Mediterraneo: utile cortina o paravento per l’ipocrisia?

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Molti servizi in TV giustamente stigmatizzano le tragedie umane in mare di chi cerca di fuggire all’oppressione ed alla paura sognando un’altra vita (si spera che sia così, anche se i 15 cristiani buttati in mare costituiscono un fatto inquietante…). Ma vediamo in breve le cause e come l’Europa reagisce.


La ‘primavera’…

Nel 2011 abbiamo attaccato la Libia, un paese sovrano; un popolo che non aveva fatto alcun atto ostile nei nostri confronti, si è visto azzerato ogni progresso fatto negli ultimi 40 anni. Non importa se con poca o molta convinzione: abbiamo devastato e ucciso senza dichiarazione di guerra. Forti del nostro ‘diritto’ di proteggere.

A fine guerra si è visto che è stato un errore: la Libia (come aveva predetto Gheddafi) si è ‘somalizzata’. l’Italia semplicemente non ne ha parlato, nessun esame di coscienza sulle improvvide decisioni prese, nessuna condanna di uomini politici per certe responsabilità. Almeno qualche dimissione? No, niente.
Vedendo il caos che ne è seguito solo qualche pigolio, qualche ‘forse è stato un errore’, ‘è stato Napolitano’, ‘ io non centro’ etc. Come se fare una guerra non dovesse passare prima per il Parlamento…

Ma tant’è: i vari governi italiani che si sono succeduti hanno nascosto la polvere sotto il tappeto, pensando di mettere ‘una pezza’ nonostante gli esiti evidenti. I suoi leaders hanno dimostrato non soltando di essere voltagabbana ma anche di essere degli incompetenti. Sleali: perchè il nostro Paese aveva appena sottoscritto un trattato di non aggressione con Tripoli. Iincompetenti: perchè avevamo ottenuto importanti e vantaggiosi accordi commerciali.

La storia la sappiamo: la Libia è stata riportata quarantanni dietro dai missili cruise e dalle bombe, anche italiane.
Non era la prima volta. Ci eravamo appena scusati con i libici, pronti a fare una bella strada ‘riparatrice’ come segno di sincerità e del ‘nuovo corso’.

La straordinaria operazione bellica fu messa in atto nel 2011 per rispondere agli ‘obblighi internazionali’. ‘Gheddafi uccide il suo popolo’. ‘I suoi uomini stuprano prendendo il viagra’ e così via dicendo… Ci avevano detto i nostri leaders, ‘yes man ‘ compiacenti delle alleanze (ma solo quelle potenti).
Si saprà poi che tutto questo non era vero ma pazienza: ‘era un dittatore, no? Insomma qualcosa avrà pur fatto’…  E’ un’immagine che tanto ci piace. intervenire contro un dittatore e per giunta antipatico, ci emoziona e tanto basti…

Così l’Italia nel 2011  ha effettuato un disastroso quanto immotivato attacco ad un paese sovrano inserita nella coalizione ‘Unified Protector‘.

 

Conseguenze dell’attacco Nato alla Libia e regime change

Tawergha-Libya1Nella coalizione dei ‘volenterosi’ abbiamo contribuito a distruggere l’apparato produttivo di un’intera nazione. Travalicando ampiamente i compiti della risoluzione Onu abbiamo distrutto impianti civili per le telecomunicazioni, l’acquedotto più grande del mondo (il GMR), le scuole senza risparmiare i centri abitati (Tripoli è stata bombardata per mesi)… Le immense riserve della Bank of Libia sono sparite, prelevate come risarcimenti per i paesi che sono intervenuti.

Alla fine è stato dato la Libia in mano ai jadisti.  Li abbiamo riconosciuti  come ‘ il legittimo rappresentante del popolo libico’. Natturalmente senza chiedere nulla ai libici.

