BBC comunica: Assad sta vincendo la guerra con le armi chimiche. Media di stato rilanciano

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Mi metto sulla cyclette e leggo sul mio tablet nella rassegna stampa di Ansa: “Siria: Bbc, almeno 106 attacchi chimici . Così Assad sta vincendo la guerra ”. Il significato non da adito a fraintendimenti: Assad sta vincendo la guerra contro i jihadisti con le armi chimiche che ha usato ben 106 volte.

Ecco lo screenshot del titolo del rilancio Ansa:

Tornato in casa, accendo il PC e mi metto alla ricerca di qualche riscontro. Innanzitutto vado sul sito della BBC, in cui la news occupa una posizione secondaria nella disposizione della ‘home’. Ma è graficamente straordinariamente ben fatta, con innografiche animate e grafici (per farli io ci rimetterei molti dei miei stipendi). Ma sono perplesso, davanti a tanta grossolanità nei contenuti mi chiedo perché tanto lavoro, visto che manca il principale ingrediente per una notizia: la verità.

Ed è su questo che vorrei richiamare la vostra attenzione…

[su_panel shadow=”0px 1px 3px #eeeeee”]Prima di stancarvi , vi dico subito che l’articolo della BBC – ripreso così diligentemente in massa da una pluralità di media –  non è nient’altro che l’esecuzione di un accordo, ovvero di un lucroso contratto siglato alla stregua di un’agenzia di PR. Vale la pena ricordare che non è la prima volta che questo è avvenuto. Una  queste creazioni  nell’ambito della guerra siriana, è stata l’organizzazione The Syria campaign.

In particolare, se seguite il link di “The Syria campaign” vedrete che il “back office” è costituito da Oxfam, Greenpeace, le Nazioni Unite e la BBC. Per quando possa sembrare incredibile, anche la BBC e l’Organizzazione delle Nazioni Unite è parte integrante del “gruppo di pressione” finalizzato a porre fine alla “dittatura” di Bashar al Assad. (l’avevo scritto a suo tempo su il Sussidiario) .[/su_panel]

Ma veniamo al testo. Nell’articolo della BBC, leggo esattamente:

Il che tradotto significa:

Allora, com’è che il signor Assad è stato così vicino a vincere questa sanguinosa e brutale guerra?

Un’indagine congiunta di BBC Panorama e BBC Arabic mostra per la prima volta la misura in cui le armi chimiche sono state cruciali per la sua strategia vincente.

[su_heading style=”modern-2-blue” size=”18″]”La BBC ha stabilito con prove sufficienti per essere sicuri…”[/su_heading]

Stento a credere ai miei occhi. Ma quale sarebbe la fonte? Ecco la risposta della BBC:

Che tradotto vuol dire :

La BBC ha stabilito che ‘ci sono prove sufficienti per essere sicuri che almeno 106 attacchi chimici siano avvenuti in Siria dal settembre 2013, quando il presidente ha firmato la Convenzione internazionale sulle armi chimiche (CWC) e ha accettato di distruggere le scorte di armi chimiche del paese’.

La Siria ha ratificato la CWC un mese dopo un attacco di armi chimiche in diversi sobborghi della capitale, Damasco, che ha coinvolto l’agente nervino Sarin e lasciato centinaia di persone morte. Le orribili immagini delle vittime che si agitano in agonia hanno scioccato il mondo. Le potenze occidentali hanno detto che l’attacco potrebbe essere stato effettuato solo dal governo, ma Assad ha accusato l’opposizione.

[su_heading style=”modern-2-blue” size=”18″]…ma né OPCW, nè indagini indipendenti danno contezza di questo che asserisce la BBC[/su_heading]

E’ singolare che la BBC sia riuscita a fare quello che neanche l’OPCW è riuscita a fare (non ha mai dato le stesse conclusioni), la BBC ha sconfessato addirittura i governi occidentali hanno mai fornito alcuna prova indipendente. Al contrario, ci sono evidenze che l’attacco riferito sia stato un ‘false flag’ dei ribelli. In proposito esistono vari dossier indipendenti ( (vedi rapporto Onurapporto del Mitconclusioni HeshHuffington Post e inchiesta Insteams).)

Ma allora come è riuscita a dare queste conclusioni? E’ semplice: prendendo per buone in toto le prove dei ribelli e dei ‘White Helmet’. Dimostrando in questo, addirittura meno scrupolo dei belligeranti…

Poi c’è la terribile foto che correda la nota Ansa. E’ del 2017, è stata fatta a  Khan Sheikhoun e corrisponde a quella diffusa dei White Helmet nell’attacco ‘false flag ‘ di aprile, su cui l’OPCW non ha trovato alcuna prova di colpevolezza a carico dell’esercito governativo. 

