Si vota oggi all’Onu (per l’ennesima volta) la rimozione delle sanzioni su Cuba

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Non mi piacciono gli embarghi. Specie da quando sono diventati uno strumento di guerra economica e politica che applicando doppi standard nelle politiche dei diritti umani, colpiscono solamente le popolazioni. Riporto l’articolo del giornale francese Humanitè   del 27 ottobre 2016: “Il est temps de mettre un terme au blocus imposé par les Etats-Unis à Cuba “.

[su_heading style=”modern-1-blue” size=”24″]E ‘tempo di porre fine al blocco imposto dagli Stati Uniti a Cuba[/su_heading]

Stasera l’Assemblea generale delle Nazioni Unite esprime un nuovo voto dedicato alla risoluzione che chiede la revoca del blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti. Le sanzioni degli Stati Uniti contro Cuba sono il principale ostacolo allo sviluppo dell’isola e colpiscono le fasce più vulnerabili della società.

Il 27 ottobre 2015, 191 dei 193 Stati membri delle Nazioni Unite erano a favorevoli al testo che chiedeva  la fine dell’embargo. Questo voto quasi unanime, tuttavia, incontrò l’opposizione degli Stati Uniti e di Israele. La sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite di oggi sarà dunque il momento della verità circa le reali intenzioni degli Stati Uniti dopo il ripristino delle relazioni diplomatiche con Cuba.

Dal 1960, Washington ha imposto sanzioni economiche contro la popolazione cubana. Esse hanno avuto un impatto drammatico su tutti i settori della società e embargo-cubain particolare colpiscono i gruppi più vulnerabili, cioè i bambini, gli anziani e gli ammalati.
La retorica diplomatica utilizzata dagli Stati Uniti per più di mezzo secolo per giustificare la sua politica ostile nei confronti di l’Avana è oscillata nel corso del tempo: espropriazioni non compensate, alleanza con l’Unione Sovietica, e il supporto per i movimenti di indipendenza in Africa ei gruppi rivoluzionari in America Latina, la mancanza di democrazia ed il non rispetto dei diritti dell’uomo …

Dalla fine della guerra fredda, gli Stati Uniti hanno costantemente rafforzato le sanzioni economiche che soffocano il popolo cubano. Nel 1992, il Congresso ha approvato la Legge Torricelli, di natura extraterritoriale e quindi illegale secondo il diritto internazionale. Nel 1996, l’approvazione della Legge Helms-Burton – un’aberrazione giuridica per i suoi aspetti extraterritoriali e retroattivi –  hanno rafforzato l’assedio contro l’isola. L’amministrazione Bush ha aumentato la rappresaglia economica, tra cui la tra cui l’applicazione extraterritoriale per limitare lo sviluppo del commercio internazionale tra Cuba ed il resto del mondo.

[su_panel]Accade così, che se la società tedesca Mercedes vuole esportare le sue vetture negli Stati Uniti, il più grande mercato del mondo, deve dimostrare al Dipartimento del Tesoro che i suoi prodotti non contengono una sola oncia di nichel cubano. Allo stesso modo, se Danone vuole vendere i propri prodotti nel mercato statunitense, deve dimostrare che non contengono un solo grammo di zucchero cubano.[/su_panel]

Barack Obama ha adottato un approccio costruttivo nei confronti di Cuba, annunciando il 17 dicembre 2014 di stabilire un dialogo senza precedenti tra le due nazioni per risolvere pacificamente un conflitto che dura da troppo tempo. Le relazioni diplomatiche sono stati restaurate nel mese di luglio 2015 e il presidente degli Stati Uniti ha fatto un viaggio storico a L’Avana nel marzo del 2016.

Barack Obama ha anche invitato il Congresso a porre fine alle sanzioni economiche contro Cuba. Tuttavia, nessun altra amministrazione si è espressa chiaramente con gli enti internazionali circa le relazioni economiche e finanziarie verso Cuba, nella prospettiva della effettiva cessazione della persecuzione finanziaria.  Così, nel 2014, BNP Paribas è stata sanzionata con una multa record di 6,5 miliardi di euro per aver effettuato transazioni in dollari con Cuba. E ‘importante ricordare che la banca francese non ha violato alcuna legge francese e ha scrupolosamente rispettato la legislazione europea e internazionale. Gli Stati Uniti hanno semplicemente applicato le sanzioni extraterritoriali – e quindi illegali –  contro Cuba.

Le sanzioni hanno anche un impatto drammatico nel campo della salute. Cuba si trova nell’impossibilità di importare alcuni farmaci o dispositivi medici perchè prodotti esclusivamente dalle multinazionali americane. L’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite sottolinea che “le restrizioni imposte dall’embargo hanno contribuito a privare Cuba all’ accesso vitale ai farmaci, alle nuove tecnologie scientifiche e mediche, al cibo, al trattamento dell’ acqua ed alla elettricità. Il ‘New England Journal of Medicine’, una delle più prestigiose riviste mediche nel mondo, nota come “le sanzioni economiche contro Cuba sono una guerra contro la salute pubblica.”

Barack Obama ha preso una decisione coraggiosa nel ripristinare il dialogo con Cuba esprimendo la sua opposizione alla ritorsione economica. Come capo del potere esecutivo, il Presidente degli Stati Uniti può aprire la strada con l’adozione di alcune decisioni che contribuirebbero allo smantellamento del blocco. Quindi può autorizzare il commercio bilaterale tra le due nazioni, permettere a Cuba di utilizzare il dollaro nelle sue transazioni internazionali, consentire all’isola di acquistare sul mercato mondiale prodotti contenenti più del 10% di componente statunitense, legalizzare l’importazione nel mondo di prodotti fabbricati dalle materie prime cubane e accettare di vendere a credito all’isola prodotti non alimentari .

E’ ora di porre fine alle sanzioni economiche anacronistiche, crudeli e inefficaci, che sono stati unanimemente condannato dalla comunità internazionale. Costano un totale di $ 125 miliardi di dollari per l’economia dell’isola e che infliggono inutili sofferenze al popolo cubano.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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