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Home Editoriale ULTIMI POST

Ad ottobre la fine dell’embargo contro l’Iran ma per impedirlo Mike Pompeo minaccia “altre opzioni”

Il 18 ottobre di quest'anno sarà rimosso l'embargo sulle armi contro l'Iran, stabilito dalla risoluzione 2231 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 20 luglio 2015

20 Settembre 2020
in ULTIMI POST
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Ad ottobre la fine dell’embargo contro l’Iran ma per impedirlo Mike Pompeo minaccia “altre opzioni”
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L’Onu, il 14 agosto 2020, ha respinto una richiesta degli Stati Uniti di prolungare le sanzioni dell’Onu contro l’IRAN di altri 13 anni. In quell’occasione votò con gli Stati Uniti solo la Repubblica Domenicana senza che Russia e Cina – come ci sarebbe stato da aspettarsi – opponessero il veto.

Gli Stati Uniti avevano invitato il resto delle parti dell’accordo nucleare dell’Iran (JCPOA) e altri paesi a estendere il divieto di 13 anni sulla vendita di armi all’Iran.

Ora il problema è che gli USA non possono avere più voce in capitolo perchè si sono ritirati dal JCPOA. Ciò vuol dire che una volta che la loro proposta di prolungamento delle sanzioni è stata bocciata , le sanzioni effettivamente cesseranno ad ottobre e contro la loro interruzione gli USA non potranno manifestare neanche il diritto di veto, giacchè non fanno più parte dell’accordo.

Cionostante il segretario di Stato americano Pompeo aveva fatto alcune dichiarazioni in cui asseriva che le suddette sanzioni si sarebbero rinnovate comunque.

Oggi Euronews riporta che “l’Unione europea (UE) ha dichiarato che gli Stati Uniti d’America (USA) non possono avviare il processo di ripristino delle sanzioni delle Nazioni Unite (ONU) contro l’Iran, poiché si sono ritirati dall’accordo nucleare del 2015 con l’Iran”.

Ad intervenire è stato Josep Borrell, ministro degli esteri UE e coordinatore del piano d’azione globale congiunto (JCPOA).

Egli ha scritto di aver notato che l’amministrazione statunitense ha messo in atto il meccanismo che inverte le sanzioni revocate dalla risoluzione 2231 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite,

Tuttavia, “Borrell ha ricordato che gli Stati Uniti si sono ritirati unilateralmente dall’accordo raggiunto con l’Iran durante il mandato di Barack Obama sotto Donald Trump. Borrell ha dichiarato che l’amministrazione statunitense non ha partecipato a nessuna delle attività del JCPOA dopo il ritiro dall’accordo. “Pertanto, gli Stati Uniti non possono essere considerati una parte del JCPOA e non possono avviare il processo di reiterazione delle sanzioni delle Nazioni Unite nella risoluzione 2231 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”

Gran Bretagna, Francia e Germania hanno rilasciato una dichiarazione congiunta dello stesso segno con la quale ribadiscono che gli Stati Uniti non possono riavviare le sanzioni delle Nazioni Unite contro l’Iran .

Infine Borrel ha ribadito che “l’accordo con l’Iran è una delle pietre miliari importanti dell’architettura del disarmo mondiale, Borrell ha dichiarato che continuerà a lavorare per la protezione e la piena attuazione dell’accordo e che tutti dovrebbero agire di conseguenza”.

Ciononostante il segretario di Stato americano Mike Pompeo, ha più volte affermato che gli Stati Uniti non permetteranno la revoca dell’embargo sull’Iran. Ma ora, evidentemente, la possibilità che questo possa avvenire in maniera legale è del tutto sfumata. Ha però accennato alla possibilità che Washington utilizzi “altre opzioni”.

In particolare Pompeo martedì ha affermato che Washington impedirà all’Iran di acquistare “carri armati cinesi e sistemi di difesa aerea russi”.

In effetti l’Iran attende da tempo di rinnovare molti sistemi d’arma anche se nel frattempo supplisce con sistemi auto-prodotti e copiati. Comunque tra le più grandi criticità iraniane cui dovrà mettere mano c’è l’aviazione. Ciò che l’Iran possiede sono solo vecchi F-4 “Phantom”, F-5, F-14, così come il MiG-29 sovietico e il Su-24, con molti decenni di vita. In questo senso, per colmare il gap tecnologico l’Iran potrebbe acquisire i moderni caccia polivalenti russi Su-30SM e Su-35. Urgenti sono anche i sistemi missilistici mobili per proteggere la costa K-300P Bastion-P. C’è da scommettere che questo tipo di arma saranno tra le prime ad essere acquisite dato che potrebbero fronteggiare egregiamente eventuali gruppi d’attacco portaerei a largo delle coste iraniane.

F14 – Air Force I Erfan Kharrat I JetPhotos

Naturalmente gli Stati Uniti sanno tutto questo e vogliono impedirlo. Ad onor del vero sarebbe stato più semplice rispettare l’accordo nucleare e conservare dei rapporti pacifici.

Ma è stato scelto diversamente. Nel quadro di questa dinamica, la Casa Bianca non ha più mosse semplici. A meno che non decida per una guerra diretta. Tuttavia questo è da escludere sotto elezioni e si metterebbe tutto il mondo contro.

Perciò bisognerà vedere cosa intende Pompeo per altre ‘opzioni’. Sicuramente non sono estranee le recenti accuse contro l’Iran di voler uccidere l’ambasciatore degli Stati Uniti in Sud Africa  (l’Iran ha negato decisamente “anche perchè perchè non è implicato nell’assassinio di Suleimani”) e i ripetuti attacchi contro gli asset iraniani in Siria.

Naturalmente spero di sbagliarmi, ma è probabile arriveranno altre provocazioni o saranno messe in atto false flag per scompigliare abbastanza le carte e diminuire il fronte a difesa dell’Iran.

patrizioricci by @vietatoparlare

Tags: iranJCPOAUSA
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Autore

Patrizio Ricci associato Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Coofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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