Raid in Siria: gli USA hanno trovato il modo di unire l’utile al ‘dilettevole’?

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Secondo alcune indiscrezioni Washington e Londra starebbero saggiando la possibilità di collaborare con il governo siriano contro ISIS tramite l’utilizzo di ‘canali diplomatici segreti’. Poteva essere una notizia positiva ma alla luce di alcune dichiarazioni autorevoli, si capisce che tale eventualità è solo un’illusione: “Washington non scenderà a patti con Damasco per combattere i miliziani sunniti” ha detto il segretario alla difesa americano Chuck Hagel. Gli ha fatto eco il ministro degli esteri britannico Hammond: “Non collaboreremo con Assad contro Isis’ – perchè –  ‘non é pratico, né sensato, né utile’. Quindi la possibilità di estendere i raid aerei americani in Siria, ‘festeggiata’ (come al solito senza giudizio) da tutti i nostri media nazionali non mi solleva ma mi preoccupa.

Infatti come si può ragionevolmente pensare che chi ha usato finora solo l’inganno, la simulazione, il raggiro sarà ora sincero? I piani USA messi in campo per aiutare i ribelli ‘moderati’  a rovesciare Assad  non sono mai stati accantonati. L’amministrazione USA (con la propria corte di falchi) non ha mai rinunciato alla caduta del governo legittimo siriano: perciò ora è grande la tentazione di rivolgere a proprio favore la situazione.

La misura di questa ambiguità è data dalla dichiarazione di uno dei capi di ISIS sul Corriere: “Noi stiamo ricevendo ancora più armi e di migliore qualità da quegli stessi luoghi da cui partono per i curdi”. Cosa significa? Significa che ISIS continua ad essere alimentato finanziariamente e logisticamente. ISIS potrebbe essere un utile pretesto per entrare in Siria e completare in modo ‘corretto’ la sua stessa opera.

Vale la pena evidenziare un particolare di non poco conto, mai sfiorato nel corso dei report giornalistici: senza il requisito della collaborazione e quindi dell’accettazione da parte del governo siriano dell’intervento, con che legittimità gli USA  potranno ordinare i raid in un paese sovrano? La situazione attuale di caos non è certo una buona ragione per annullare la sovranità di un paese che da tre anni resiste contro i salafiti ‘sfuggiti di mano ‘ a Washington’…

La situazione sul terreno non si presta certo a bombardamenti generalizzati:  ci sono miliziani ovunque provenienti da ogni parte del mondo a sostenere la Jahad. Dall’altra parte, dalla parte del governo siriano, ci sono iraniani e hetzbollah. Un miscuglio di forze spesso poco identificabili dall’alto e sparse in tutto il territorio a macchia di leopardo. Nelle stessa città o villaggio la situazione è spesso mutevole e anche quartieri contigui hanno sorti talvolta alterne con continui passaggi di fronte..  Come farebbero gli USA a colpire ISIS nei centri abitati senza causare ulteriori vittime tra la popolazione e riuscire laddove l’esercito siriano non è riuscito con anni di combattimento (e migliaia di caduti tra le proprie fila)? Qualcuno crede veramente che le clyster bomb o le bombe intelligenti farebbero meno male delle ‘barrel bomb’? Come abbiamo visto in Libia, in Iraq, a Gaza,  gli attacchi aerei nei centri abitati causano inevitabilmente migliaia di vittime innocenti. Si capisce allora quando il Papa si è detto contrario ai bomardamenti. papa Francesco ha anche detto che  l’uso della forza contro l’aggressore deve essere frutto di una  scelta condivisa , cioè deve passare tramite il mandato dell’ONU… solo così sarebbero più difficili ambiguità e comportamenti reticenti.

Continuano a parlare gli esperti, parlano tutti ma perchè  l’opinione dei siriani, sulla loro vita, vale sempre meno?

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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