La Libia di oggi è un territorio senza più alcuna legalità, a detta di osservatori internazionali, esperti, giornalisti e testimoni sul campo. Ong come Human Right Watch e l’onu stessa denunciano l’uso sistematico della tortura, di abusi, di omicidi, di indicibili e feroci atrocità perpetrate nelle prigioni e nei siti di detenzione a disposizione delle milizie jadiste e delle bande criminali che si sono spartite geograficamente il paese e le sue risorse.

Oggi inorridiamo delle centinaia di morti in mare che sono anche conseguenze di quelle scellerate azioni. Ma perchè uomini sono disposti a rischiare così tanto? Solo per la repressione del regime libico che impediva le partenze. Non solo: Gheddafi faceva lavorare nel suo paese ben 2.000.000 di cittadini africani provenienti dai paesi limitrofi. Forse molti di quelli sono saliti sui barconi, forse quelli che non sono stati uccisi dai liberatori e sono fuggiti fuori al paese.

Ci siamo comporati come delinquenti  e campioni di opportunismo: i delinquenti sanno fare bene i loro ‘calcoli’ noi non siamo stati capaci neanche di fare bene entrambe le cose.

Abbiamo dato il paese in mano ad i parenti stretti di ISIS che per prima cosa hanno messo in atto la sharia. 1700 bande hanno imposto  i loro feudi privati (Amnesty Internationale e Human Right hanno denunciato le metodiche violazioni dei diritti umani del ‘nuovo’ corso) mentre i nostri rappresentanti non hanno mai smesso dire ‘condanniamo il terrorismo e siamo in prima linea nella guerra al terrore’ e ‘io sono Charlie Hebdo’ …

Mare Nostrum

Mare nostrum fu il nome romano per il Mar Mediterraneo, fu ripreso poi nel Risorgimento ed in epoca fascista. In tutti e tre i casi voleva dire che l’Italia aveva il controllo del Mediterraneo. Oggi abbiamo dato a quel nome un’accezione diversa: il Mediterraneo è di tutti fuorchè nostro. Elemento unificatore: un cimitero.

Operazione ‘Triton’ e politica europea

 Oggi l’Italia è alle prese con un enorme flusso migratorio che trova le sue cause nella destabilizzazione che la politica occidentale ha creato in vaste zone dell’Africa e del mancato contenimento sulle frontiere libiche.
L’Italia attualmente sta trattando le operazioni di soccorso in mare alle imbarcazioni stracolme dei migranti che si dirigono verso le nostre coste come normali soccorsi in mare.

In realtà non è così: l’Europa ha reso più difficile per i migranti raggiungere le nostre coste diminuendo il numero di imbarcazioni militari dedicate a questo tipo di attività e limitando a soli 30 miglia dalla costa italiana l’ambito di intervento .
In definitiva, L’operazione Triton restringe l’ambito di intervento per il soccorso in mare.
Tradotto: lo scopo dell’operazione Triton è rendere più pericoloso e complessa la traversata dei migranti.

Alla luce di quanto sopra perché ci si scandalizza se aumentano le morti in mare? L’Italia accettando il Triton ha accettato le sue conseguenze ampiamente prevedibili.

Nel frattempo lo stato continua con una politica ambigua nei confronti della Libia avendo riconosciuto sia il governo di Tobruk, sia il governo di Tripoli formato dai jadisti di al Qaeda
(Jadisti e laici vanno bene a patto che gli interessi italiani petroliferi in Libia vengano salvaguardati?).

Le possibili soluzioni

E’ ovvio che se non si vuol trasformare il Mediterraneo in un cimitero  ci sono due opzioni. LA PRIMA: si vada a prendere i profughi in Libia con le proprie navi (accettando tutte le conseguenze). LA SECONDA : si impedisca che arrivino aiutandoli a casa loro e si attui una politica estera estera più giusta facendo cessare le guerre provocate anche dall’Italia: la guerra in Siria ed in Libia.

In entrambi i casi si eviterebbero molte più morti di gente innocente. Molti di più di 100 operazioni Mare Nostrum messe insieme.

L’Italia decida cosa fare ma prima decida chi vuol essere.

 

Patrizio Ricci – Vietato Parlare

 

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Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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