Ma innumerevoli sono le evidenze di segno opposto. Ad esempio, nell’ultima settimana di marzo del 2018 all’’Aja presso la sede dell’Opcw si è svolta una conferenza che ha demolito le tesi del presunto incidente chimico di Douma. 17 testimoni presenti nel luogo del preteso attacco chimico di Duma hanno chiarito che è stato frutto di una messinscena per provocare l’intervento occidentale. Ma evidentemente esistono testimoni di serie A o di serie B. Ovvero il discrimine è rispetto a ciò che dicono.
[su_pullquote align=”right”]…una delle prime ‘creazioni’ per indirizzare la pubblica opinione,  è stata l’organizzazione The Syria campaign. In particolare, se seguite il link di “The Syria campaign” vedrete che il “back office” è costituito da Oxfam, Greenpeace, le Nazioni Unite e la Bbc.[/su_pullquote]

Ma proseguiamo . Leggo su Ansa che:

“…L’inchiesta della Bbc ha esaminato 164 segnalazioni di attacchi chimici che sarebbero avvenuti in Siria dalla firma della Convenzione ad oggi. Oltre ai rapporti delle organizzazioni internazionali, la Bbc ha analizzato, con l’aiuto di vari analisti indipendenti i dati disponibili sulla rete, incluse testimonianze delle vittime, fotografie e video, tenendo conto solo di quelli con più di un riscontro. La maggior parte di questi attacchi sarebbe avvenuta nella provincia di Idlib”.

Da 106 a 164. Ma quanti attacchi chimici sono avvenuti in Siria? L’ambasciatore Jaafari la prima settimana del 2018 ha detto in sede Onu che la Repubblica siriana ha fatto 140 segnalazioni particolareggiate di uso di armi chimiche da parte dei ribelli siriani senza alcuna risposta da parte dell’Onu.  La vicenda si fa sempre più confusa. La comunicazione della BBC è straordinariamente vaga anche se ha realizzato un’ottima grafica. Non potrebbe essere altrimenti visto che che di sostanza non c’è nulla e la fonte a cui la BBC rimanda è sé stessa.

[su_heading style=”modern-2-blue” size=”18″]Il ‘timing’…[/su_heading]

Ma esaminiamo il ‘timing’. Perché ora questa notizia? Cosa si vuol ‘rinfrescare‘? Il motivo della comunicazione è molto semplice. Ad Idlib , non tutti i gruppi ribelli – sta a dire quelli più radicali – hanno accettato il piano di cessate il fuoco che comprenda la zona ‘buffer’ decisa tra Russia e Turchia a Sochi a settembre. Così si rilancia il solito asso di coppe delle armi chimiche . Una carta che a quanto pare è pronta sempre nascosta nella manica.

La cosa è questa volta particolarmente spudorata e sfacciata. Dalla loro parte ci sono solo i mezzi di cui dispongono e questo genere di notizie passano indifferentemente dalla notizia di Belen che gli si scopre la tetta in trasmissione e l’Orietta Berti coinvolta in caso simile (queste notizie erano precedenti nella mia rassegna stampa).

Se Ansa e media si occupassero di gossip, forse riuscirebbero meglio in questo. Certamente guadagnerebbero di più visto che questo è all’apice del loro interesse. Non sono  niente più che aziende e non certe etiche.

[su_heading style=”modern-2-blue” size=”18″]Ormai è sotto gli occhi di tutti che l’informazione anziché informare, istruisce.[/su_heading]

In Gran Bretagna il Foreign Office stanzia fondi per questo. Non c’è niente di ‘segreto’ in questo. In un servizio il Guardian  ha chiarito che il governo inglese manipola l’informazione, non lo fa direttamente ma tramite   la Regester Larkin, una società di consulenza di comunicazione internazionale. Questa, a sua volta, ha messo in piedi una società denominata‘Innovative Communications & Strategies’, o ‘InCoStrat‘, che ha rilevato il contratto a partire da novembre 2014. Per non parlare dell’Osservatorio dei siriano dei diritti umani  che per anni è stata l’unica fonte delle notizie provenienti dalla Siria, organo di informazione costituito da un unico individuo residente in provincia di Londra e finanziato allo stesso modo dal governo inglese e dai paesi europei.

Buongiorno Italia e che Dio ci protegga.

Patrizio Ricci – Vietato Parlare

 

 

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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