Wall Street Journal: Israele ha preso di mira almeno 12 navi iraniane dirette in Siria

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Il Wall Street Journal di oggi – riportando fonti ufficiali governative statunitensi e ‘regionali’ –  ha rivelato che:

Dalla fine del 2019, Israele ha utilizzato armi, comprese le mine d’acqua, per colpire le navi iraniane o quelle che trasportavano carichi iraniani mentre navigavano verso la Siria nel Mar Rosso e in altre aree della regione. L’Iran ha continuato il suo commercio di petrolio con la Siria , spedendo milioni di barili e contravvenendo alle sanzioni statunitensi contro l’Iran e alle sanzioni internazionali contro la Siria.

ll rapporto afferma che Israele ha colpito navi iraniane o quelle che trasportavano carichi iraniani (sotto altra bandiera ma noleggiate dall’Iran) mentre navigavano in acque internazionali verso la Siria o verso altre aree della regione.  I sabotaggi e gli attacchi sono cominciati dalla fine del 2019 e hanno preso di mira almeno 12 navi iraniane o collegate all’Iran.  Per i sabotaggi sono state usate armi di vario tipo, comprese le mine marine.

Gli attacchi attribuiti agli israeliani non hanno affondato le navi, ma le detonazioni hanno costretto almeno due navi a tornare in porto in Iran, oppure hanno causato ritardi per riparazioni. Israele non ha smentito ed ha rifiutato di commentare il rapporto degli Stati Uniti.

La rivelazione arriva dopo che, mercoledì, un’altra nave portacontainer iraniana è stata danneggiata in un attacco nel Mediterraneo. L’incidente, provocato da un “oggetto esplosivo”, ha provocato un piccolo incendio, ma nessuno a bordo è rimasto ferito ( Jerusalem Post) .

Non è stato spiegato perché i funzionari statunitensi abbiano deciso di rendere pubblico questo rapporto. Ma come riporta Business Insider ,  l’ipotesi più accreditata è che siccome Biden e gli alleati europei hanno espresso il timore che Israele stia preparando un attacco contro l’Iran, l’intenzione è quella di dissuadere tale azione, visto che sono in corso trattative per un accordo per il nucleare iraniano.

La rivelazione dovrebbe anche attenuare la falsa retorica israeliana sulla rappresaglia contro un attacco alla loro nave da carico nel Golfo Persico e la fuoriuscita di petrolio lungo le coste israeliane a febbraio.

Infatti, come ricorderete, a metà febbraio un’enorme quantità di petrolio è fuoriuscita proveniente da una petroliera sconosciuta ed ha raggiunto le spiagge israeliane e libanesi:

Israele ha chiuso tutte le sue spiagge fino a nuovo avviso, dopo che una fuoriuscita di petrolio in mare aperto ha depositato tonnellate di catrame su oltre 160 chilometri di costa.  Si tratta di uno dei peggiori disastri ecologici del paese. La scorsa settimana il catrame è arrivato sulla costa israeliana dopo una forte tempesta.(News Yahoo)

Comunque il rapporto statunitense  non conteneva alcun suggerimento che la fuoriuscita di petrolio menzionata potesse essere stata causata da un presunto attacco israeliano alla petroliera coinvolta (The Guardian), ma queste nuove rivelazioni aprono questa eventualità come possibilità.

Ma intanto il partito Hezbollah libanese ha segnalato all’inizio di marzo l’intenzione di presentare una denuncia delle Nazioni Unite contro Israele per la fuoriuscita di petrolio (The Times of Israel) . Secondo la fonte Sott.net, nell’episodio del mese scorso, “sospetti agenti israeliani hanno attaccato una mina a limpet per attaccare la  nave iraniana mentre era ancorata vicino al Libano per fornire petrolio iraniano alla Siria. Questo tipo di mine vengono attaccate segretamente allo scafo delle navi in ​​porto e fatte esplodere in seguito, facendo buchi sui lati delle navi”.

L’amministrazione Biden sa che i rapporti sugli attacchi iraniani alle navi nel Golfo mettono l’Iran in cattiva luce al mondo. Questo per Biden probabilmente non sarebbe un problema, ma non si può dire che giovi alla distensione, ora che sta cercando di allentare la pressione sull’Iran per riaprire l’accordo nucleare.

E’ da considerare comunque che tali azioni sono atti di mera pirateria e creano un pericolo diretto a tutti i paesi rivieraschi. Non resta che sperare che questa denuncia possa essere utile per un diverso approccio ai problemi mediorientali.

Israele ha compiuto centinaia di raid aerei contro asset iraniani in Siria ed è uno dei paesi sospettati per l’uccisione del capo ingegnere nucleare in Iran.

patrizioricci by @vietatoparlare

 

 

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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