Le forze americane nel nord della Siria, per quattro mesi sono ferme con l’ISIS in casa poi dicono di attaccare ma …

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[su_heading style=”modern-2-blue” size=”21″]Le forze americane nel nord della Siria, per quattro mesi sono ferme con l’ISIS in casa poi dicono di attaccare ma due settimane avanzano solo 12 km[/su_heading]

Le ingenti forze statunitensi, francesi e alleate delle Syrian Democratic Force (SDF) che hanno occupato tutto il nord della Siria senza colpo ferire e patteggiando con l’ISIS il proprio cambio di casacca nelle fila dell’SDF, da quattro mesi non effettuano più azioni offensive contro i miliziani del Califfato, benché questi occupino ancora una vasta sacca a nord dell’Eufrate (che confina ad est con l’Iraq), per giunta situata proprio all’interno della zona di propria competenza.

E’ degno di nota che mentre le forze USA erano ‘assopite’,  per tutto l’arco di questi quattro mesi, le milizie dello stato islamico hanno effettuato ogni giorno incursioni contro le forze siriane posizionate sulle sponde dell’Eufrate mentre nessun attacco è stato compiuto dai terroristi, contro le forze statunitensi o ad esse affiliate.

Poi un breve risveglio. Washington pressata dal governo iracheno che giudica intollerabile che la sacca dell’ISIS coincida ad est con i proprio confini nazionale, ha deciso un’operazione militare per eliminare la sacca detenuta dall’ISIS, con l’ausilio delle milizie della  SDF.  L’annuncio ha avuto il tono delle grandi occasioni: “I giorni in cui l’Isis controlla il territorio e terrorizza la popolazione della Siria stanno arrivando alla fine”, ha detto il primo maggio il portavoce del dipartimento di stato americano, Heather Nauert.

Si è trattata della prima attività di contrasto al terrorismo dopo mesi in cui nessuna azione ostile è stata compiuta contro le forze dell’ISIS.

Ma è fortemente indicativo che a tutt’oggi – ovvero dopo due settimane dell’annuncio Heather Nauert – le forze statunitensi e quelle dell’SDF sono penetrate solo di 12 Km all’interno del territorio detenuto dallo Stato Islamico

Le forze statunitensi si sono concentrate però contro l’esercito siriano: l’US Air Force ha effettuato un attacco contro le forze russo-siriane in aprile lasciandone in una sola notte a terra a centinaia. In quell’azione l’aviazione americana ha dato fondo a tutti gli aerei a propria disposizione nelle basi dei paesi limitrofi. Sempre contro l’obiettivo dell’esercito governativo il 14 aprile gli Stati Uniti ed alleati  hanno lanciato un attacco missilistico sulla Siria con 105 missili Tomawak per un incidente chimico imputato all’esercito siriano ma senza prove. E’ evidente che se un centesimo di questo apparato bellico fosse stato usato contro lo Stato Islamico, il problema sarebbe stato risolto da un pezzo.

 

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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