tutto tornerà come prima, con l’unica differenza  che oltre i talebani, adesso in Afghanistan c’è anche l’ISIS, la cui ascesa è stata favorita in funzione anti- Assad e contro l’eccessiva influenza degli sciiti in Iraq.

Una delle tante foto dell’Afghanistan degli anni 60, 70.

Forse era meglio lasciare l’Afghanistan all’Unione Sovietica, anziché inventare e supportare al Qaeda, quindi contribuire all’ascesa dei talebani e infine fare 20 anni di guerra a 100 miliardi l’anno.

Con 20 di guerra alle spalle gli USA non saranno mai ben accetti lì. Ma è troppo ottimistico pensare che gli strateghi statunitensi capiscano.

patrizioricci by @vietatoparlare

 


video correlato:

OBAMA: “Non abbiamo intenzione di restare altri dieci anni. Partiremo nel 2014″…

… quando Obama disse che entro il 2014 andremo via dall’Afghanistan “non vogliamo restare 10 anni”, ed ora sono 20… :

 

 

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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