Il governo inglese protegge i terroristi di Manchester

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L’organizzazione terroristica Gruppo combattente islamico libico (LIFG), ha una grande presenza a Manchester e è collegata all’attentato

Tony Cartalucci, LD, 24 maggio 2017
Come sospettato in quasi tutti i recenti attentati in Europa, come in Francia e Belgio, il sospettato dell’attentato a Manchester che ha ucciso 22 persone e ferito altre era noto alle agenzie di sicurezza e d’intelligence inglesi. The Telegraph nell’articolo, “Salman Abadi sarebbe l’attentatore di Manchester, cosa ne sappiamo“, riporta: “Salman Abadi, 22 anni, era noto ai servizi di sicurezza, si pensa sia tornato dalla Libia questa settimana”. Mentre i primi articoli tentavano di elaborare una narrazione sull’attentatore quale “lupo solitario” che aveva organizzato ed eseguito l’attentato, la natura dell’ordigno utilizzato e i dettagli dell’attentato rivelano che certamente era un’operazione eseguita da chi aveva esperienza diretta con un’organizzazione terroristica o era da essa diretta.

Una comunità di terroristi attivi a Manchester
Lo stesso articolo del Telegraph ammette: “Un gruppo di dissidenti anti-Gheddafi, membri del gruppo combattente islamico libico (LIFG), erano vicini di Abadi a Whalley Range, tra cui Abdalbasit al-Zuz, di Manchester, che aveva lasciato la Gran Bretagna per dirigere una rete terroristica in Libia supervisionata da Ayman al-Zawahiri, successore di Usama bin Ladin a capo di al-Qaida. Al-Zuz, 48 anni, esperto bombarolo, fu accusato di dirigere una rete di al-Qaida nella Libia orientale”. Telegraph riportò nel 2014 che “al-Zuz aveva da 200 a 300 militanti sotto il suo comando ed era esperto nella fabbricazione di bombe. Un altro membro della comunità libica di Manchester, Salah Abuaba, secondo canale 4, nel 2011 finanziò il LIFG mentre era in città. Abuaba sostenne di aver raccolto fondi presso la moschea di Didsbury, frequentata da Abadi”.

Così, l’esperienza richiesta per l’attentato di Manchester abbondava tra i membri del LIFG nella comunità. Il LIFG è infatti un gruppo terroristico dichiarato tale dal governo del Regno Unito nel 2005 e che continua ad apparire sulla sua lista dei “gruppi o organizzazioni terroristici” che appare sul sito del governo. L’elenco del governo (PDF) afferma esplicitamente che: “L’LIFG cerca di sostituire l’attuale regime libico con lo Stato islamico. Il gruppo fa anche parte del movimento estremista islamista globale ispirato da al-Qaida. Il gruppo compì diverse azioni in Libia, tra cui un tentativo nel 1996 di assassinare Muammar Gheddafi”.

Quindi, sorprendentemente, secondo il Telegraph, una fiorente comunità di terroristi noti viveva consapevolmente tra la popolazione inglese senza alcun intervento del governo e delle agenzie di sicurezza e intelligence del Regno Unito, e i cui membri viaggiavano regolarmente all’estero partecipando a conflitti e terrorismo prima di tornare apertamente a casa, non solo senza essere incarcerati ma anche senza essere monitorati.

Il LIFG appare anche nell’elenco delle Organizzazioni Terroriste Straniere del dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Sorprendentemente, appare nella sezione intitolata “Organizzazioni terroristiche straniere cancellate” indicandone la rimozione dal 2015. Altrove sul sito del dipartimento di Stato degli USA, vi è una relazione del 2012 in cui si descrive il LIFG: “Il 3 novembre 2007, il capo di al-Qaida (AQ) Ayman al-Zawahiri annunciò la fusione tra AQ e LIFG. Tuttavia, il 3 luglio 2009, i membri del LIFG nel Regno Unito dichiararono di respingere qualsiasi associazione con AQ”.

La relazione inoltre menziona il ruolo del LIFG nelle operazioni di cambio di regime di NATO e Stati Uniti in Libia nel 2011: “All’inizio del 2011, dopo la rivoluzione libica e la caduta di Gheddafi, i membri del LIFG ne crearono il succedaneo, il Movimento islamico libico per il cambiamento (LIMC) divenuto uno dei numerosi gruppi ribelli riuniti sotto l’ombrello dell’opposizione nota come Consiglio Nazionale di Transizione. L’ex-capo del LIFG e capo del LIMC Abdalhaqim Bilhajj fu nominato comandante militare di Tripoli dal Consiglio di transizione libico durante la rivolta e negò ogni legame tra il suo gruppo e AQ”.

Infatti, il capo collegato ad al-Qaida guidò il regime instaurato dalle operazioni militari di Stati Uniti e Regno Unito. Non solo, prominenti politici statunitensi si recarono in Libia a sostenere personalmente Bilhajj (anche scritto Belhaj). In una nota immagine, il senatore John McCain stringe la mano e offre un dono al capo terrorista dopo il crollo del governo libico. La relazione del dipartimento di Stato degli USA sul LIFG termina con informazioni sulla sua “area di attività”, sostenendo: “Fin dalla fine degli anni ’90, molti membri fuggirono nell’Asia sud-occidentale e nei Paesi europei, in particolare Regno Unito”.

