Negli Stati Uniti è risaputo chi è il colpevole della tragedia dell’Ucraina – Joseph Biden

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Nel febbraio 2014 in Ucraina non è avvenuta una rivoluzione democratica, bensì un colpo di stato con le armi. Inoltre, questo colpo di stato e il rovesciamento del Presidente legittimo a Kiev sono stati compiuti sotto la guida diretta degli Stati Uniti. E la crisi «che si è poi sviluppata, ha portato l’Ucraina alla rovina a tutti i livelli».  Proprio a tali conclusioni è giunto Stephen Cohen, politico americano, pubblicista e professore onorario in Storia delle università di Princeton e di New York.

È il quarto anno che Stephen Cohen e il conduttore radiofonico John Batchelor discutono il tema di una nuova guerra fredda tra Stati Uniti e Russia.

Secondo Cohen, la crisi ucraina che ha portato alla riunificazione della Crimea alla Russia, così come all’inizio di una guerra indiretta tra Stati Uniti e Russia nell’est dell’Ucraina, è un evento fondamentale del XXI secolo.

Questa crisi ha trasferito una nuova guerra fredda fino ai confini della Russia e ha messo l’Ucraina sull’orlo del collasso economico. Migliaia di Ucraini sono morti, milioni hanno perso le loro case e la maggior parte dei cittadini del Paese tenta disperatamente di tornare al tenore di vita che aveva prima del 2014. Questi eventi hanno anche portato all’incremento del potenziale militare della NATO vicino ai confini occidentali della Russia, ad esempio nella regione del Baltico, che è solo causa di inasprimento della tensione nella zona.

Ma gli Americani ignorano tutto ciò. Stephen Cohen ne è sicuro, poiché i miti della propaganda politica e l’incompetenza professionale dei media americani distorcono la storia della crisi ucraina.

Secondo lui, esistono due versioni opposte della crisi ucraina. La prima versione è la versione di Washington e Kiev, secondo cui la causa di tutto è stata «l’aggressione» del Cremlino e del Presidente russo Vladimir Putin.

Conformemente alla seconda versione – quella russa – la ragione di tutto è stata «l’aggressione» dell’Unione europea e della NATO, dietro i quali si erge Washington. Inoltre, la versione russa, secondo Cohen, «è più vicina alla realtà dei fatti del 2013-2014». Dopotutto, nel gennaio 2014, Putin, che si stava preparando per i Giochi Olimpici di Sochi, non aveva alcuna motivazione di provocare una crisi internazionale su vasta scala con l’Occidente o l’Ucraina. Inoltre, «la Russia e l’Ucraina hanno legami culturali e storici secolari, appartengono alla stessa civiltà. E l’emergere della crisi ucraina è un duro colpo per l’unità di questa civiltà, mirato per dividerla, se non per annientarla». Si può solo supporre che sotto la definizione di «civiltà» Cohen sottintenda il mondo russo.

Lo studioso ricorda che è stata la Russia a cercare di persuadere l’Unione Europea a concludere un accordo economico «trilaterale» con l’Ucraina, che includesse Mosca, al fine di mantenere ampie relazioni commerciali tra Ucraina e Russia. Tuttavia, i leader dell’Unione Europea hanno obbligato Kiev a dover scegliere tra Russia e l’Occidente. Nel corso degli anni, Washington ha investito miliardi di dollari in Ucraina, e la «marcia» verso l’Ucraina è iniziata molto prima degli eventi al Maidan. Beh, e Janukovič non era necessariamente un protetto pro-Cremlino, come i media americani lo raffiguravano. Questo è un altro mito per l’uomo americano qualunque. Questo è lo sguardo sugli eventi ucraini di Stephen Cohen.

Un giorno prima che la folla armata ha costretto Janukovič a fuggire dal Paese, con la mediazione di tre ministri degli Esteri dell’Unione Europea (N.d.T. tedesco, polacco e francese), ha firmato l’accordo, che doveva rendere possibile una soluzione pacifica della crisi, affinché si formasse un governo di coalizione con i leader dell’opposizione e le elezioni presidenziali anticipate. Quindi, lo strumento per la risoluzione democratica della crisi era pronto. Perché nessuna delle parti dell’occidente ha difeso il proprio accordo, insistendo sulla necessità di rispettare le sue condizioni, non è ancora del tutto chiaro, come segnalato da The Nation, dove sono pubblicate le discussioni di Cohen con Batchelor.

«Per noi è necessario svelare un altro mito. La presa della residenza di Janukovič è stata determinata dai cecchini, che avevano ucciso circa 80 tra manifestanti e poliziotti al Maidan. Per molto tempo si è ritenuto che Janukovič avesse mandato quei cecchini, ma ora è praticamente comprovato che quei cecchini erano combattenti del gruppo neofascista «Settore Destro» (bandito in Russia –N.d.R.)», dice Cohen. La crisi ucraina, ha detto, era semplicemente una provocazione anti-Russia proprio ai confini della Russia, nella sfera dei suoi interessi più stretti. E Washington ha implementato questa provocazione.

Secondo Cohen, ciò che esacerba la situazione è il fatto che l’amministrazione Trump promette di dotare Kiev di armamento letale, secondo un pretesto completamente inventato «per impedire a Putin di continuare l’aggressione contro l’Ucraina». E Kiev interpreterà la fornitura di armamento americano come semaforo verde da parte di Washington, per l’inizio di una nuova operazione offensiva nel Donbass, che si concluderà di nuovo con un fiasco dal punto di vista militare per Kiev.

Il professore nomina anche la persona, responsabile personalmente, di tutto ciò che sta accadendo oggi in Ucraina. Si tratta dell’ex Vicepresidente Joseph Biden, che il Presidente Obama ha nominato responsabile del “progetto ucraino”. Quel Biden, che a febbraio 2014 ha consigliato al Presidente democraticamente eletto dell’Ucraina, Viktor Janukovič, di dimettersi e fuggire dal Paese.

Per quanto riguarda il governo che ha preso il potere in Ucraina con l’aiuto di Washington, questa autorità è completamente corrotta, non negozia le riforme, e lo stesso Presidente Porošenko è estremamente impopolare tra gli Ucraini, conclude Cohen.

Fonte: www.fondsk.ru

Link: https://www.fondsk.ru/news/2018/01/09/v-us-nazvan-chelovek-vinovnyj-v-tragedii-ukrainy-dzhozef-bajden-45391.html

9.01.2018

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Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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