Quali furono le 2 prime richieste della piazza liberale al feroce Assad? Alzare il divieto del niqab e chiudere il Casinò

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Alcuni ‘illuminati’ ancora oggi dicono che è falso che la ‘rivolta’ siriana fosse animata sin dall’inizio dall’integralismo islamico. Beh si spera che almeno di fronte all’evidenza queste persone si possano ricredere. Perchè bisogna sapere che due delle prime richieste fatte dalla piazza che chiedeva democrazia  al  ‘feroce dittatore’ (per la cronaca tutte esaudite), erano state le seguenti:

[su_icon_text icon=”icon: arrow-circle-right”]far indossare il niqab (il velo integrale) agli insegnati[/su_icon_text]

[su_icon_text icon=”icon: arrow-circle-right”]chiudere l’unico casinò del paese[/su_icon_text]

[su_panel]Facendo alcune ricerche ho rintracciato questo articolo della Reuters in cui si legge:[/su_panel]

[su_quote style=”flat-light”]La Siria alza il divieto del niqab, chiude il casinò, in segno di distensione ai sunniti La Siria ha revocato oggi il divieto agli insegnanti di indossare il velo integrale e ha ordinato la chiusura di un casinò, mosse volte a placare i musulmani conservatori nel paese strettamente controllato che ha visto settimane di disordini.[/su_quote]

E’ da notare che Reuter usa la parola ‘ musulmani conservatori ‘ e semplicemente ‘sunniti’ omettendo di usare invece la parola ‘salafiti’, o ancora più precisamente ‘Fratelli Musulmani’  

L’articolo della Reuter prosegue dicendo poi queste testuali parole:

[su_quote style=”flat-light”]Lo scorso mese sono esplose proteste a favore della democrazia nella città musulmana sunnita di Deraa e in seguito si sono diffuse in altre città, compresa la città portuale di Latakia, in cui convivono più religioni, ponendo la più grande sfida alla regola di 11 anni di Assad.

Migliaia di persone hanno protestato venerdì a Douma, sobborgo di Damasco, insoddisfatti dai gesti che il presidente Bashar al-Assad ha fatto verso la riforma.

Le decisioni di mercoledì mirano a rassicurare i conservatori religiosi nella maggior parte dei paesi musulmani sunniti, dove la gerarchia dominante appartiene alla minoranza settaria alawita, una propaggine dell’islam sciita. [/su_quote]

In sostanza si legge che la rivolta è a favore della democrazia e che la minoranza settaria alawita non la concede, perciò è accettabile – dice l’agenzia – che si siano messe in atto rivolte sanguinose per chiedere al governo di concedere alle insegnati di indossare il Niqab a scuola.

Questo ‘reperto’ è interessante, si noti come sin da subito la grande stampa offre una piena legittimazione alla rivolta. E l’argine al fondamentalismo islamico che Bahar al Assad mantiene per mantenere lo stato laico, multietnico e multiculturale, viene  indicato eufemisticamente  come ‘mancanza di tolleranza verso i musulmani’.

[su_panel]Ma come esprime Assad questa ‘mancanza di tolleranza verso i musulmani’? Cosa fa il ‘feroce dittatore’ verso le richieste ricevute ad Aprile? Ebbene, le esaudisce tutte. Ma non solo, emana anche un’amnistia generale. ‘

Questo lo si legge sulla pagina del Washington Post del 31 maggio 2011:

[/su_panel]

 

[su_panel]La amnistia è rivolta a 10.000 persone coinvolte nelle proteste di piazza (ma che in realtà furono anche armate con l’uccisione di poliziotti e soldati dell’esercito).

Ciò credete che porterà ad un’atmosfera distensiva in cui cominciare un dialogo? Neanche per sogno:  tutte le riforme verranno rifiutate ed anche quell’amnistia sarà rifiutata dall’opposizione, tuttavia sarà messa in atto ugualmente.

Il motivo è chiaro: l’opposizione aveva paura di non realizzare il vero obiettivo, il ‘regime change’. Rifiutando un cambiamento democratico si è arrivati allo spettacolo’ che potete vedere tutti oggi: un paese in rovina, milioni di siriani fuggiti, centinaia di migliaia morti, la guerra ancora in corso. (qui tutto l’articolo del Washington Post).

Buongiorno occidente![/su_panel]

 

 

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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