La guerra siriana potrebbe riesplodere con rinnovato vigore

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La liberazione della città siriana di Abu Kamal, l’ultimo bastione di Dash, non significa la fine delle ostilità del paese, dove continuano i conflitti tra le forze governative e organizzazioni e altri gruppi terroristici in tutta la Siria. In altre parole, la guerra civile continua, e in certe circostanze può rideflagare con un nuovo impulso.

In primo luogo, il processo di pace non è ancora iniziato, e la posizione della comunità internazionale è ben lontana dalla convinzione di lanciare un processo di soluzione pacifica. Le aree di limitazione dell’escalation, che sono state concordate sono limitate a specifici territori. In queste aree – dove la composizione ed i referenti delle milizie armate  è  variegata – la situazione è caratterizzata da frequenti scontri; inoltre i paesi che sostengono le milizie armate hanno propri interessi geopolitici in Siria, contrari alla posizione di Mosca e Damasco.

In secondo luogo, la conferenza nazionale di dialogo siriano, proposta dalla Russia, è stata rinviata ad altra data. Inoltre, i negoziati di Ginevra hanno subito un rallentamento: anche in questo caso, i rappresentanti dei paesi occidentali alle Nazioni Unite parlano di Damasco che usa armi chimiche e questo è in cima alle loro intenzioni. Poter dichiarare a tutti i costi illegale il ‘regime siriano’ è più importante per loro che arrivare alla pace come ‘perdenti’. In proposito, tutti ricordiamo che la totalità delle Conferenze di Ginevra sono state usate sistematicamente per rinfocolare il conflitto; come una sorta di come palcoscenico per lanciare nuove accuse contro Assad. A tutto questo si aggiungono le nuove tensioni sorte a seguito del colpo di stato di palazzo a Ryad e l’alleanza Arabia Saudita Israele in funzione anti-iraniana.

In terzo luogo, parlare di vittoria sul terrorismo è prematuro. Ne è prova il Segretario generale della Nato Stoltenberg che ha manifestato la ‘disponibilità’ della NATO a continuare a combattere contro Dash e altri gruppi terroristici. Se la Nato ha bisogno di questo motivo per restare in Siria, le “cellule dormienti” di cui pullula il paese gliene ne daranno purtroppo occasione.
Anche il segretario alla Difesa USA, Mattis si è espresso in linea su una persistenza della presenza attiva degli USA in Siria.

In questo contesto è certo che la Russia sa benissimo l’esistenza di questi fattori e continuerà ad aiutare il governo siriano per ristabilire sicurezza e stabilità. Purtroppo però i segnali che arrivano da più parti , indicano tutti la chiara volontà della Comunità Internazionale di isolare la Federazione Russa dal mondo occidentale. Prova ne è infatti il Primo Ministro inglese Teresa May che ha appena detto – parlando alla camera dei Lord – che la Russia ‘minaccia l’ordine mondiale’.

In questo scenario resta il mistero dei curdi che rappresentavano prima della guerra il 9% della popolazione ed ora controllano un terzo del paese insieme a circa 4.000 militari USA che stazionano in circa 70 diverse basi.

E’ cosi la superbia di onnipotenza distrugge il mondo . La geopolitica è una scienza che dimostra il male dell’uomo ed il suo scetticismo a vivere in pace.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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