Kerry alla conferenza dei donatori: “Ma che cosa volete? Volete che io faccia la guerra con i russi ?!”

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Kerry, esasperato, alla conferenza dei donatori a Londra: “Ma che cosa volete? Volete che io faccia la guerra con i russi ?!”

Interessante. Un articolo su ‘Zero Hedge’  (‘an Exasperated John Kerry Throws In Towel On Syria: “What Do You Want Me To Do, Go To War With The Russians’?!) cita prima un pezzo dell reuters di oggi che dice:

“Le forze russe e siriane hanno intensificato la loro campagna sulle aree controllate dai ribelli intorno Aleppo dove vivono circa 350.000 persone e gli operatori umanitari hanno detto che la città, la più grandedella Siria. Potrebbe presto cadere”

Proseguendo, l’editorialista ‘Tyler Durden’, domanda al lettore:

Riesci a individuare cosa c’è di sbagliato in quella citazione, presa da un pezzo di Reuters di oggi? Ecco il problema: “potrebbe presto cadere”, ciò implica che Aleppo è sul punto di soccombere alle forze nemiche.
Non lo è. E ‘già nelle mani del nemico e lo è stata da parecchio tempo. Cosa Reuters avrebbe dovuto dire è invece esattamente questo: “… (Aleppo ) potrebbe  essere presto liberata.”

Infatti: “Mentre noi saremmo i primi ad ammettere che Bashar al-Assad non è esattamente il miglio leader della storia nell’arte del governo, si può scommettere che la maggior parte dei siriani oggi vogrrebbero che questa guerra non fosse mai iniziata e se si dovesse chiedere a coloro che sono bloccati in Aleppo com’è la loro qualità di vita ora, rispetto a come era prima del 2009, siamo abbastanza certi che scoprireste che i residenti non sono particolarmente innamorati della vita sotto la miriade di ribelli che oggi controllano la città”.

”In realtà quello che sta succedendo – dice Tyler Durden – è che la Russia e l’Iran hanno circondato Aleppo e una volta che “cadrà” (per citare Reuters) cadrà  praticamente  l’opposizione. O almeno  l’opposizione “moderata”. E i sauditi e i turchi ”lo sanno”.

Proseguendo l’articolo Tyler Durden considera che benchè John Kerry, stia cercando disperatamente di riavviare i negoziati di pace in fase di stallo a Ginevra, il problema per il suoi alleati regionali  è semplice: ”se la Russia e l’Iran spazzano via l’opposizione sul campo di battaglia, non c’è alcuna necessità di colloqui di pace”. Il governo di Assad sarà  ripristinato ed ora è certo che salvo avvenimenti imponderabli, sarà così. ISIS non preoccupa (per questo gli attacchi dei russi si concentrano soprattutto contro i ribelli jadisti” “ISIS sarà ancora operativo ad Est del paese ma questo sarà un problema che Mosca e Teheran risolveranno in breve tempo mentre i principali centri urbani del paese sono in sicurezza”.

In definitiva: ” Riyadh e Ankara sono estremamente preoccupati che cinque anni di sforzi per cacciare Assad si stanno vanificando”  . Questa consapevolezza rende restie Turchia ed Arabia Saudita a sedersi ad un tavolo negoziale senza un cessate il fuoco. ”Da parte loro , i russi e gli iraniani hanno manifestato la loro disponibilità a discutere di un cessate il fuoco”, ma il problema è che l’opposizione ha posto pre-condizioni inaccettabili.

Insomma alla fine esasperato Kerry ha detto agli operatori umanitari a margine della conferenza dei donatori Siria svoltasi questa settimana a Londra : ” Non prendetevela con me, andate a incolpare la vostra opposizione ”.

La diplomazia americana ha anche detto che il paese si dovrebbe aspettare altri tre mesi di bombardamenti a termine dei quali l’opposizione verrà decimata , secondo il ”Midde Est Eye”   Kerry ha lasciato gli operatori umanitari con “la netta impressione” che gli Stati Uniti stanno abbandonando gli sforzi per sostenere i combattenti ribelli.

In altre parole, Washington sa perfettamente che c’è un solo modo per uscire da questa situazione. Le opzioni a disposizione sono: andare in guerra con la Russia e l’Iran o ammettere che questo il fallimento per cambiare il regime in Siria non è recuperabile tramite i mezzi messi in campo.

Kerry alla fine ha considerato (parlando ad un operatore umanitario presente alla conferenza dei donatori a Londra) che la colpa del fallimento dei negoziati è dell’opposizione “che non voleva negoziare e non voleva un cessate il fuoco, e se ne è andata”.

Ed ha aggiunto”Che cosa vuoi che io faccia? Andare in guerra con la Russia? È questo che vuoi?

Gli Stati Uniti hanno completamente abbandonato l’idea che Assad debba dimettersi. Ora, a quanto pare, Washington vuole solo che Assad smetta di usare le ‘barrel bomb” così che gli Stati Uniti possono rendere la cosa accettabile all’opinione pubblica” (da loro stessi formata ndr).

‘Zero Hedge’ non lo dice, ma la richiesta americana suona subdola perchè l’argomento proposto come ‘condizione’ è stato negato sempre dal governo siriano più volte e comunque non si conosce l’entità  reale del problema. Il governo siriano sicuramente ha colpe di aver gestito male l’aggressione ma rimane il fatto che di aggressione comunque si tratta.

Naturalmente Kerry non sarà in grado di “vendere” questa storia ai sauditi, turchi e qatarioti e perciò resta l’incognita di come reagiranno.  Perchè è sicuro che loro non accettano ”il crollo dell’opposizione degli Stati Uniti, meglio conosciuta come Free Syrian Army.”

E infatti, così conclude l’articolo di Zero Hedge: “O questa guerra per procura si trasforma in una vera e propria guerra mondiale nelle prossime due settimane, o Aleppo “cade” per mano di Assad e questo segna una sconfitta davvero umiliante per la politica estera degli Stati Uniti e, cosa più importante, è un autogol dei sauditi che vedono fallito il tentativo di stabilire l’egemonia sunnita nella penisola arabica .

”L’unica altra opzione per John Kerry , è  affrontare i russi in battaglia. Ma come è evidente dalle fonti sopra citate, Washington chiaramente non ha nessuna intenzione di farlo”.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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