Per i residenti di Manchester, il governo inglese sembra aver categoricamente evitato d’informarli della minaccia che vive apertamente tra loro. Mentre la popolazione inglese è divisa e distratta dalla strategia della tensione incentrata su Islam, musulmani e islamofobia, la minaccia molto specifica dei terroristi sanzionati da Stati Uniti e Regno Unito che vivono e operano nelle comunità inglesi viene trascurata dal pubblico. Tuttavia, è improbabile che le agenzie di sicurezza ed intelligence inglesi semplicemente “trascurassero” tale minaccia. Tali estremisti prosperano nelle comunità inglesi senza intervento governativo, indicando complicità e non incompetenza.

I terroristi del LIFG mano destra degli anglo-statunitensi

The Guardian in un articolo del 2011 intitolato “Il gruppo combattente islamico libico, da al-Qaida alla primavera araba“, afferma: “Il servizio d’intelligence e sicurezza inglese in Libia si è concentrato per 20 anni sul gruppo dei combattenti islamici libici (LIFG) che si oppone a Muammar Gheddafi e collabora con al-Qaida, rinunciando alla vecchia visione del jihadismo e partecipando alla rivolta armata che ha rovesciato il regime”.

L’articolo in realtà non è altro che un tentativo di ritrarre un’organizzazione terroristica come “riformatasi” data la maggiore consapevolezza del pubblico sulla natura dei “ribelli” libici filo-USA e filo-Regno Unito. I membri del LIFG non solo aiutarono i governi statunitense e inglese a rovesciare il governo libico nel 2011, ma partirono, con armi e soldi occidentali, per la Turchia della NATO dove organizzarono l’invasione della Siria settentrionale.

The Telegraph, in un articolo del novembre 2011 intitolato “Il capo islamista libico con l’opposizione dell’esercito libero siriano“, riportava: “Abdulhaqim Bilhaj, capo del Consiglio militare di Tripoli ed ex-capo del gruppo dei combattenti islamici libici, “incontrò i capi dell’esercito libero siriano a Istanbul e al confine con la Turchia“, secondo un ufficiale che lavora con Bilhaj. “Mustafa Abduljalil (il presidente provvisorio libico) ce l’aveva mandato“.

L’articolo continuava: “Gli incontri furono segno del crescente legame tra governo libico ed opposizione siriana. The Daily Telegraph rivelò che le nuove autorità libiche avevano offerto soldi e armi all’insurrezione contro Bashar al-Assad. Bilhaj discusse anche l’invio di combattenti libici per addestrare le truppe, secondo la fonte. Dopo aver abbattuto un dittatore, i giovani trionfanti, ancora pieni di fervore rivoluzionario, desiderano rovesciare il prossimo.

I capi delle bande armate ancora rombano per le strade di Tripoli dicendo che “centinaia” di combattenti vogliono combattere contro il regime di Assad”. Rivelando ancora una volta il conveniente intreccio tra interessi di terroristi e statunitensi-inglesi, questa volta cercando il cambio di regime in Siria dopo quello anglo-statunitense in Libia. A confermare che i piani per inviare estremisti libici a combattere in Siria furono attuati è l’articolo della CNN del 2012, “I ribelli della Libia si recano sul campo di battaglia siriano“, che riferiva: “Sotto il comando di uno dei capi ribelli più noti della Libia, Mahdi al-Harati, più di 30 combattenti libici si sono recati in Siria a sostenere i ribelli dell’esercito libero siriano nella guerra al regime del Presidente Bashar al-Assad”. L’esercito di terroristi libici di al-Harati contava centinaia, forse migliaia di combattenti e successivamente si fuse con altri gruppi terroristici siriani, tra cui il ramo siriano di al-Qaida, Jabhat al-Nusra. In Libia, i combattenti del LIFG si divisero in fazioni, tra cui al-Qaida e Stato islamico.

Mentre tali terroristi uscivano dalla Siria e tornavano a casa, quelli del LIFG tornarono principalmente nel Regno Unito dove sono noti da anni alle agenzie di sicurezza e intelligence statunitensi e inglesi. Costoro portavano conoscenze tecniche ed esperienza necessarie per compiere gli attentati devastanti come quello di Manchester. Il terrorismo che ne segue è il risultato diretto della politica estera e nazionale inglese, sostenere i terroristi all’estero e rifiutarsi di smantellarne le reti in patria, mentre inviano combattenti e risorse per la guerra dei fantocci USA-UK che ancora devastano la Siria. Il governo inglese è direttamente responsabile dell’attentato di Manchester. Sapeva dell’esistenza del LIFG e probabilmente delle sue attività nel territorio inglese, e non solo non ha agito, ma ha attivamente attirato tale comunità di estremisti per la propria agenda geopolitica e nazionale.

L’attentato rafforzerà la storiella della “tolleranza contro il fanatismo” che aggredisce la società inglese, evitando i fatti sul terrorismo appoggiato dal governo all’estero e contro il proprio popolo, non per scopi ideologici o religiosi ma solo per cercare un’egemonia geopolitica. Che Stati Uniti e Regno Unito usino i terroristi per raggiungere i rispettivi obiettivi geopolitici non dovrebbe sorprendere, in particolare riguardo l’LIFG, poiché la ramificata organizzazione dei mercenari di Washington fu utilizzata contro i sovietici in Afghanistan negli anni ’80. Ciò che sorprende è che il pubblico occidentale continua a reagire emotivamente ad ogni attentato, non razionalmente vedendo il quadro generale. E finché il pubblico occidentale non lo vedrà, paura, ingiustizia, omicidi e conflitti continueranno a dominarne vita e futuro.
Tony Cartalucci, LD, 24 maggio 2017 – Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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