La questione demenziale dell’embargo contro la Siria: i tedeschi lanciano un appello

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Le sanzioni  colpiscono tutti, però sono ‘democratiche’: l’Italia , paese democratico, da 4 anni non rinuncia ad infliggere indifferentemente a tutte le componenti della società siriana  sanzioni pesantissime. Ma allo stesso tempo si fa promotore della difesa dei ‘diritti umani.

Dalla società civile tedesca un appello a Angela Merkel, ve lo propongo per una maggiore diffusione

Appello alla Cancelliera Federale Angela Merkel , ai deputati ed alle frazioni parlamentari di Berlino e di Bruxelles

Cessate l’affamamento del popolo siriano! Basta con l’embargo, affinché il popolo siriano possa ritrovare la pace!

Da oltre 4 anni gli USA conducono -per interposta persona- una guerra sanguinosissima contro la Siria. Essi forniscono ai gruppi islamisti le armi più moderne, li fanno istruire dai propri consiglieri militari nei campi d’addestramento in Turchia e in Giordania. Il regime wahabita saudita e le altre monarchie del golfo replicano il copione già sperimentato in Afghanistan negli anni ’70 e mettono a disposizione miliardi di dollari per reclutare e armare le truppe di ISIS e Al Nusra.

La responsabilità del governo tedesco e dell‘ Unione europea (UE)

L‘Unione europea e il governo tedesco partecipano a questa sporca guerra. Dal 2011 hanno proclamato l’embargo contro la Siria. Lo scopo dichiarato di tale embargo era quello di paralizzare l’economia del paese e di spingere la popolazione a ribellarsi contro il governo. In combutta con USA, Arabia Saudita e con le altre monarchie del golfo, Europa e Germania hanno:

  • congelato i conti siriani all’estero
  • vietato le importazioni dalla Siria, in particolare quelle  di petrolio grezzo come pure ogni tipo di transazione economica, in modo da impedire l’importazione dei beni indispensabili al popolo e all’economia del paese. Anche le rimesse degli emigrati sono bloccate!
  • proibito le importazioni di carburante, olio da riscaldamento, tecnologia e impianti per la raffinazione del petrolio e per la produzione di gas liquido necessario per la produzione di energia elettrica. Senza benzina e senza corrente elettrica, sia l’agricoltura, come anche ‘industria alimentare, l’artigianato e l’industria sono di fatto paralizzate.

Il notiziario televisivo del 14 febbraio 2012 si chiedeva cinicamente: „fino a quando potrà resistere l‘economia di Assad?“ e concludeva poi trionfalmente: „L‘economia siriana è a terra.
Già prima della rivolta popolare il 30% della popolazione doveva accontentarsi di poco più di un euro al giorno. L‘inflazione galoppa. Il costo dei generi alimentari è raddoppiato, mentre scarseggiano diesel e merci d‘importazione.

Persino a Damasco manca la corrente per 3 ore al giorno, ed in altre località per periodi ancora più lunghi.“ Oggi, a distanza di 3 anni, il prodotto nazionale lordo è diminuito del 60%, la percentuale di disoccupazione è svettata da 15 al 58%.
Il 64,7% dei siriani vive in uno stato di miseria estrema e non è più in grado di procurarsi gli alimenti indispensabili. In una simile situazione di degrado, nella quale si diffondono violenza, fanatismo e criminalità, ISIS e Al Nusra trovano un fertile terreno per il reclutamento di nuovi combattenti…

Affamare un popolo è un crimine

L’aver dichiarato l’embargo contro un paese in via di sviluppo come la Siria equivale ad una dichiarazione di guerra particolarmente disumana. Già al tempo della guerra in Iraq negli anni ’90, più di un milione di persone, fra le quali almeno 500.000 bambini, dovettero soccombere a seguito dell’embargo. Vogliamo superare ora il risultato allora raggiunto? L’embargo funziona da moltiplicatore ed alimenta la guerra fratricida: 220.000 morti, quasi un milione di feriti e mutilati, più di 10 milioni di profughi: non vi bastano ancora?

Vi chiediamo, signora Cancelliera, signori deputati e frazioni parlamentari, di agire subito

  •  l‘embargo contro la Siria deve cessare a più presto in modo che l‘economia del paese possa riprendersi e che ulteriori sofferenze vengano risparmiate alla popolazione
  •  siano elargiti al paese generosi aiuti economici per la ricostruzione
  • siano immediatamente riprese le relazioni diplomatiche e si rispetti la sovranità del paese.

É giunto il momento per il governo tedesco  e L`Unione europea di assumere il ruolo di intermediazione in questo conflitto e di dare cosí un contributo al ristabilimento della pace in siria e nella regione
Continuare a mantenere l’embargo equivale ad essere corresponsabili di un genocidio!

 

LINK AL SITO: http://www.freundschaft-mit-valjevo.de/wordpress/

 

 

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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